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Elon Musk litiga col Brasile per il blocco di X, ma Starlink sbarca in Amazzonia

L’eccentrico imprenditore è stato protagonista lo scorso aprile di un feroce scontro con le istituzioni brasiliane, accusandole di impedire la libertà di espressione per aver bloccato alcuni profili Twitter di estrema destra

Elon Musk litiga col Brasile per il blocco di X, ma Starlink sbarca in Amazzonia

Prima la lite, poi (forse) la pace. È uno scontro sempre più intricato quello che da qualche settimana vede sul ring il vulcanico imprenditore statunitense Elon Musk e le istituzioni del Brasile, con tanto di accuse a distanza e minacce intorno all’utilizzo del social network X, ex Twitter, dopo che il Supremo Tribunal Federal aveva bloccato alcuni profili di esponenti di estrema destra per divulgazione di fake news e per aver ordito attacchi mirati e coordinati contro gli avversari politici dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Il caso era finito prima sulla stampa nordamericana, che aveva gridato alla violazione della libertà di espressione, fino all’intervento di Musk in persona, che ad aprile ha duramente attaccato il giudice del STF Alexandre de Moraes, minacciando di riaprire i profili bloccati: “Questo giudice ha palesemente e ripetutamente tradito la Costituzione e il popolo brasiliano. Dovrebbe dimettersi o essere destituito”, aveva tuonato il fondatore di SpaceX. Per tutta risposta, de Moraes ha messo sotto inchiesta lo stesso Musk per “istigazione alla disobbedienza e all’ostruzione alla giustizia, anche nei confronti delle organizzazioni criminali, dichiarando inoltre che la piattaforma porrà fine al rispetto delle ordinanze emesse dalla Corte brasiliana relative al blocco dei profili criminali e di coloro che diffondono notizie fraudolente, sotto indagine di questo Supremo Tribunale”.

Elon Musk sfida il Brasile, ma incassa il sostegno dell’Argentina

La Giustizia brasiliana ha anche previsto una sanzione da 100.000 reais al giorno (circa 20.000 euro) per ogni profilo che dovesse essere sbloccato arbitrariamente da X, non ottemperando alla decisione dello stesso tribunale. L’altro giudice del STF, Roberto Barroso, è stato poi intervistato nientemeno che dal Financial Times per commentare la vicenda, e non le ha mandate a dire accusando l’eccentrico imprenditore americano di strizzare l’occhio a un pericoloso movimento internazionale di estrema destra, “che ha come obiettivo di destabilizzare le democrazie. Alcune persone invocano la libertà di espressione ma in realtà difendono un modello di comunicazione basato sull’odio, sul sensazionalismo e sul complottismo”.

Lo scontro ha scosso l’opinione pubblica e la politica brasiliana, che da tempo si interrogano sulla necessità di regolamentare l’utilizzo dei social network, divise tra la necessità di filtrare le notizie false e i dubbi sulla possibile censura. Ad accendere ulteriormente gli animi ci si è messo poi anche il presidente Lula, che oltre ad aprire provocatoriamente un profilo sul social Bluesky, concorrente di X, e di sospendere la pubblicità a pagamento del governo brasiliano su Twitter, ha detto: “Non permetteremo che un uomo d’affari americano che non ha mai prodotto un filo d’erba in questo Paese osi parlare male della Corte, dei ministri brasiliani e del popolo brasiliano. Non è possibile”. Per tutta risposta, Elon Musk ha incassato il sostegno del presidente argentino Javier Milei, avversario politico di Lula: i due si sono incontrati ad aprile a Los Angeles e hanno postato una foto iconica su X, scambiandosi complimenti e annunciando progetti comuni tra cui la promessa di Musk, fan della prima ora del nuovo inquilino della Casa Rosada, di investire in Argentina.

Musk però in Brasile non si occupa solo di X, ed è perciò sorprendente una notizia venuta fuori pochi giorni fa, che farebbe pensare ad una sorta di compensazione dopo il feroce scontro intorno al social network.

Starlink installerà le sue antenne in Amazzonia

L’imprenditore infatti è proprietario anche di Starlink, spinoff di SpaceX che offre un servizio di connessione Internet superveloce via satellite. Starlink per la verità non sta andando benissimo, ma poche settimane fa lo Stato dell’Amazzonia ha pubblicato un bando da 5,1 milioni di reais, circa 1 milione di euro, per la nuova connessione Internet del Comando Militare dell’Amazzonia, inserendo parametri di efficienza molto restrittivi, che guarda caso sono rispettabili solo da Starlink. La tech company in Brasile opera attraverso licenze concesse ad imprese locali, come Pulsar Brasil che infatti è stata, delle sole 3 aziende su 13 che avevano tutti i requisiti, quella a presentare il prezzo più basso. Anche le altre due papabili, comunque, erano nell’orbita Starlink che si porterà dunque a casa un affare non certamente esorbitante per il valore economico, ma dal forte significato simbolico in un Paese dove Musk da qualche tempo è – o sembrava essere – persona non proprio gradita. Il bando dell’Esercito, che la stampa brasiliana, sentiti alcuni esperti, giudica eccessivamente pretenzioso rispetto alle reali esigenze operative, prevede un servizio Internet via satellite a bassa orbita, con velocità minima di download di 80 megabit e di upload di 20 megabit, e soprattutto una latenza non superiore ai 100 millisecondi, un livello di performance oggettivamente impossibile da trovare sul mercato brasiliano.

“Una latenza del genere fa differenza se sei un gamer o un operatore di Borsa, non se sei una struttura pubblica”, ha commentato sulla Folha de Sao Paulo Fabro Steibel, direttore esecutivo dell’Istituto di Tecnologia brasiliano. Starlink installerà in Amazzonia 104 antenne, 64 per la connessione fissa e 40 per l’utilizzo itinerante. I suoi oltre 5.000 satelliti orbitano intorno alla Terra ad una distanza di 550 km mentre la concorrente OneWeb, per dare un parametro, ha 700 apparecchi che ruotano ad una altitudine di 1.200 km.

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