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Cina: Xi Jinping confermato per il terzo mandato, ma resta il giallo dell’allontanamento di Hu Jintao

Il presidente resta anche a capo dell’esercito – Nel comitato i suoi fedelissimi, fuori tutti i rivali – Xi: “Il Mondo ha bisogno di noi, la Cina continuerà ad aprirsi”

Cina: Xi Jinping confermato per il terzo mandato, ma resta il giallo dell’allontanamento di Hu Jintao

Nessuno come lui. Il presidente Xi Jinping è stato confermato per un tanto storico quanto inedito terzo mandato come segretario generale del Partito comunista cinese. Lo ha annunciato lo stesso Xi, incontrando i media cinesi e internazionali al termine della prima plenaria del XX Comitato centrale. Il presidente resta a capo della Commissione militare centrale (l’esercito) come commander-in-chief delle forze armate cinesi. 

Xi è al potere dal 2012 e rimarrà in carica per altri 5 anni, rompendo una tradizione che fino ad oggi aveva visto i leader del Pcc restare al comando per 10 anni.

Le parole di Xi Jinping

“Solo le difficoltà portano alla grandezza, solo la fatica porta alla gloria”, ha affermato nel corso della conferenza stampa di presentazione della sua nuova squadra. “Il percorso davanti a noi è arduo, ma raggiungeremo la destinazione. Non saremo spaventati da pericolose tempeste. Avremo sempre il sostegno del popolo e continueremo il duro lavoro per l’aspirazione di una vita migliore”.

Il mondo ha bisogno della Cina“, dice. “La Cina non può svilupparsi senza il mondo, e anche il mondo ha bisogno della Cina”, elogiando i “due miracoli” raggiunti dal Paese: “un rapido sviluppo economico e una stabilità sociale a lungo termine”. La Cina continuerà “ad aprirsi, perché nessuno può chiudersi. Continueremo il duro lavoro per i nuovi obiettivi”, ha concluso.

I membri del Comitato permanente 

La risoluzione per la modifica della Costituzione del Pcc approvata sabato sottolinea l’importanza per tutti i membri del Partito Comunista Cinese di stabilire Xi Jinping in posizione di “nucleo” del Comitato Centrale e dell’intero partito e di stabilire il “ruolo guida” del suo contributo ideologico, il “pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era”, già iscritto nella Costituzione del partito al Congresso del 2017. Insomma, Xi Jinping è diventato ancora di più un leader incontrastato e incontrastabile. 

Nel suo “cerchio Magico” Xi piazza gli alleati più fedeli, tra i quali spicca Li Qiang, suo “vice” è capo del Partito a Shanghai, premiato nonostante la disastrosa gestione del lockdown. Seguono Zhao Leji, il volto della grande grande campagna anti-corruzione, e Wang Huning, l’ideologo del Partito, che diventa numero 4 della gerarchia. 

Quinto e sesto posto in gerarchia per due debuttanti: il primo è Cai Qi, capo del Partito della capitale Pechino, il secondo Ding Xuexiang, capo dello staff di Xi. Ultima posizione per Li Xi, Segretario della provincia del Guangdong.

Fuori i due rivali: il primo ministro Li Keqiang, ex numero due della gerarchia, e Wang Yang, che era indicato come suo successore.

Il giallo di Hu Jintao

A sorprendere il mondo sono però state le immagini che mostrano l’allontanamento dell’ex presidente Hu Jintao dalla Grande Sala del Popolo, tempio della politica cinese su piazza Tiananmen, durante la cerimonia di chiusura. Una mossa rimasta senza spiegazioni per molte ore e non ripresa dalle telecamere dei media statali cinesi, ma solo da quelli internazionali.

La versione ufficiale sostiene che l’ex leader cinese “non si sentiva bene” ed è dunque stato costretto a lasciare l’auditorium della Grande sala del popolo.

Quando “non si è sentito bene durante la sessione, il suo staff, per la sua salute, lo ha accompagnato in una stanza accanto al luogo dell’incontro per riposarsi. E ora sta molto meglio”, ha riferito il reporter  di Xinhua, Liu Jiawen. 

Una versione che però non convince del tutto, tanto che tutti i media internazionali continuano a parlare di “mistero”. L’uscita di scena di Hu Jintao conferma comunque, se mai ce ne fosse bisogno, che Xi Jinping non ha e non intende avere avversari.

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