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Enel, balzo dell’utile (+11,8%) e dell’acconto dividendo

Il gruppo elettrico ha presentato i conti dei primi nove mesi con risultati tutti positivi e in crescita. Salgono le vendite di elettricità e la quota in rinnovabili raggiunge il 40% del mix. Starace: “Risultati solidi e obiettivi 2018 confermati”

Enel, balzo dell’utile (+11,8%) e dell’acconto dividendo

Enel, cresce l’utile netto (+11,8%) e sale a 14 centesimi l’acconto sul dividendo (+33%). Il gruppo ha  chiuso i primi nove mesi del 2018 in decisa crescita spinta dall’avanzata degli investimenti nelle rinnovabili e dalle acquisizioni che, come quella di Eletropaulo in Brasile e di EnelNoc negli Usa, portano ad un aumento del perimetro del gruppo. Il Cda ha approvato martedì sera i conti che si chiudono al 30 settembre con ricavi in aumento del 2% a quota 55,2 miliardi, un Ebitda ordinario di 12 miliardi (+6,2%), un risultato netto a 3 miliardi (+15%) e debiti in crescita a 43 miliardi (dai 37 di settembre 2017) principalmente per finanziare le acquisizioni, i dividendi 2017 e gli investimenti del periodo. Con queste cifre alla mano, Enel conferma i target per il 2018 e la distribuzione di un dividendo al valore più alto tra 28 centesimi e il 70% dell’utile netto ordinario del gruppo. Lo stacco cedola dell’acconto è fissato per il 21 gennaio 2019.

E’ quanto basta per fare dire all’Ad Francesco Starace che Enel, nei primi nove mesi, “ha continuato a registrare solidi risultati, con un incremento a due cifre dell’utile netto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le rinnovabili sono state ancora una volta alla base della positiva performance di Gruppo, mentre la diversificazione geografica è stata determinante per affrontare l’evoluzione negativa di alcuni tassi di cambio”. In particolare, l’effetto cambi si è fatto sentire su Sud America e Russia ed ha inciso per 425 milioni sull’Ebitda che è comunque risultato in aumento di 684 milioni.

Guardando all’andamento della gestione nelle singole aree di business, l’Italia ha registrato un aumento dell’Ebitda del 6% a fronte di una limatura dei ricavi dello 0,8; gli investimenti sono aumentati del 42,5% a 1,6 miliardi complessivamente, soprattutto per spingere sulla digitalizzazione della rete e sui nuovi contatori digitali . Bene anche l’Iberia dove il margine sale del 6,9% e gli investimenti del 43,5%. In particolare, in Italia e Spagna la flessione dei margini di generazione e trading è stata più che compensata dall’aumento dei margini nella distribuzione e nella riduzione dei costi operativi.

L’Ebitda complessivo ha risentito positivamente dei migliori margini sulle rinnovabili (626 milioni) dovuti al miglioramento delle vendite in Brasile, Messico, Italia e Spagna oltre che  alle acquisizioni già citate in Brasile e Nord America ed alla cessione del capitale dell’80% di otto società progetto in Messico di cui però il gruppo ha mantenuto la gestione.

Infine, la produzione elettrica è aumentata complessivamente di 3,3 Twh e la quota di energia verde ha ormai raggiunto il 40% nel mix produttivo del gruppo che conta di arrivare al 50% nel 2050.

Guardando al prossimo futuro, invece, il Cfo Alberto De Paoli ha chiarito in conference call che per l’acquisizione della società di distribuzione Electricaribe in Colombia “abbiamo chiesto solo di vedere le carte. E’ troppo presto, devono essere chiarite ancora molte cose”.  Tra queste, potrebbe avere un peso il tetto Antitrust sul business della distribuzione dal momento che Enel è già presente nell’area attraverso Codensa.

 

 

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