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Coronavirus: ecco il piano di Trump per riaprire gli Usa

Mentre gli Usa registrano il numero più alto di morti mai toccato dall’inizio della pandemia di Coronavirus, Trump presenta il piano per riaprire gli Stati Uniti, ma specifica: “L’adesione è volontaria” – Ecco come il numero uno della Casa Bianca ha impostato la ripartenza per reagire a 22 milioni di disoccupati

Coronavirus: ecco il piano di Trump per riaprire gli Usa

Un piano in tre fasi per riaprire gli Stati Uniti alle prese con l’emergenza Coronavirus. Il Presidente Donald Trump ha presentato ai governatori degli Stati un documento di 18 pagine dal titolo “Opening Up America Again” all’interno del quale sono delineate le linee guida che consentiranno di riaprire gradualmente e “in maniera ponderata” scuole, negozi e uffici e di far ripartire l’economia statunitense, ferma a causa del lockdown imposto per combattere l’emergenza coronavirus. Si tratta, occorre specificarlo, di direttive non vincolanti che i Governatori, responsabili della Sanità all’interno dei loro Stati, possono decidere di seguire oppure no. La sottolineatura è obbligatoria date le polemiche nate negli ultimi giorni negli Stati Uniti.

Pochi giorni fa infatti, il numero uno della Casa Bianca aveva affermato di avere l’autorità di stabilire tramite decreto come, quando e se far ripartire gli Usa. Una dichiarazione che non corrisponde a realtà dato che – come detto – sono i Governatori a dover prendere le decisioni sulla Sanità all’interno dei loro territori. Trump è stato dunque costretto a fare un passo indietro, ammettendo apertamente che  “la scelta sarà loro”.

IL CORONAVIRUS NEGLI USA

Prima di scendere nei dettagli del piano di riapertura è doveroso un accenno alla situazione americana. Ad oggi gli Stati Uniti sono il primo Paese al mondo per numero di contagiati e di morti con  671mila positivi e oltre 33mila vittime. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Wall Street Journal, che analizza i numeri della Johns Hopkins University, il 16 aprile è stato finora il giorno peggiore con 4.591 morti e 31.551 nuovi contagi registrati in sole 24 ore. Tra gli Stati più colpiti dalla pandemia figurano: New York, Michigan, New Jersey e California. Anche oltre oceano si registrano problemi con i tamponi: secondo i dati solo l’1% delle popolazione che è stato sottoposto a esami per diagnosticare il coronavirus.

L’ECONOMIA SOFFRE

Negli Usa, come in Europa, la situazione economica è diventata preoccupante. In sole quattro settimane sono state presentate 22 milioni di nuove richieste di sussidi di disoccupazione e, secondo le stime, a giugno il tasso di disoccupazione potrebbe addirittura arrivare al 20%, una percentuale mai vista dai tempi della Grande Depressione.

A marzo le vendite al dettaglio hanno registrato un calo dell’8,7%, record assoluto, mentre la produzione industriale è scesa del 5,4%, il peggior ribasso dal 1946. Allarme sulle principali banche del Paese che nel primo trimestre del 2020 hanno praticamente dimezzato i loro utili. Secondo il Fmi, nel 2020 il Pil degli Usa potrebbe contrarsi del 5,9%.

IL PIANO DI TRUMP

Questi dati hanno spinto Donald Trump a presentare il piano di riapertura degli States proprio mentre i numeri della pandemia toccavano il loro picco negativo. 

“Il prossimo fronte nella nostra guerra è quello di aprire nuovamente l’America – ha detto il presidente Usa – l’America vuole essere aperta e così gli americani. Uno shutdown nazionale non è una soluzione sostenibile nel lungo periodo”. 

Il piano prevede un allentamento graduale delle restrizioni – da effettuare in tre diverse fasi distanziate l’una dall’altra di almeno 14 giorni – cui ogni Stato potrà aderire su base volontaria già a partire da domani. Parlando in parole povere, chi decide di riaprire potrà farlo seguendo le linee guida della Casa Bianca. Dovranno però esserci le condizioni per farlo, prima fra tutte: dati che dimostrano un chiaro declino del virus. 

“Non apriremo tutto in una volta, ma a piccole e attente tappe”, ha spiegato Trump rispondendo indirettamente al governatore di New York, Andrew Cuomo che poche ore prima aveva prolungato il lockdown nel suo Stato fino al prossimo 15 maggio. 

A livello generale il documento stabilisce che per passare da una fase all’altra gli Stati dovranno aspettare almeno 14 giorni durante i quali si dovrà registrare una riduzione del numero di contagiati accertati, ma anche di pazienti con sintomi riconducibili al Covid-19. Bisognerà inoltre dimostrare di avere la capacità di curare i pazienti negli ospedali e di poter effettuare test sul personale sanitario più a rischio. Tra le raccomandazioni figurano, oltre all’aumento dei tamponi, anche l’applicazione di contact tracing e di misure di distanziamento sociale. 

LA FASE 1

Per quanto riguarda le restrizioni, nella fase 1 rimarranno chiusi bar e scuole, mentre potranno riaprire, rispettando i protocolli di sicurezza, ristoranti, teatri, cinema, stadi, palestre e luoghi di culto. I cittadini dovranno continuare a rispettare le misure di distanziamento sociale nei luoghi pubblici, saranno vietati i raduni con più di dieci persone e incoraggiato lo smart working e rimarrà il divieto assoluto di viaggiare. 

LA FASE 2

Se dopo almeno 14 giorni la fase 1 sarà andata a buon fine si potrà passare alla fase due. Condizione imprescindibile: dimostrare che non ci sia stato un aumento dei contagi. Nella seconda fase potranno riaprire le scuole, i cittadini potranno viaggiare. Si potrà inoltre riprendere a viaggiare anche per motivi non essenziali. I bar potranno riaprire ma con pesanti limitazioni, mentre ai raduni pubblici potranno partecipare fino a 50 persone (nella prima erano 10). 

LA FASE 3

Nella terza fase, definita “new normal”, grazie all’identificazione e all’isolamento di possibili nuovi casi di contagio tutti i lavoratori potranno tornare nei loro uffici, saranno consentite le visite in ospedali e case di riposo, luoghi pubblici e strutture che potrebbero operare con alcune precauzioni. I bar potranno tornare a lavorare “come prima”.

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