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Covid: con Omicron la ripresa potrebbe rallentare

Secondo il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, è possibile che la variante Omicron rallenti la ripresa già a partire dal quarto trimestre 2021, ma le “conseguenze saranno più limitate rispetto al passato” – Draghi: “Finora in Italia nessun impatto”

Covid: con Omicron la ripresa potrebbe rallentare

Quali effetti avrà la contagiosissima variante Omicron sull’economia? La risposta ancora non c’è, ma la possibilità che l’aumento dei contagi e le conseguenti restrizioni imposte da molti Paesi Ue rallentino la ripresa economica già nell’ultimo trimestre del 2021 è concreta. Lo ha confermato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni,rispondendo ai giornalisti oggi a Bruxelles.

“Abbiamo ancora dati disaggregati e limitati”, ma “è possibile che nell’ultimo trimestre la velocità della ripresa possa rallentare. Esamineremo la situazione a gennaio e febbraio”, ha detto, Gentiloni, aggiungendo che “ieri l’Indice della fiducia economica dei consumatori nell’Ue mostrava un rallentamento (-1,4 in dicembre su novembre, ndr.), e questo è probabilmente connesso alle nuove misure restrittive”. “Sono ancora convinto – ha comunque precisato il commissario – che non assisteremo alle conseguenze economiche comparabili a quelle del primo lockdown; ma questo non significa che non dobbiamo monitorare molto da vicino la situazione”. 

Secondo Gentiloni, i vaccini stanno proteggendo non solo la salute dei cittadini, ma anche l’economia, dato che le conseguenze economiche di quanto sta accadendo saranno “molto più limitate”. “La ripresa magari rallenta un po’, ma “certamente prosegue”, ha concluso Gentiloni.Ha mostrato maggiore tranquillità, il presidente del Consiglio Mario Draghi, che nel corso della conferenza stampa di fine anno ha affermato: “È normale chiedersi, se la pandemia continua a diffondersi, se non potrà avere un impatto sulle previsioni di crescita del 2022. Finora non lo vediamo per l’Italia, mentre per la Germania ad esempio sì”, ha detto. Draghi ha sottolineato che i due Paesi stanno affrontando una situazione molto diversa. In Germania, infatti “i contagi sono più gravi che in Italia, gli indicatori di sentiment dei consumatori, degli investitori, degli imprenditori vertono in negativo in Germania. In Italia non abbiamo visto ancora nulla del genere. Molto dipende anche dal contenimento della pandemia. Quando dico che dobbiamo difendere la normalità, vuol dire che dobbiamo difendere anche la crescita, i posti di lavoro, prendere tutte le precauzioni possibili”, ha aggiunto.

Discorso simile per l’inflazione: “Dipende tutto dalla diffusione dell’epidemia: può essere che questo non abbia direttamente effetto sull’inflazione o può essere invece che si arrivi a una situazione – io non penso ci si arrivi – come quella dello scorso anno in cui le imprese devono chiudere. Allora l’offerta di prodotti diminuisce ma diminuisce anche la domanda. Quindi dovremo vedere, ci sono comunque altri fattori che influenzano l’inflazione ad oggi molto più significativi”, ha concluso il Premier.

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