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Ema, l’Italia vuole l’agenzia del farmaco. Ricorso alla Corte Ue

Il governo ha presentato alla Corte di Giustizia europea un nuovo ricorso contro il regolamento che sposta – a Brexit conclusa – la sede dell’Agenzia del Farmaco nella città di Amsterdam. Milano si era candidata ma è stata sconfitta un anno fa

Ema, l’Italia vuole l’agenzia del farmaco. Ricorso alla Corte Ue

Ufficialmente è stata scelta Amsterdam, ma l’Italia torna alla carica sulla questione relativa alla prossima sede dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) una volta che i negoziati per la Brexit sono portati a compimento. La battaglia per l’assegnazione della sede Ema si era conclusa a marzo 2018 con il voto favorevole ad Amsterdam del Parlamento europeo.

Il governo giallo-verde, tramite l’Avvocatura dello Stato, ha presentato ufficiale ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione europea contro il Regolamento UE 2018/1718 che stabilisce la nuova sede dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nella città di Amsterdam.

A confermare la decisione il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Enzo Moavero Milanesi in una nota.

La comunicazione ufficiale della Farnesina spiega che “L’impugnazione del regolamento si ricollega al ricorso presentato un anno fa dal governo e tuttora pendente davanti alla Corte di Giustizia Ue nei confronti della decisione del Consiglio UE di assegnare ad Amsterdam la nuova sede dell’EMA, quando l’organismo europeo lascerà Londra” una volta conclusi i negoziati per la Brexit.

“Il nuovo ricorso – prosegue la Farnesina nella nota – conferma la determinazione italiana a far debitamente verificare, a livello giurisdizionale, la legittimità delle procedure seguite per stabilire la nuova sede dell’Agenzia europea per il farmaco, a fronte del fatto che la candidatura di Milano offriva tutte le garanzie immediate per la continuità operativa di un’agenzia UE, come EMA, fondamentale per la tutela della salute dei cittadini dell’Unione Europea”.

Ieri, martedì 12 febbraio, il premier Giuseppe Conte durante la discussione in seno al Parlamento europeo nella sede di Strasburgo a seguito del suo primo discorso come rappresentante italiano ha risposto al’eurodeputato del Pd Daniele Viotti che aveva ricordato le tante assenze dei membri del governo italiano ai tavoli ministeriali a livello europeo, dicendo “Lei è esponente di un partito che non ha presidiato adeguatamente i tavoli europei per quanto riguarda la vicenda Ema (l’Agenzia Europea per i Medicinali spostata nel novembre 2017 da Londra ad Amsterdam anziché a Milano) e ne stiamo ancora pagando le conseguenze”, ha replicato Conte.

Era gennaio 2018, quando la Corte di Giustizia europea ha annunciato attraverso l’account Twitter che i due ricorsi per l’impugnazione dell’assegnazione dell’Agenzia europea del farmaco ad Amsterdam anziché a Milano sono stati ricevuti: uno è del governo italiano guidato dall’allora premier Paolo Gentiloni alla Corte di giustizia dell’Ue con la richiesta di annullare la decisione del Consiglio Ue; e l’altro del Comune di Milano al Tribunale dell’Ue, e che riporta la medesima richiesta di annullamento della decisione del Consiglio.

Nel ricorso alla Corte di giustizia europea avanzata dal governo si legge la richiesta dell’Italia di annullare la decisione “adottata a margine della riunione del 20 novembre 2017 del Consiglio dell’Unione europea nella parte in cui si è stabilito che la nuova sede dell’Agenzia europea per i medicinali fosse collocata ad Amsterdam e, per conseguenza, stabilire l’assegnazione della sede alla città di Milano”.  Il documento domanda “in via istruttoria”, di “richiedere al Regno dei Paesi Bassi, all’Ema e a ogni altra istituzione, organo o organismo, di fornire tutte le informazioni necessarie a dar conto dell’idoneità di Amsterdam quale sede dell’Ema, a soddisfare i criteri”. Si chiede infine di “disporre ogni altro eventuale mezzo istruttorio ritenuto utile all’accertamento dei fatti”.

 

 

 

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