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Elettrodomestici: l’industria italiana regge il passo nel 2022 ma cala la produzione e crescono i prodotti importati

I consuntivi 2022 vedono il fatturato degli elettrodomestici italiani in crescita ma non la produzione. E le vendite si orientano su prodotti esteri a costo e efficienza inferiori

Elettrodomestici: l’industria italiana regge il passo nel 2022 ma cala la produzione e crescono i prodotti importati

La produzione di grandi elettrodomestici è calata nel 2022 rispetto al 2021 del 18%, l’export del 10%, le vendite del 6%, ma tutto sommato confrontando questi dati con i numeri degli anni antecedenti al Covid non è andata poi così male. Anzi. I consuntivi comunicati a Milano da Paolo Lloy, presidente di Applia Italia-Confindustria e, per il retail, da Roberto Fogliata, sales director di GFK Italia, raccontano una realtà che accumuna diversi comparti della manifattura e dei servizi: dopo un 2021 eccezionale con crescite a doppia cifra in quantità e valore, era impossibile andare oltre. E infatti, pur con aumenti delle bollette energetiche, delle materie prime, della logistica e dei componenti tradizionali e smart, i consuntivi del 2022, grazie soprattutto ad un primo semestre positivo e nonostante una caduta degli ultimi sei mesi dell’anno, hanno superato quelli del 2019. Ovviamente i trend della produzione presentano preoccupanti incognite e comunque hanno creato già cassa integrazione, rallentamenti di ordinativi e consegne che purtroppo – come accade sempre – vengono pagati dagli addetti in calo costante da anni.

Un altro confronto appare preoccupante: se la produzione è scesa del 18% ma gli acquisti dei consumatori “solo” del 6% significa che sempre di più sugli scaffali prendono spazio e vendite apparecchi fabbricati all’estero, spesso favoriti da dumping sociali, economici, tecnologici. E infatti i dati comunicati da Lloy mostrano che la manifattura italiana del Bianco si va sempre di più specializzando – riducendosi però – sulle fasce alte, con apparecchi superefficienti, di design e prestazioni elevate.

Come è andata l’industria degli elettrodomestici italiani nel 2022

Le vendite di lavatrici di classe energetica efficiente hanno del resto registrato un aumento a valore, mentre in volume il segno meno prevale; gli acquisti della cottura da incasso, i più costosi e performanti, hanno visto un +6,5% a valore, con un +27,4% per i piani a induzione con aspirazione integrata (Elica docet, un successo internazionale clamoroso). Le vendite di frigoriferi sono andate bene come valore (+7,1%) meno in volume (-2,1). L’incremento dei costi energetici ha penalizzato le vendite delle asciugatrici in modo vistoso con un -32% a valore. Per il piccolo elettrodomestico segnali comunque positivi che seguono il trend dei Majaps: +3,4 in valore e solo +0,4 in quantità con un calo dell’aspirapolvere per le mancate consegne di componenti, materie prime e prodotto finito. Crescono le vendite delle macchine espresso superautomatiche non made in China in valore ma calano in numeri.

Le cattive abitudini degli italiani: elettrodomestici datati ed energivori

In definitiva c’è uno spostamento in Italia e in Europa verso prodotti performanti che ancora però non riescono a schiodare una grossa fetta di mercato dal prodotto entry level, spesso di pessima qualità e alta difettosità (in attesa dell’obbligo della riparabilità). E a schiodare soprattutto dalle pessime abitudini della popolazione italiana, quella di tenere in casa il parco elettrodomestici più vecchio e malandato d’Europa che consuma enormi quantità di energia elettrica, tanto da costituire quasi il 60% dei consumi totali delle famiglie come ha sottolineato Lloy.

Industria e retail italiani aspettano gli eco-bonus

Eppure, cambiando un vecchio ansimante e energivoro elettrodomestico di 10 anni di vita si possono risparmiare ogni anno cifre notevoli: oltre 100 euro per i frigo, 200 per la lavastoviglie e 100 per la lavatrice. Se poi si sostituisce il ferro da stiro o lo scaldabagno (ben più spreconi di una lavatrice) il risparmio può raggiungere i mille euro. L’industria e il retail italiani – secondo quanto hanno dichiarato i vertici – si aspettano che dal governo arrivi un provvedimento in grado di promuovere la sostituzione di questa gigantesca massa di apparecchi obsoleti e energivori. Visto che gli eco-bonus hanno dato al settore degli apparecchi per il riscaldamento a biomasse (+20%), per i camini e le canne fumarie (+13%) e in generale per quelli coinvolti nell’edilizia, una dinamicità straordinaria. Crescite notevoli, grazie al costante incremento del turismo, anche per le vendite delle apparecchiature professionali dell’hospitality, fiore all’occhiello del made in Italy, che hanno segnato un eccellente +20%.

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