Condividi

Dalla Libia ai campi profughi: gli italiani stranieri in patria

Un libro in cui l’autore, Daniele Lombardi, racconta un pezzo di storia d’Italia poco conosciuto attraverso le testimonianze dirette degli italiani che, cacciati dalla Libia, finirono nei campi profughi in Italia, trattati come stranieri nel loro stesso Paese.

Dalla Libia ai campi profughi: gli italiani stranieri in patria

Profughi. “Dai campi agricoli della Libia ai campi di accoglienza in Italia” è un libro su un pezzo di storia italiana purtroppo poco raccontato e poco conosciuto, in cui lo scrittore e giornalista Daniele Lombardi, raccoglie le testimonianze dirette di chi questa storia l’ha vissuta sulla propria pelle, portandosi dietro dolore e sofferenze. 

Profughi è acquistabile online tramite Amazon e, in alternativa, sul sito dell’AIRL (Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia). 

Mercoledì 9 dicembre alle 18,30 sarà presentato nel corso di un evento online a cui parteciperanno, oltre all’autore, Maria Armida Venditti e Vito Gasparetto, due testimoni vissuti nei campi profughi, moderati dalla giornalista del Tg5, Laura Riccetti.

Il libro parla di migliaia di italiani che, espulsi dalla Libia, finirono nei campi profughi in Italia, dove rimasero per mesi o, in certi casi, addirittura per anni, sperimentando direttamente le difficoltà, le privazioni e la discriminazione verso il diverso che anche oggi caratterizzano il dibattito sull’immigrazione. 

La cornice in cui si sviluppa il racconto è ormai celebre. In Libia, fino al 1970, vivevano 20mila italiani, perfettamente integrati con la popolazione locale. Mu’ammar Gheddafi allora era un giovane colonnello 27enne a capo di un gruppo di militari che con un colpo di Stato portò alla caduta della monarchia del re Idris Senussi. Appena salito al potere e desideroso di allargare i suoi consensi, Gheddafi identificò un nemico, gli italiani residenti in Libia, e decise di confiscare loro tutto ciò che possedevano, cacciandoli da quella che fino a poco prima era a tutti gli effetti la loro casa. 

Attraverso Profughi, l’autore ripercorre quegli anni, dando voce ai migliaia di italiani che esattamente cinquant’anni fa furono cacciati dalla Libia per questioni puramente politiche e propagandistiche che nulla avevano a che fare con le loro vite e la loro realtà. Ritornati in Italia, questi rimpatriati diventarono stranieri nel loro stesso Paese, ignorati da chi avrebbe dovuto proteggerli, spesso vessati da chi avrebbe dovuto comprenderli. 

Alcuni di loro, all’interno di questo libro hanno deciso di raccontare la loro esperienza, per la prima volta a distanza di cinquant’anni da quei tragici eventi. Tra essi c’è Maria Armida Venditti. Nel ’70 ra una bambina, entrò nel campo della Canzanella di Napoli all’età di 8 anni e ne uscì ben quindici dopo, a 23 anni, sposata e con due figli. Dai suoi ricordi, particolarmente toccanti, emergono le privazioni, materiali ed emotive, a cui queste donne e questi uomini vennero sottoposti: “Da ottobre a dicembre 1970, per circa tre mesi, io non ho vissuto nel campo – ricorda Maria Armida -. Mia madre mi aveva mandato in collegio a Roma perché lei cercava un lavoro, ma lì mi stavo quasi ammalando perché soffrivo di solitudine…Quando mia madre venne a trovarmi, mi vide in quelle condizioni e mi portò via. Ebbi la mia piccola vittoria: finalmente potei stare ancora con lei. Preferivo vivere in povertà dentro un campo profughi che stare lontana da mia madre”.

Oltre che dalle testimonianze dei protagonisti, Profughi è arricchito dalla presentazione dello scrittore tripolino Roberto Costantini, autore di numerosi best seller, e dall’analisi socioeconomica dell’analista geopolitico, Mario Savina. L’autore, Daniele Lombardi, è giornalista, scrittore e direttore della rivista “Italiani di Libia”.

Commenta