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Confindustria: balzo in avanti stime Pil. Ok da S&P

Anche Standard&Poor’s rivede le stime al rialzo. Il centro Studi confindustriale fa però rilevare che il quadro globale si sta facendo meno favorevole. Quanto pesa il rischio politico legato alle prossime elezioni politiche.

Confindustria: balzo in avanti stime Pil. Ok da S&P

(Reuters) Confindustria migliora decisamente la stima del Pil italiano per quest’anno e ritocca al rialzo quella del 2018, fotografando un’accelerazione dell’economia legata a export e investimenti, ma avverte che il quadro globale si sta facendo meno favorevole e che le elezioni politiche dell’anno prossimo spingeranno gli imprenditori alla cautela.

Il Centro studi di Confindustria (Csc) alza la stima del Pil 2017 all’1,3% dallo 0,8% stimato in dicembre. Una revisione, spiega il report “Scenari economici”, dovuta per due terzi “alle più alte statistiche rilasciate dall’Istat, un terzo incorpora l’innalzamento ulteriore degli indicatori qualitativi che fa intravedere incrementi più robusti di quanto prima atteso nei trimestri centrali”.

Il Pil del secondo e del terzo trimestre sono visti rispettivamente a +0,3% e +0,4% congiunturale.

Visto al rialzo di un decimo di punto il Pil 2018, all’1,1%, anche se il Csc avverte che la stima non incorpora la necessaria manovra: “Anche se fosse contenuta in 8 miliardi (grazie all’ulteriore flessibilità europea), essa abbasserebbe l’incremento del Pil sotto l’1%”.

Migliora anche il giudizio di Standard & Poor’s che ha rivisto le sue stime in rialzo all’1,2% da +0,9%.

Il governo punta a chiudere quest’anno con una crescita dell’1,1%, e l’obiettivo per il 2018 è dell’1%.

L’accelerazione dell’economia si deve a export (stimato in crescita del 4,6% quest’anno e del 3,9% il prossimo) e investimenti. Contribuisce poi il venir meno di elementi frenanti: lo stallo del commercio mondiale nel 2015-2016, la restrizione del credito, la profonda crisi dell’edilizia e gli invertenti di riduzione del deficit.

Confindustria però avverte: il quadro si farà via via “meno propizio, i margini hanno già iniziato a diminuire”, e nel 2018 “i timori sull’esito elettorale tenderanno a rendere più prudenti le decisioni delle imprese”, spiega Luca Paolazzi, direttore del Csc.

E se il differenziale di crescita col resto dei Paesi dell’eurozona si dimezza, “rimane comunque non piccolo”, segnala il report.

Il Csc vede il rapporto deficit/Pil al 2,3% quest’anno (dal 2,5%) e al 2,4% il prossimo (da 2,6%). Il debito è rivisto al 133,2% nel 2017 (da 133,4%), mentre resta invariata la stima per il 2018, al 133,7%.

Il tasso di disoccupazione quest’anno è dato all’11,2% (dall’11%) e al 10,7% nel 2018 (dal 10,5%).

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