Condividi

Doppio duello sotto l’albero: le disfide di Bpm e Mps tengono i riflettori accesi sulle banche

Il 21 dicembre Lonardi e Giarda si preparano a incrociare le armi nell’assise di Bpm per la conquista del Consiglio di sorveglianza – La campagna elettorale è già iniziata: ieri Giarda a Monza, domani Lonardi a Foggia – Al via il 27 l’assemblea di Mps per l’aumento di capitale: è battaglia tra il ticket Profumo-Viola e la presidente della Fondazione Mansi

Doppio duello sotto l’albero: le disfide di Bpm e Mps tengono i riflettori accesi sulle banche

Doppia sfida sotto l’albero. Nel mese di dicembre arrivano alla fase più delicata i due duelli in corso nel comparto bancario italiano: il 21 dicembre è programmata l’assemblea dei soci della Bpm con la sfida tra la lista di Piero Lonardi e quella di Piero Giarda che hanno incrociato le armi per conquistare il consiglio di sorveglianza dell’istituto milanese; il 27 è in agenda l’assise per l’aumento di capitale di Mps su cui si stanno affrontando a colpi di fioretto i vertici della banca, il presidente Alessandro Profumo e l’ad Fabrizio Viola, e la nuova dominus della Fondazione Mps, Antonella Mansi.

Entrambi i titoli sono sotto i riflettori a Piazza Affari: Bpm sale dell’1,39% e Mps dello 0,41% a fronte di un Ftse Mib in calo dello 0,33%. A  Piazza Meda la campagna elettorale è iniziata proprio in questi giorni: ieri Piero Giarda ha incontrato i soci a Monza, domani Lonardi partirà invece da Foggia per dirigersi poi a il 13 a Roma, e a Milano il 17 e 18 dicembre. Nei giorni scorsi proprio Lonardi, in occasione della presentazione della sua lista (Bpm per l’indipendenza), aveva messo i soci in guardia sulle conseguenze di una vittoria del concorrente Giarda indicando il rischio che la banca potesse finire nelle mani di un altro gruppo. “’L’idea di una aggregazione della Banca Popolare di Milano con altre banche per quanto riguarda la nostra lista non ha né capo né coda” ha ribattuto Giarda precisando che “si tratta di un puro parto dell’immaginazione, che non ha riferimento con nulla che sia successo nei giorni passati né con il programma della lista. L’idea non esiste”.

Per Giarda Bpm è una banca che può diventare solida e capace di sopravvivere “con i propri mezzi, con la propria gente e con le proprie strutture”.  D’altra parte, dopo le saltate nozze con la Bper , non si sono mai spenti  i rumors di possibili matrimoni con altre banche,  a partire dall’ipotesi da qualche tempo più gettonata, il Banco Popolare.  Ma Giarda ha voluto dare un taglio alle speculazioni con un gesto tanto plateale quanto ironico: ha scritto su una serie di biglietti i nomi delle banche italiane e ha improvvisato un’estrazione a sorte della banca che “andremo a comprare”. Niente Banco, ha sentenziato l’urna da cui è uscito il nome di Intesa Sanpaolo. “Ci vorrà qualche aumento di capitale aggiuntivo”, ha scherzato Giarda  annunciando che si terranno estrazioni analoghe in tutte le tappe della campagna elettorale.

Chissà che non finisca con una estrazione a sorte anche a Siena dove i soci saranno probabilmente chiamati a votare due proposte alternative: quella dei vertici che hanno proposto di realizzare l’aumento entro il primo trimestre dell’anno (deliberata dal board lo scorso 26 novembre) per evitare che un ritardo nel rafforzamento patrimoniale (chiesto dalla Commissione Europea per ripagate i Monti bond entro il 2014) possa creare problemi alla banca e quella della Fondazione, azionista con al maggioranza relativa della banca, che chiede di procedere all’aumento nel secondo trimestre del 2014 (su cui il Cda della banca dovrà esprimersi in settimana).L’obiettivo della nuova presidente Antonella Mansi è infatti avere più tempo per poter vendere azioni della banca a un valore ragionevole e poter così ripianare il debito. Un rinvio dell’aumento da parte dell’assemblea, fa notare però il Sole24Ore, sarebbe equivalente a una sfiducia al Cda e spingerebbe i vertici, Profumo e Viola, a dimettersi. Secondo le banche del consorzio di garanzia, riferisce ancora il Sole, il passo indietro del vertice “è da considerarsi inevitabile”. Dalla banca un portavoce ha affermato che  presidente e ad “lavoreranno come sempre nell’interesse della banca e del suo rafforzamento patrimoniale”.

Commenta