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Dazi, ora tocca alla Cina: terzo round di negoziati, ma si punta a un’ulteriore tregua. Il jolly è il chip H20 di Nvida

L’obiettivo è arrivare al 30% e strappare un incontro Trump-Xi in autunno. Sul tavolo, oltre ai chip, anche Fentanyl, petrolio e TikTok. La strategia del tycoon: accordi per schermare il caso Epstein?

Dazi, ora tocca alla Cina: terzo round di negoziati, ma si punta a un’ulteriore tregua. Il jolly è il chip H20 di Nvida

Prima il Giappone, poi l’Unione europea. Ora, a completare gli accordi tra i big del commercio internazionale, occorre chiudere con la Cina. Inizia oggi il terzo round di colloqui tra Washington e Pechino, dopo quelli di Ginevra e Londra, in vista della scadenza della tregua commerciale il 12 agosto. Questa volta sarà Stoccolma a ospitare il vicepremier cinese He Lifeng e il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent che guidano le negoziazioni. La tregua attuale aveva congelato l’entrata in vigore di dazi a tre cifre sulle merci cinesi, minacciate da Trump, mentre ora le speranze sono per un’ulteriore tregua di 90 giorni, dazi al 30% e un possibile incontro tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping in autunno.

“Siamo molto vicini a un accordo con la Cina” ha detto ieri il presidente americano Donald Trump alla vigilia della ripresa dei negoziati tra Washington e Pechino, aggiungendo che “la volontà di fare un accordo c’è, ma vediamo come va”.

Il jolly dei negoziati è l’H20 di Nvidia

Intanto, considerando la delicatezza degli incontri, per evitare di compromettere i negoziati, gli Stati Uniti hanno congelato le restrizioni sulle esportazioni di tecnologia verso la Cina, come riporta stamane il Financial Times. Corsia preferenziale è data in particolare all’l’H20, il chip di Nvidia, pur modificato per l’occorrenza, che un paio di settimane fa ha avuto l’ok all’esportazione alla Cina dall’amministrazione Usa: una bella inversione di marcia rispetto alla precedente posizione di Trump che voleva limitare le ambizioni di Pechino in questo ambito, ma in gioco c’è molto altro. Il timore è infatti che la Cina reagisca limitando le sue spedizioni verso gli Usa di terre rare e magneti essenziali, come ha già fatto per la prima volta a maggio, mandando in crisi le auto di Detroit. Il divieto precedente mirava a impedire il flusso di chip AI avanzati verso la Cina a causa di preoccupazioni per la sicurezza nazionale.

La Cina potrebbe estendere la tregua sui dazi di altri 90 giorni

Intanto ieri si è profilata l’ipotesi che Pechino e Washington possano arrivare oggi alla decisione di estendere la tregua tariffaria di altri tre mesi, ha riferito il South China Morning Post, citando fonti a conoscenza della questione. Secondo il giornale, durante quel periodo Stati Uniti e Cina concorderanno di non introdurre nuove tariffe o di intraprendere altre azioni che potrebbero inasprire ulteriormente la guerra commerciale.

Cos’altro c’è sul tavolo: dal Fentanyl al petrolio russo e iraniano a TikTok

Mentre i precedenti colloqui a Ginevra e Londra si erano concentrati sulla “de-escalation”, negli incontri di questa settimana la delegazione cinese farà pressione anche su altri temi. Tra i temi sul tavolo figura anche la proposta di scorporo della divisione statunitense di TikTok, in attesa dell’assenso cinese, e la questione delle esportazioni cinesi di petrolio russo e iraniano, su cui Bessent ha già annunciato chiarimenti. La Cina punterà anche alla rimozione dei dazi residui sulle importazioni da parte degli Usa, specie quelli pari al 20% e collegati dalla Casa Bianca al ruolo cinese nel traffico di Fentanyl. Secondo esperti cinesi, Pechino mira anche all’alleggerimento dei controlli sulle esportazioni tecnologiche e a una riduzione della lista di aziende cinesi soggette a restrizioni.

Gli accordi commerciali usati per schermare il caso Epstein?

Può essere che Trump voglia attirare sull’accordo con la Cina l’attenzione di tutti media, secondo la sua strategia “Flood-the-zone” che sta riservando anche al presidente della Fed Jerome Powell. Obbiettivo distogliere l’attenzione da qualcosa di più scomodo per lui e cioè il caso Epstein. La stessa cosa è accaduta proprio nel week end, mentre Trump giocava a gold nelle sue tenute in Scozia in attesa di incontrare Ursula von der Leyen per firmare l’accordo commerciale: i giornalisti che gli chiedono commenti sugli sviluppi della giustizia e sulle le relazioni col finanziere pedofilo, mentre il presidente Usa cerca di cambiare discorso.

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