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Confindustria, Morelli: l’Italia non è un paese per giovani

Dal palco di Santa Margherita Ligure, il presidente dei Giovani imprenditori lancia quattro proposte al Governo: abbassare le tasse ai giovani, ridurre il cuneo contributivo per chi entra nel mercato del lavoro, abbattere l’Irap sulle nuove imprese e abolire il valore legale dei titoli di studio.

Confindustria, Morelli: l’Italia non è un paese per giovani

“E’ tempo di occuparci del futuro dell’Italia, oggi in ostaggio di egoismi generazionali e di una pervasiva gerontocrazia, antitesi della meritocrazia e pericoloso blocco alla crescita”. Una presa di posizione pesante, quasi da veterano, quella del neo presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli, che con queste parole ha aperto la tradizionale due giorni organizzata dall’associazione a Santa Margherita Ligure.

L’Italia, insomma, “non è un Paese per giovani – prosegue Morelli -. Stiamo sacrificando sull’altare dei diritti acquisiti quelli delle nuove generazioni”. Per queste ragioni, gli imprenditori in erba di Confindustria hanno messo nero su bianco quattro proposte di cui il Governo dovrà tenere conto in vista della riforma fiscale.

Innanzitutto, bisognerebbe “abbassare le tasse ai giovani”, perché “negli ultimi anni il salario reale di inserimento è sceso drammaticamente e a stipendi più bassi non hanno corrisposto carriere più rapide. La perdita di reddito è permanente e la disoccupazione giovanile è in crescita”.

Secondo punto: ridurre il cuneo contributivo per chi entra nel mercato del lavoro. “Innalzando rapidamente l’età di pensionamento verso i 70 anni – spiega ancora Morelli – si ridurrebbero gli oneri ai nuovi entranti”. Il sistema oggi “si tiene in equilibrio al costo di contributi previdenziali troppo elevati”.

Veniamo alle imprese. Per Morelli è necessario abbattere l’Irap sulle start-up. Una misura fondamentale “per stimolare l’imprenditorialità giovane come scelta di vita. Dobbiamo farlo subito, senza attendere l’entrata in vigore del federalismo fiscale”.

L’ultima proposta dei giovani di Viale dell’Astronomia ha a che fare con l’istruzione: vogliono che sia abolito il valore legale dei titoli di studio. Un provvedimento “necessario per avere università in competizione fra loro e competitive nel mondo. Già Luigi Einaudi aveva spiegato che l’effetto del valore legale è quello di trarre in inganno i diplomati medesimi”. Morelli ha concluso ricordando che dei tre milioni di studenti europei che compiono un anno di formazione all’estero “solo l’1,7% viene in Italia: i nostri cervelli smetteranno di fuggire solo quando riusciremo ad attrarre altri cervelli”.

Anche il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, è intervenuto al convegno di Santa Margherita Ligure. Leggi il discorso “La generazione perduta: il contributo dei giovani alla crescita economica”.


Pubblicato in: News

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