Condividi

Conte, Zeman, Inzaghi: panchine bollenti

Il primo è stato premiato come il miglior allenatore italiano per il terzo anno consecutivo (davanti a Maurizio Sarri, artefice del miracolo Empoli), il secondo torna sulla panchina del Cagliari (riprendendo il posto che aveva lasciato a Gianfranco Zola), il terzo è più che mai in bilico su quella del Milan, anche se Berlusconi lo ha confermato.

Conte, Zeman, Inzaghi: panchine bollenti

Conte, Zeman, Inzaghi. Il primo si conferma il miglior allenatore italiano per il terzo anno consecutivo (davanti all’ex bancario Maruzio Sarri, artefice del miracolo Empoli), il secondo torna sulla panchina del Cagliari (riprendendo il posto che aveva lasciato a Gianfranco Zola), il terzo è più che mai in bilico su quella del Milan, anche se Berlusconi, con una telefonata in mattinata al diretto interessato, avrebbe dato il placet alla conferma probabilmente fino a fine anno.

Niente Brocchi, dunque, e neanche Tassotti. Se soluzione interna deve essere, tanto vale che si vada avanti con Inzaghi (salvo cataclismi nelle prossime gare): a giugno si ragionerà con calma sul nuovo ciclo, anche in base alle probabili novità societarie che allora aprirebbero, sì, ad altri allenatori, anche stranieri e di prestigio – senza offesa – più elevato di quello dell’esordiente ex attaccante rossonero.

Mentre SuperPippo soffre, ridono Conte e Zeman. Il ct della Nazionale italiana non vive un momento di enorme feeling con l’ambiente azzurro ma intanto incassa per la terza volta consecutiva la Panchina d’Oro, ovvero il “Pallone d’Oro” degli allenatori italiani, come era riuscito solo a Fabio Capello. “Grazie perché è la terza volta che ricevo questo premio molto molto ambito – ha detto l’ex allenatore della Juventus nel corso della cerimonia -. E’ un piacere riceverlo dai colleghi. La nostra scuola di tecnici è fra le migliori in assoluto. Ringrazio il mio staff che oggi è qui al completo, dietro i risultati di un tecnico ci deve essere un grande staff. Sono molto emozionato”.

Conte non ha risparmiato una velatissima frecciata al lavoro del suo predecessore Massimiliano Allegri: “Sul campionato, posso dire che mi attendevo un torneo più combattuto. Se questa Juve avesse la cattiveria della ‘mia’ Juve avrebbe 20 punti in più di vantaggio. In lungo e in largo la Juventus sta meritando questo primato in classifica, sta dimostrando di avere più di qualcosa rispetto agli altri”. 

A chiudere il lunedì delle panchine è invece l’ennesima rivalsa (successiva all’ennesimo esonero…) di Zdenek Zeman, che dopo essere stato silurato dal Cagliari a dicembre, per lasciare spazio a Gianfranco Zola, torna al suo posto per tentare a questo punto una complicatissima salvezza. Dopo una lunga serie di esperienze deludenti, in tervallata di recente solo dal laboratorio-Pescara in serie B, il boemo ha la grande occasione di conquistare un obiettivo e meritarsi, magari, una conferma per l’anno successivo. Due stagioni consecutive in un club: per un motivo o per un altro, non gli accade dal 1998, quando fu confermato dalla Roma per una seconda stagione dopo quella 1997-98. Da allora 11 squadre (compreso il bis alla Roma) e 11 esoneri.

Commenta