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Credit Suisse, il presidente elvetico Barset: “Il fallimento avrebbe avuto conseguenze incalcolabili”

Nel corso dell’audizione in Parlamento, riunito in sessione straordinaria per discutere del salvataggio, il presidente della confederazione elvetica ha spigato i motivi per cui si è scelto di far intervenire Ubs

Credit Suisse, il presidente elvetico Barset: “Il fallimento avrebbe avuto conseguenze incalcolabili”

Il fallimento di Credit Suisse avrebbe avuto conseguenze incalcolabili per la Svizzera che l’acquisizione da parte di Ubs ha invece scongiurato. Lo ha detto il presidente della confederazione elvetica, Alain Berset, nel corso dell’attesa audizione al Parlamento svizzero riunito in sessione straordinaria per discutere della maxi-operazione del 19 marzo scorso che ha sollevato forti polemiche fra gli stessi azionisti che si sono ritrovati di fronte a un fatto compiuto. 

Il presidente svizzero Berset: “Dal fallimento di Credit Suisse rischi incalcolabili”

“Il Consiglio federale ha cercato la migliore soluzione per evitare una crisi finanziaria dagli effetti incalcolabili che il fallimento del Credit Suisse avrebbe scatenato”. ha spiegato al Parlamento il presidente della Confederazione, Alain Berset. 

Berset ha spiegato che “il tempo stringeva” e il Consiglio federale ha cercato “la migliore soluzione possibile per evitare una crisi finanziaria dalle conseguenze incalcolabili”, ha detto.

Un fallimento avrebbe infatti avuto “effetti catastrofici” per il Paese, il mondo intero e la reputazione della piazza finanziaria elvetica – ha aggiunto – spiegando che l’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs, prima banca in Svizzera è stata ritenuta la soluzione “più idonea a ripristinare la fiducia del mercato”.

“Sono state esaminate diverse opzioni – ha rimarcato Berset – La nazionalizzazione della grande banca è stata scartata perché avrebbe fatto pesare rischi incalcolabili sulla Confederazione e sui contribuenti, avrebbe posto interrogativi sulle capacità di esecuzione e non avrebbe permesso di ristabilire la fiducia nel management. Anche il fallimento del CS non era una soluzione praticabile visto che avrebbe avuto ripercussioni sui privati e sulle imprese”. L’intervento di Ubs è sembrato dunque l’unica opzione percorribile “per ristabilire fiducia dei mercati”.

ll Fmi sul Credit Suisse

Che la situazione del Credit Suisse fosse particolarmente grave e pericolosa per tutti, lo testimoniano anche le parole del Fondo Monetario Internazionale nell’aggiornamento trimestrale del World Economic Outlook appena pubblicato.

“I fallimenti inattesi di due banche regionali negli Stati Uniti (Silicon Valley Bank e Signature Bank, ndr) e il crollo della fiducia in Credit Suisse – una banca rilevante nel mondo – hanno creato turbolenze sui mercati finanziari, con i depositanti e gli investitori intenti a rivalutare le sicurezza delle loro proprietà e a spostarle da istituzioni e investimenti percepiti come vulnerabili”, ha scritto nero su bianco l’organismo di Bretton Woods che poi, parlando della banca elvetica precisa: “La perdita di fiducia in Credit Suisse ha avuto come risultato un’acquisizione mediata. I titoli delle banche hanno subito una pressione estrema e, nonostante le decise azioni di sostegno al settore bancario, molti depositanti e investitori sono diventati molto sensibili a qualsiasi novità, vista la difficoltà di percepire l’ampiezza delle vulnerabilità delle banche e delle istituzioni finanziarie non bancarie e le loro implicazioni nel probabile percorso di breve periodo dell’economia”.

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