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Deutsche B. e Santander non convincono la Fed

Per l’istituto spagnolo si tratta della terza bocciatura consecutiva agli stress test della Banca centrale americana: è un record – Promosse le banche statunitensi – Per l’Fmi Deutsche Bank è la maggiore fonte di rischi per l’intero sistema finanziario globale.

Deutsche B. e Santander non convincono la Fed

Le divisioni americane di Deutsche Bank e Santander non hanno superato gli stress test della Federal Reserve, vedendosi nuovamente bocciati i loro piani sui capitali, quelli relativi alla distribuzione di dividendi e al riacquisto di titoli propri. Per la controllante tedesca si tratta del secondo anno di fila di bocciatura mentre per quella spagnola del terzo. Santander è l’unica azienda ad avere fallito gli stress test Usa per una striscia temporale così lunga: la Fed ha citato miglioramenti ma ancora “progressi insufficienti” rispetto al marzo 2015.

Le grandi banche di Wall Street invece hanno ottenuto il semaforo verde, in seguito al quale sono subito corse a premiare gli azionisti (nel caso di Citigroup, promossa per il secondo anno di fila, la cedola è stata triplicata a 16 da 5 centesimi di dollaro). Soltanto Morgan Stanley ha ricevuto un ok condizionale: pur ottenendo l’approvazione sulla distribuzione degli utili ai soci, il gruppo è stato ripreso per la sua “debolezza” nei suoi processi interni. Per questo dovrà ripresentare il suo piano sui capitali entro il 29 dicembre prossimo rispondendo a quelle mancanze. Se sarà comunque insoddisfatta, allora la Fed potrà congelare i programmi della banca. 

Creati dopo la crisi finanziaria del 2008, quelli diffusi ieri e riguardanti 33 gruppi rappresentano il secondo round di stress test dopo quelli della settimana scorsa. Quelli riguardavano i livelli patrimoniali degli istituti di credito, ben sopra il minimo considerato accettabile dai regolatori anche nel caso di una recessione ipotetica. Quelli i cui risultati sono stati diffusi ieri erano concentrati sulla gestione del rischio e appunto sulle intenzioni delle banche analizzate in materia di dividendi e buyback. 

Su Deutsche Bank è intervenuto anche il Fondo Monetario Internazionale, definendola nel suo Financial Sector Assessment Program la maggiore fonte di rischi per l’intero sistema finanziario globale in quanto potenziale fonte di esternalità negative. “Tra le G-SIB (Globally systemically important banks), Deutsche Bank sembra dare il più importante contributo ai rischi sistemici, seguita da Hsbc e Credit Suisse”, afferma l’istituzione con sede a Washington, sottolineando anche come l’intero sistema bancario tedesco rappresenta la maggior minaccia di possibile contagio all’esterno dei propri rischi interni.

“In particolare, Germania, Francia, Regno Unito e Usa hanno il più alto livello di spillover esterni se misurati in termini di percentuale media di perdite di capitale rispetto ad altri sistemi bancari a causa di shock di settore nel Paese”, afferma ancora l’Fmi. La rilevanza di Deutsche Bank sottolinea la necessità delle gestioni dei rischi, di un’intensa vigilanza e di un monitoraggio delle esposizioni transfrontaliere nonché della capacità delle banche di importanza sistemiche a livello globale di dotarsi di nuovi sistemi di risoluzione, aggiunge il Fondo, invitando la Germania a esaminare la fattibilità dei piani di risoluzione delle banche e in particolare la stima puntuale dei beni da trasferire, il continuo accesso alle infrastrutture dei mercati finanziari e la possibilità per le autorità di garantire il controllo in pochi giorni di una banca in caso di misure di risoluzione. Alla Borsa di Francoforte, dopo questa serie di notizie negative, il titolo Deutsche Bank perde il 3,2%.

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