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Elettricità: il governo prende tempo sulla fine del mercato tutelato. Si punta a spostare di un anno la scelta del fornitore

Niente di fatto sulla fine del mercato tutelato dell’energia. Il governo rinvia alla settimana prossima. Consumatori liberi di scegliere anche adesso

Elettricità: il governo prende tempo sulla fine del mercato tutelato. Si punta a spostare di un anno la scelta del fornitore

Il mercato tutelato dell’energia non termina per ora. Il Consiglio dei ministri di ieri ha rinviato di una settimana il Decreto legge sul passaggio al mercato libero per i contratti di luce e gas.

Il governo ha spiegato che il testo in esame richiede ancora approfondimenti tecnici per far slittare la data del passaggio dal 10 gennaio 2024 a giugno o a dicembre. Un rinvio in parte inatteso alla luce delle dichiarazioni dei mesi scorsi sul rispetto di ciò che era stato stabilito dai precedenti governi.

I consumatori avranno a disposizione molto altro tempo per scegliere il proprio fornitore di energia ed ottenere agevolazioni tariffarie.

Ma sullo slittamento del DL, che contiene anche la proroga delle concessioni idroelettriche graverebbero perplessità rispetto alle rate incassate del PNRR, che danno per realizzati entrambi gli obiettivi.

Rivoluzione rinviata

La rivoluzione del sistema viene, così, rinviata di nuovo consentendo alle società di proseguire nelle campagne promozionali per accaparrarsi nuovi clienti.

In ogni caso chi non farà una scelta autonoma sarà garantito dall’Autorità per l’energia( Arera) affinché avvenga il passaggio alle società che si sono aggiudicate le gare per le singole aree.

Il servizio cosiddetto a “tutele graduali -ricorda oggi una nota dell’Adn Kronos- prevede che il trasferimento dei punti di consegna (contatori) agli operatori individuati abbia luogo non prima di sei mesi e comunque non oltre dodici mesi dalla data di conclusione delle procedure competitive”.

Quanto è difficile liberalizzare

La bozza di decreto prevede anche la creazione di un Fondo di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale per incentivare nuovi impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili. Si tratta di 200 milioni di euro all’anno da ripartire tra le Regioni, dal 2024 al 2032, per un totale di 1,8 miliardi.

Il Decreto legge dovrebbe contenere anche incentivi per la costituzione di un polo per l’eolico galleggiante in mare.

Che dire? Liberalizzare un mercato è complicata anche per chi pensa di darne lezione ogni giorno. Sull’energia e sulle bollette Giorgia Meloni lo sa bene, altrimenti non avrebbe autorizzato i bonus per i meno abbienti, a cui tiene molto. Da capire bene la posizione del PD che paradossalmente ha chiesto di rinviare tutto. Il Ministro Pichetto Fratin, per la marcia in più che la premier vuole dare al suo governo, deve accelerare il proprio passo.

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