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Crédit Suisse, altri 1.500 licenziamenti

La Banca svizzera annuncia altri esuberi dopo quelli di luglio – Nel complesso i risparmi dovrebbero essere di due miliardi di franchi – Risultati trimestrali con segno positivo ma ampiamente sotto le attese.

Crédit Suisse, altri 1.500 licenziamenti

Gli utili crescono, i licenziamenti anche. Crédit Suisse ha annunciato il taglio di 1.500 posti di lavoro a seguito delle difficoltà registrate dalla divisione di intermediazione mobiliare, che ha registrato la prima perdita dal 2008. A luglio erano già stati annunciati 2.000 esuberi. Nel complesso, la forza lavoro si ridurrà così del 7%, per un risparmio stimato in due miliardi di franchi.

Intanto, la Banca svizzera ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto in rialzo del 12% a 683 milioni di franchi svizzeri (562 milioni di euro). Nonostante l’aumento si tratta di una cifra inferiore alle attese degli analisti, che stimavano un utile di 1 miliardo di franchi.

La performance è influenzata da alcuni accantonamenti: uno da 183 milioni per risolvere alcune questioni fiscali con la Germania e uno 295 milioni “legati alla questione fiscale negli Stati Uniti”. Sempre fra giugno e settembre i ricavi sono stati di 7,1 miliardi di franchi, in calo del 51,4% rispetto a un anno fa.

In Borsa il titolo di Crédit Suisse perde nelle prime battute oltre l’8% in un panorama particolarmente debole per i bancari europei.

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