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Derby Torino, bomba carta accesa dai tifosi granata?

Clamorosa svolta nelle indagini sulla bomba carta esplosa durante il derby di Torino, ferendo 11 persone: secondo il pm Andrea Padalino, sarebbero stati gli stessi ultra granata a accenderla e a prevederne l’esplosione sul posto – Ma la polizia non concorda: sono stati gli juventini.

Derby Torino, bomba carta accesa dai tifosi granata?

Ancora un episodio di violenza nel calcio italiano. Dopo la pesantissima atmosfera registrata a Roma nelle settimane intorno alla partita contro il Napoli (in quel caso violenza “solo” verbale, ma in conseguenza dell’omicidio di Ciro Esposito prima di una partita di calcio), stavolta l’epicentro è Torino, in occasione del derby tra il Toro e la Juventus, vinto dai granata dopo 20 anni di attesa.

Prima della partita infatti un gruppo di presunti tifosi del Torino ha assalito il pullman della Juventus mentre un episodio ancora più preoccupante è avvenuto all’interno dello stadio (giocava in casa il Torino): una bomba carta è esplosa in un settore occupato da tifosi granata, ferendo – in modo lieve – 11 tifosi della curva Primavera. A quanto pare però, secondo l’ipotesi formulata dal pm Andrea Padalino che ha aperto un fascicolo avvalendosi dei filmati girati dalla Digos, l’ordigno non è stato lanciato dal vicino settore degli ultrà juventini, e neppure da un “lancio maldestro” da parte di qualche granata. La bomba carta, secondo quanto si riesce a intuire anche guardando i video di alcuni tifosi su Youtube, è stata con ogni probabilità accesa sul posto. E non sarebbe stata neanche destinata al settore occupato dai tifosi della Juve o a qualche altra zona dello stadio, ma la sua esplosione in loco potrebbe persino essere stata voluta: “Non è nemmeno un lancio maldestro – ha detto il procuratore Padalino a Repubblica -: doveva solo fare un botto ‘coreografico’ mentre nell’altra curva, la Maratona, veniva srotolato il maxi striscione”. La polizia però non concorda con il magistrato: “Sono stati gli ultras della Juventus”.

Al di là del curioso episodio e delle responsabilità di una o dell’altra tifoseria (anche in merito all’assalto al pullman), questo è soltanto l’ennesimo caso che non fa onore al calcio italiano e apre ancora una volta il dibattito: possibile che non si riesca a garantire un livello decente di sicurezza negli stadi? Possibile che il modello inglese (sicuramente impeccabile all’interno degli impianti, forse non del tutto fuori) non sia in qualche modo importabile?

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