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Confindustria avvisa il Governo: “Attenti a debito, Ilva e Tav”

Il numero uno degli industriali, Vincenzo Boccia, all’Assemblea annuale dell’associazione: “Va bene cambiare, ma non distruggere. Non sono chiare le risorse per le promesse elettorali” – Sulla Tav: “Rischio di enorme perdita di credibilità” – “Sull’Ilva non si può continuare a cambiare le carte in tavola” – “L’Italia vince solo se resta in Europa” – “Meno enfasi sulle pensioni”

Confindustria avvisa il Governo: “Attenti a debito, Ilva e Tav”

“Il nostro nemico rimane il debito pubblico: 2.300 miliardi che ci costano 63 miliardi l’anno”. Dal palco dell’assemblea annuale di Confindustria, il presidente dell’associazione, Vincenzo Boccia, lancia un messaggio chiaro alle forze politiche impegnate nella formazione del governo: “Va bene cambiare, ma senza distruggere”. Attenzione al debito pubblico – dice il leader degli industriali al nuovo potenziale governo – e difende le grandi opere come la Tav, mettendo in guardia sul rischio di bloccare la cessione dell’Ilva. Forte anche il richiamo all’Europa “imprescindibile”. Insomma, se non un avvertimento almeno un monito molto chiaro indirizzato a Lega e M5S. “Non è affatto chiaro – afferma Boccia – dove si recuperano le risorse per realizzare i tanti obiettivi e promesse elettorali“. La questione non è di poco conto, ecco perché “occorre una politica che rassicuri sulla graduale riduzione del debito pubblico creando le precondizioni per la crescita e la creazione di lavoro, vera missione del paese”.

“SENZA TAV SI CONDANNA PAESE A ISOLAMENTO”

Boccia ha detto che rimettere in discussione scelte strategiche sulle infrastrutture come la Tav o il terzo valico e il Tap significa condannare “il nostro paese, i suoi cittadini e le sue imprese, a una posizione di marginalità e di isolamento” senza contare “l’enorme perdita di credibilità. Le infrastrutture sono uno dei fattori d’investimento per la crescita dell’Italia ma sono anche parte di un grandissimo progetto europeo e per la Torino-Lione l’Italia si è battuta con vigore per assicurarsi che il passaggio avvenisse al di qua delle Alpi invece che a Nord, a Monaco in Germania. Queste infrastrutture portano lavoro, democrazia, commercio e crescita e possono dare centralità all’Italia”.

“SULL’ILVA NON È POSSIBILE CAMBIARE SEMPRE CARTE IN TAVOLA”

Per quanto riguarda l’Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d’Europa, Boccia stigmatizza l’intenzione di chiuderla, emersa nei giorni scorsi ma poi non inclusa nel contratto di governo fra Lega e Movimento 5 Stelle: “Quale messaggio diamo a un investitore, nazionale o straniero, con tutte queste incertezze? Premesso che tutto deve svolgersi nel rispetto delle persone e dell’ambiente, viene da chiedersi se sia possibile cambiare continuamente le carte in tavola, per di più nell’anno in cui entriamo nella top ten dell’attrattività internazionale”.

“L’ITALIA VINCE CON L’EUROPA E DENTRO L’EUROPA”

In merito alla collocazione internazionale del nostro Paese, il numero di Confindustria ritiene che “l’Italia possa vincere e avanzare solo con l’Europa e dentro l’Europa. Per difendere gli interessi dell’Italia diciamo forte e chiaro che c’è un aspetto sul quale non arretriamo e rivendichiamo una posizione di parte: si tratta dell’Europa, la nostra casa comune”.

“MENO ENFASI SULLE PENSIONI: LA MISSIONE È IL LAVORO”

Tornando alle politiche economiche che il prossimo governo sarà chiamato a mettere in cantiere, Boccia sostiene la necessità di “ridurre l’enfasi sulle pensioni”, perché “occorre ricucire lo strappo intergenerazionale” e spostare l’attenzione “sul lavoro, che deve acquisire una centralità assoluta. La missione di oggi, tanto attuale quanto ignorata, è una sola: si chiama lavoro”.

“SCRICCHIOLA LA FORZA DELLA RIPRESA IN ITALIA”

Sul versante della congiuntura, “nel primo trimestre si intravedono segni di rallentamento della crescita in Europa e scricchiola anche la forza della ripresa in Italia – sottolinea ancora Boccia – Diversi fattori esterni si stanno affacciando all’orizzonte senza promettere nulla di buono. Le tensioni nell’ambito del commercio internazionale, per l’Italia, tra i principali paesi esportatori al mondo, possono portare a un rallentamento, penalizzando le nostre imprese. Inoltre, il venir meno delle politiche ultra-espansive della Bce potrebbe rendere più costoso il finanziamento, sia pubblico, sia privato”.

“GOVERNO? IL CONTESTO CHE VIVIAMO INIZIA A PREOCCUPARCI”

Il leader degli industriali  non ha nascosto le preoccupazioni per la situazione politica: “Il contesto che viviamo inizia a preoccuparci. Bisogna avere senso di comunità e consapevolezza del momento delicato della vita del Paese. Occorrono saggezza, buon senso e consapevolezza delle nostre responsabilità. Del senso del limite. Bisogna trasformare la rabbia in passione e cambiare senza distruggere. La politica deve riappropriarsi del suo ruolo: non deve sommare e replicare le spinte che provengono dal basso, dalle rispettive basi elettorali. In politica come in economia, ci vuole pazienza e anche coraggio e lungimiranza. C’è differenza tra il modo di fare di chi ha bisogno di raccogliere il consenso tutto e subito, in un orizzonte corto e e di perenne campagna elettorale, e quello di chi pensa alle generazioni future”.

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