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Delusione 2014: la Borsa chiude un anno a due velocità

A Piazza Affari chiusura con un risicato +0,29% – Dopo un primo semestre oltre 22 mila punti, le vendite della seconda parte dell’anno azzerano i guadagni e riportano il Ftse Mib a quota 19 mila – Migliori e peggiori: medaglia d’oro a Fiat-Fca, corre Finmeccanica, Mps travolta dagli stress test cede il 56% – In rosso anche lusso e petrolio.

Delusione 2014: la Borsa chiude un anno a due velocità

Un 2014 a due velocità per il Ftse Mib. Questo il bilancio per il principale indice di Piazza Affari che chiude l’anno in sostanziale parità (+0,29%) dopo un primo semestre di rialzi. Fino a metà anno il paniere principale della Borsa di Milano era infatti difeso bene, portandosi a inizio giugno a quota 22.472,12 punti dai 18.967,71 di fine 2013. Poi sono arrivate le vendite: l’indice è ridisceso a quota 19.011,96 punti annullando i guadagni precedenti e chiudendo in sostanziale parità (+0,29%).

Ma il Ftse Mib non è per questa volta la Cenerentola d’Europa: Parigi è salito di un magro 0,9%, il Dax si è spinto a +3,52%, mentre Londra ha chiuso addirittura in calo dell’1,7%. I timori di deflazione, l’anemica congiuntura economica e il balletto di dichiarazioni da parte dei falchi anti-quantitative leasing della Bce hanno innescato cautela negli investitori. Non sono mancati neanche i contraccolpi delle crisi geopolitiche, a partire da quella ucraina, e gli scossoni legati al rapido calo del prezzo del petrolio. Al contrario oltreoceano gli indici hanno continuato a inanellare record sostenuti dalla politica espansiva della Fed e dal materializzarsi della ripresa con il Pil Usa che nel terzo trimestre è cresciuto del 5%, battendo le stime degli analisti. Così solo pochi giorni fa il Dow Jones ha toccato un nuovo record storico sopra i 18mila punti.

Anche gli altri indici di Piazza Affari hanno registrato nel complesso performance poco brillanti: l’All share cede lo 0,26%, il Ftse Small cap lo 0,26%, il Ftse Mid Cap perde il 3,7% e il Ftse micro cap il 3,76%. Si mette in evidenza solo lo Star che guadagna il 10,26% mentre l’Aim, protagonista delle Ipo 2014, arretra del 10,6%.

Tornando al Ftse Mib, su 40 blue chip, solo 14 hanno chiuso l’anno in territorio positivo. Miglior titolo è Fca (+61,48%), che somma i rialzi di Fiat, quotata fino a venerdì 10 ottobre, e di Fiat Chrysler Automobiles, che ha debuttato lunedì 13 ottobre. Brilla anche Finmeccanica, che brinda al riscatto con un rialzo del 40% nell’anno in cui è arrivato al comando Mauro Moretti, ex numero uno delle Ferrovie dello Stato. Il colosso dell’aeronautica ha varato un profondo riassetto per provare a lasciarsi alle spalle gli scandali nazionali e intercontinentali, come quello degli elicotteri in India, e l’odore stantio di azienda di Stato da Prima Repubblica.

Sul podio dei migliori salgono anche due banche: Bpm +35,71% e Intesa Sanpaolo +34,92%. Nell’anno vissuto nell’attesa degli stress test della Bce, il comparto bancario ha archiviato performance eterogenee dividendosi abbastanza equamente tra i migliori e peggiori dell’indice, riflettendo anche i risultati dell’analisi sulla solidità effettuata dall’Eurotower arrivati a fine ottobre. Così tra le migliori blue chip troviamo Bpm, che nell’esame Bce si è salvata per il rotto della cuffia grazie a misure di rafforzamento di capitale aggiuntive varate in extremis, seguita da Intesa Sanpaolo, che è stata premiata da una situazione tra le più solide a livello internazionale (12,7 miliardi di eccesso di capitale in seguito all’esame Bce). Al contrario, è precipitata in fondo alla classifica assoluta delle performance 2014 Banca Monte dei Paschi di Siena (-56,5%) che è stata bocciata negli stress test (non ha superato lo scenario avverso) con la richiesta da parte dell’Eurotower di ulteriore capitale aggiuntivo per 2,1 miliardi di euro.

Se si esce dal Ftse Mib, l’altra banca che è stata bocciata dalla Bce, Carige, ha visto ancor più polverizzarsi le proprie quotazioni con un crollo del 70%. D’altra parte, l’istituto genovese, da molti indicato come la piccola Mps, non navigava già in buone acque ben prima che scendesse in campo l’Eurotower. Tra le altre banche del Ftse Mib chiudono in positivo l’anno Mediobanca +6,36% e Ubi Banca +21,03%. Scivola in leggero rosso invece Unicredit (-0,99%) mentre subiscono un calo più marcato Banco Popolare -5% e Bper -13,14%.

In positivo tra le blue chip ci sono poi le telecomunicazioni e le utilities: Telecom Italia +22.35%, Atlantia +18,79%, Enel +16,49%, Terna +3,47%, Snam +1,51%. Non sorprende invece che i titoli più legati al petrolio siano finiti in rosso: Eni -17,24%, Tenaris -21,83%, Saipem -43,61%.

Cede terreno anche il lusso. Fatta eccezione per Luxottica (che nonostante gli attriti sulla governance conquista un + 16,92%). il plotoncino fashion di Piazza Affari si compatta insieme in fondo all’indice: Ferragamo -26,13%, Moncler -29,97%, Tod’s -40,51%, Yoox -43,24%. Sempre sul Ftse Mib, Exor (+17%) festeggia la nascita di Fca e lo sbarco del Lingotto a Wall Street.

Allargando lo sguardo a tutto il listino, sorprende il rialzo di Mondo tv (+247%), seguito a stretto giro da Telecom Italia Media Risp (+236%) e da Aeffe (+220%). Tra i migliori anche l’incubatore di start up Lventure +75%. Sprofonda Seat Pagine Gialle -98% colpita dagli effetti del maxi aumento di capitale da 200milioni di euro, riservato ai creditori che, in questo modo, hanno acquisito il 99,75% dell’azionariato e sono divenuti soci di Seat, riducendo al restante 0,25% la quota societaria detenuta dai soci attuali. Cali consistenti, sopra il 60%, hanno poi riguardato anche Aedes -71,7% e Kinexia.

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