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Draghi tonifica le banche e le Borse

L’allungamento del Qe, anche se con una riduzione degli acquisti mensili, dà nuovo ossigeno alle banche e a Piazza Affari, abbondantemente sopra quota 18 mila – Volano Bpm e Banco Popolare – In netto rialzo anche Mps e Unicredit, Mediolanum e Generali – In ribasso petroliferi e utilities, Recordati e Atlantia.

Draghi tonifica le banche e le Borse

Mario Draghi scalda le borse e Milano, da ieri oltre la soglia psicologica dei 18000 punti base, chiude anche oggi sugli scudi a +1,64%. Lo spread viaggia in altalena, dopo che l’agenzia di racing Moody’s, ieri sera, ha abbassato l’outlook sul debito italiano da “stabile” a “negativo”. A fine giornata però c’è il gran recupero del Btp decennale sul bund tedesco: spread a 147.80; -5,86%; rendimento a 2.02%.

Tutta l’Europa festeggia le decisioni della Bce, promosse anche dal Fondo Monetario: l’estensione del Quantitative Easing a tutto il 2017, rallentando il programma di acquisti a partire da marzo, passando da 80 a 60 miliardi mensili, ma con possibilità d’ulteriore intervento qualora ce ne fosse bisogno. Il Qe rallenta il passo, ma allunga il percorso. La scelta può essere letta in più modi e qualcuno parla di tapering, anche se Draghi precisa che nella riunione odierna di “tapering” non si è discusso. A conti fatti prevale la fiducia: Madrid +2,09%; Francoforte 1,76%; Parigi +0,96%; Londra +0,37%. L’ottimismo contagia anche Wall Street che, dopo qualche incertezza veleggia ancora verso nuovi record. 

L’euro perde terreno rispetto al dollaro, -1,37%, scambiato a 1,060, ma la moneta unica resta solida e la situazione politica del Belpaese non mette a rischio l’area, secondo Super Mario. “Ciascun paese – dice Draghi – ha vulnerabilità diverse, ma sia il contesto macroeconomico rispetto a cinque anni fa, quando avevamo un contagio, sia i mercati finanziari e gli intermediari, sono più resistenti e forti. I problemi, anche se importanti, devono trovare urgentemente una soluzione, ma restano limitati ai singoli”. Questo significa fare i compiti in classe: “Le vulnerabilità del sistema bancario e dell’Italia datano da molto tempo, quindi devono essere risolte. Sono fiducioso che il nuovo Governo saprà che cosa deve fare e che questi problemi saranno risolti’. 

Renzi o non Renzi le riforme vanno fatte: “Indipendentemente dall’incertezza politica perché il modo migliore per affrontare l’incertezza è ripristinare la crescita e creare posti di lavoro”. E i titoli bancari si infiammano a Piazza Affari, anche, perché si va rafforzando la prospettiva di un decreto omnibus, un “paracadute per Siena e per altri tre-quattro istituti attraverso ricapitalizzazione precauzionale o strumenti simili ai Monti bond”, come scrive Milano Finanza. 

Mps chiude a +4,11%, mentre la Banca centrale europea decide anche su un prolungamento fino a gennaio per la realizzazione del piano; Popolare di Milano +10,09%; Banco Popolare 9,75%; Banca Mediolanum +7,73%; Ubi +3,38%; Unicredit +2,98%. Anche Intesa Sanpaolo chiude in rally, 3,36%, mentre Reuters riferisce che la banca “dovrebbe fornire una parte consistente dei finanziamenti al consorzio formato dal Qatar e Glencore per l’acquisto della quota del colosso petrolifero statate russo Rosneft”. L’istituto si aggiudica anche il premio “Bank of the Year 2016 in Italy” dell’autorevole mensile economico-finanziario londinese The Banker.

Fra i finanziari si rafforza ancora Generali +4,58%. Da segnalare anche Stm +4,76%. Titoli peggiori di giornata al Ftse Mib sono Terna, -2,10% e Saipem, -1,94%, quest’ultima penalizzata dalla notizia che Gazprom ha siglato un contratto per la costruzione della prima pipeline sottomarina del gasdotto Turkish Stream con Allseas, preferendo così la società svizzera al gruppo italiano.

Dal fronte europeo infine una notizia che riguarda indirettamente Volkswagen. La Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro la Germania e altri sei Stati Ue per non aver istituito sistemi sanzionatori per scoraggiare i produttori di automobili dal violare la legislazione in materia di emissioni inquinanti o per non avere applicato tali sanzioni in caso di violazione della legge. In particolare Germania, Lussemburgo, Spagna e Regno Unito, gli stati membri che hanno rilasciato omologazioni per il gruppo Volkswagen AG nella Ue, sono sotto procedura per “non aver applicato le rispettive disposizioni nazionali in materia di sanzioni, malgrado la società abbia utilizzato un software illegale di dispositivi di manipolazione”.

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