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Commissione banche: Mattarella firma, ma detta le regole

Il Presidente della Repubblica ha scritto una lettera ai presidenti di Camera e Senato con la quale pone precisi paletti all’operato della Commissione d’inchiesta voluta da Lega e M5S – “Il Parlamento è sovrano ma no a sfociare in un controllo sul credito, è contrario alla Costituzione”.

Commissione banche: Mattarella firma, ma detta le regole

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cede sulla commissione d’inchiesta sulle banche, ma fissa precisi paletti. Dopo l’alt di ieri, 28 marzo, il Capo dello Stato ha promulgato la legge che istituisce la “Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario”.

Il via libera è stato però accompagnato da una lettera dai toni molto fermi, indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, che esprime a chiare lettere tutte le perplessità del Presidente su quest’iniziativa voluta da Lega e 5 Stelle. Questi ultimi, tra l’altro, avrebbero voluto mettere a capo della Commissione il giornalista Gianluigi Paragone. Difficile però che questa volontà si realizzi dopo il duro monito del Quirinale.

“L’ambito dei compiti attribuiti alla Commissione – precisa Mattarella – non riguarda l’accertamento di vicende e comportamenti che hanno provocato crisi di istituti bancari o la verifica delle iniziative assunte per farvi fronte, ma concerne – insieme al sistema bancario e finanziario nella sua interezza – tutte le banche, anche quelle non coinvolte nella crisi e che svolgono con regolarità la propria attività”.

“Non è in alcun modo in discussione, ovviamente, il potere del Parlamento di istituire commissioni di inchiesta” continua la lettera, nella quale si specifica però che “non può, tuttavia, passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l’altro, previsto che la Commissione possa ‘analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento’. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell’attività creditizia“, sottolinea Mattarella.

Questo perché “l’eventualità che soggetti, partecipi dell’alta funzione parlamentare ma pur sempre portatori di interessi politici, possano, anche involontariamente, condizionare, direttamente o indirettamente, le banche nell’esercizio del credito, nell’erogazione di finanziamenti o di mutui e le società per quanto riguarda le scelte di investimento si colloca decisamente al di fuori dei criteri che ispirano le norme della Costituzione”, scrive il Quirinale.

Una lettera che non lascia spazio a dubbi, con le quale, il presidente della Repubblica, nonostante la firma, detta le condizioni sull’operato di un organismo che secondo lui, rischia di “sovrapporsi – quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato – all’esercizio dei compiti propri di Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito, da norme dell’ordinamento italiano e da disposizioni dell’Unione Europea, vincolanti sulla base dei relativi trattati”.

Le ragioni dei dubbi del Colle sulla Commissione d’inchiesta, voluta dai partiti al Governo per mettere sotto accusa il sistema bancario, erano già note e affondano le loro radici nella storia parlamentare che ha finora riservato le Commissioni d’inchiesta, che hanno gli stessi poteri della magistratura e quindi anche quello di arrestare seduta stante un teste considerato reticente, solo a fenomeni malavitosi come la mafia o il terrorismo. La preoccupazione del Colle è che questo organismo possa screditare l’intero sistema bancario insinuando il dubbio che quelli delle banche o delle Autorità di vigilanza siano stati o siano indiscriminatamente comportamenti truffaldini, scorretti e lesivi dei diritti dei risparmiatori e dei cittadini.

“Il principio di non interferenza e quello di leale collaborazione vanno affermati anche nei rapporti tra inchiesta parlamentare e inchiesta giudiziaria”, mette in chiaro Mattarella, secondo cui “l’inchiesta non deve tuttavia influire sul normale corso della giustizia ed è precluso all’organo parlamentare l’accertamento delle modalità di esercizio della funzione giurisdizionale e le relative responsabilità“.

 

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