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Dimissioni Napolitano a gennaio: il Quirinale blinda Governo e riforme

Il Presidente della Repubblica Napolitano dovrebbe lasciare il Colle al termine del semestre italiano di presidenza Ue – A metà gennaio dovrebbe iniziare l’iter per la successione – Si scatena il ‘TotoQuirinale’: Veltroni, Gentiloni, Finocchiaro e Pinotti i primi nomi ma si deciderà alla quinta votazione – Intanto Napolitano blinda Renzi e riforme

Dimissioni Napolitano a gennaio: il Quirinale blinda Governo e riforme

Per il Presidente della Repubblica i tempi per le sue dimissioni sono ormai maturi. Quasi maturi. Giorgio Napolitano resterà al Quirinale almeno fino al termine del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea poi dovrebbe cedere il passo. La ‘deadline’ è praticamente il 13 gennaio. Dopo il discorso conclusivo che il premier Matteo Renzi terrà a Strasburgo potrebbero arrivare le dimissioni del Capo dello Stato. Alcune indiscrezioni dicono addirittura il giorno successivo, il 14 gennaio.

Al momento sembra ancora prematuro indicare una data certa. Non ci capisce, però, se Napolitano andrà ad indicarla prima o dopo il discorso di Matteo Renzi a Strasburgo. Il Capo dello Stato ieri ha ribadito di “essersi impegnato ancora una volta per tutto lo speciale periodo del semestre italiano” lasciando intendere che il suo incarico non si protrarrà molto oltre il 13 gennaio. Nel discorso di ieri alle istituzioni il Capo dello Stato ha voluto rimarcare come, a suo avviso, il Paese abbia ritrovato un certo equilibrio. Nei pensieri di Napolitano il Paese si trova un binario protetto e le sue dimissioni non porteranno la locomotiva italiana al deragliamento.

I retroscenisti sono scatenati su due fronti: date e nomi. Si viaggia sul puro campo delle ipotesi ma ci sono dei punti fermi. Dopo la firma delle dimissioni di Napolitano partirà il percorso che porterà alla scelta del suo successore. L’articolo 86 della Costituzione dice che devono passare 15 giorni per la convocazione delle Camere in seduta comune. In queste due settimane le Regioni dovranno nominare i grandi elettori che si aggiungeranno a senatori e deputati per la scelta del successore di Napolitano. Facendo due rapidi calcoli la prima seduta comune non dovrebbe arrivare prima della fine di gennaio 2015. Oltre al valzer delle date sulle dimissioni dell’attuale Capo dello Stato e sull’elezione dul suo successore è partita anche la gara sui nomi che in molti hanno battezzato con il termine tutto italiano di ‘TotoQuirinale’. I nomi sono già tantissimi. L’identikit del prossimo Capo dello Stato ci descrive una personalità che non sia divisiva e che possa garantire solidità all’attuale scenario politico italiano. In questi giorni si parla molto dell’attuale ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, dell’ex leader del Pd Walter Veltroni e dell’ex presidente del consiglio Giuliano Amato. Ma il prossimo Capo dello Stato potrebbe anche essere una donna. I tempi potrebbero essere maturi e si fanno già diversi nomi: Roberta Pinotti, Anna Finocchiaro. E resta sempre alla finestra il nome di una forte personalità come Emma Bonino.

L’elemento politico di maggior spicco del discorso di ieri del Capo dello Stato è stato l’appello alle minoranze a non intralciare le riforme e a evitare le voci di elezioni anticipate. In sostanza Napolitano ha spezzato una lancia a favore della stabilità del governo Renzi e del suo piano di riforme.

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