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Concessioni balneari, le novità: gare pubbliche, investimenti e freno prezzi lettini e ombrelloni in spiaggia

Dal 2024 le spiagge saranno aggiudicate tramite gara con alcuni criteri di salvaguardia per i piccoli concessionari – Si spinge sugli investimenti e stop al rincaro delle tariffe

Concessioni balneari, le novità: gare pubbliche, investimenti e freno prezzi lettini e ombrelloni in spiaggia

Nuove regole per le spiagge: stop al regime di proroga delle concessioni balneari, forte spinta sugli investimenti e freno al “caro-ombrellone” a tutela dei consumatori e del turismo estivo. È la linea adottata dal Consiglio dei ministri sul controverso e spinoso dossier balneari. Così l’esecutivo ha scelto la strada delle aste pubbliche, in linea con le raccomandazioni di Bruxelles anche per scongiurare la maxi sanzione legata alla procedura di infrazione dell’Ue e non intralciare la riforma della concorrenza fondamentale per le risorse del Pnrr (Piano di ripresa e resilienza). La riforma delle concessioni demaniali balneari sarà introdotta con un emendamento al ddl sulla concorrenza attualmente all’esame del Senato. La norma prevede anche misure “paracadute” per i piccoli proprietari di lidi balneari e per chi ha mutui da sostenere per gli investimenti recenti.

Concessioni balneari: cosa cambia

Niente più proroghe illimitate come stabilito dalla storica sentenza del Consiglio di Stato del 20 ottobre scorso: le spiagge dal 1° gennaio 2024 dovranno essere riassegnate tramite gara. Non ci sarà più quella situazione di mantenimento della proprietà che si era vista sino ad ora, ma tutti gli attuali detentori della concessione così come gruppi, soggetti o investitori stranieri potranno partecipare alla gara per aggiudicarsi il lido balneare.

Per cercare di rendere questa operazione il meno traumatica possibile premiano e cercano di salvaguardare coloro che nel corso degli anni hanno detenuto e investito su queste concessioni attraverso un sistema di punteggio finale per l’assegnazione dei lidi balneari che terrà conto di tre aspetti: gli investimenti fatti nel passato, quelli programmati e in terza battuta la proposta commerciale per anni oggetto di speculazioni. Ma gli attuali gestori restano comunque contrari all’intervento.

La novità riguarda l’inserimento di un vincolo preciso per tutti coloro che parteciperanno alle gare: gli investimenti dovranno essere programmati e dichiarati. Dunque, per avere la concessione sarà necessario dimostrare come si intende migliorare il servizio, come si vuole remunerare l’investimento ma anche tutelare chi li ha fatti dando un vantaggio nella gara. L’intenzione dell’esecutivo è di tutelare gli “interessi legittimi” dei proprietari dei piccoli stabilimenti, ma anche di spingere gli investimenti in modo da calmierare i prezzi e migliorare i servizi per i consumatori.

Concessioni e gare dividono i partiti

A distanza di 16 anni dall’approvazione della direttiva europea, che impone bandi di gara per favorire la concorrenza, si chiude il capitolo delle concessioni demaniali balneari. Un tema dibattuto ma non più prorogabile dato i continui richiami dell’Europa al nostro Paese per recepire la direttiva Bolkestein. Un fattore che si scontrava con un altro problema: l’interesse degli operatori di settore. Trovare un punto di incontro tra diritto e dovere, tutelando da un lato i principi della concorrenza e dall’altro quello di chi ha investito in un settore strategico per il Paese, con forte ricadute sul Pil, non era scontato ma necessario.

E se da una parte la maggioranza si trovava d’accordo sulla necessità di un pacchetto di norme per riformare il sistema spiagge, dall’altra i partiti si dividevano sulle soluzioni. Lega e Fdi in primis per la conservazione dei diritti acquisiti dei concessionari, ma il Carroccio ha scelto di non sostenere la mozione presentata da Giorgia Meloni per escludere i balneari (e anche gli ambulanti) dalla direttiva Bolkestein e di prorogare di altri 15 anni le concessioni. Il M5s invece era favorevole alla riassegnazione pubblica, mentre il Pd è rimasto più neutro chiedendo di affrontare la delicata questione “senza guerre ideologiche” ma cercando “di fare chiarezza su un settore strategico” dove invece finora hanno regnato “confusione e incertezza”.

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