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Cina, non si ferma la frana della Borsa: mille miliardi di dollari in fuga dagli Emerging

Anche oggi in forte ribasso i listini cinesi – Nell’ultimo anno mille miliardi di dollari in fuga dai mercati emergenti – L’Europa tiene e i Btp vanno meglio dei Bonos spagnoli – Decisivo oggi il voto del Parlamento tedesco sul piano di aiuti alla Grecia – I deludenti conti di Wal-Mart frenano Wall Street – A Piazza Affari la Lazio fa sorridere Mediaset

Cina, non si ferma la frana della Borsa: mille miliardi di dollari in fuga dagli Emerging

Partenza all’insegna della volatilità di una giornata finanziaria che si annuncia calda. A Berlino Angela Merkel affronta, con non poche incognite, il voto sul pacchetto di aiuti alla Grecia: l’approvazione è scontata, ma a prezzo di forti defezioni nelle fila della maggioranza. 

In serata saranno pubblicati i verbali della riunione della Fed di luglio, da cui si potrà capire qualcosa in più degli orientamenti della Banca centrale americana. 

Ma l’attenzione è concentrata sulla crisi cinese che ha ormai contagiato buona parte delle economie emergenti, oltre ai mercati delle commodities.  

Stamane la frana continua , in una seduta ad altissima volatilità. Ad un’ora dalla chiusura Shanghai perde il 4% circa dopo aver segnato un minimo a -5,1%. Nonostante i forti acquisti in arrivo da Pechino (circa 150 miliardi di dollari) la Borsa segna solo un modesto +3,5% dall’8 luglio, data d’avvio degli interventi. E il mercato teme che i sostegni siano finiti.

MILLE MILIARDI DI DOLLARI IN FUGA DAGLI EMERGENTI 

Dal luglio 2014 ad oggi più di mille miliardi di dollari sono usciti dai mercati emergenti e dalla Cina. Le dimensioni di questa fuga di capitali, circa il doppio di quanto si era verificato durante la crisi finanziaria del 2009, aiutano a spiegare la violenza della tempesta valutaria in corso: sui listini incombe la prospettiva della frenata della crescita, provocata dalla fuga dei capitali. “Lo yuan debole combinato con il cambio di passo della politica della Fed impone una revisione del rischio su tutti gli assets della regione” ammonisce un report della National Bank of Australia. 

 L’indice Morgan Stanley Capital Index Emeging Market -0,4% è sceso stamattina, dopo il quarto calo consecutivo sui minimi degli ultimi 4 anni, da inizio 2015 perde l’11% circa. Le Borse peggiori della giornata sono Taiwan (-1,7%) e la Corea del Sud (-1,5%). Perdono colpi anche Hong Kong (-1%) e Tokyo (-0,5%).  

Il dollaro sta schiacciando le principali valute dell’Asia, soffrono anche le monete dei paesi produttori di materie prime. La rupia indiana si svaluta a 65,31 sul dollaro, minimi dal 2013. Il ringgit malese e la rupia indonesiana sono sui minimi storici . Minimi storici sul dollaro anche per la lira turca e per il rand del Sud Africa. Stamane il Vietnam ha svalutato il dong dell’1%.

WAL MART FRENA WALL STREET. PETROLIO ANCORA DEBOLE

Contenuto l’effetto della crisi sui listini Usa. L’indice Dow Jones è arretrato circa dello 0,19%,S&P 500 dello 0,26% e il Nasdaq dello 0,7%.. A condizionare la seduta è stata la caduta di Wal Mart (-3,4%, ai minimi da due anni e mezzo) dopo la revisione al ribasso delle previsioni sulle vendite 2015. 

Modesto rimbalzo del petrolio: il Wti è salito di 75 cent a 42,62 dollari al barile, per le ricoperture a breve degli investitori. Anche il Brent ha virato nel finale guadagnando 23 cent a 48,97 dollari al barile. Deboli ieri i petroliferi in Piazza Affari: Eni -0,,7%, Tenaris -1,8%, Saipem -1,1%. 

EUROPA STABILE. BTP MEGLIO DEI BONOS SPAGNOLI

Le Borse europee fluttuano sulla parità mentre intorno c’è burrasca. L’indice Ftse Mib perde lo 0,1%. Parigi è in calo dello 0,2%, Francoforte dello 0,1%. Madrid guadagna lo 0,1%. Pochi movimenti sul mercato del debito. Il rendimento del decennale di Madrid, 1,948%, ha superato di 18 punti base quello dei Btp italiani: pesa l’incognita del prossimo voto politico spagnolo. 

UNICREDIT COMPRA LE AZIONI DI ION TIRIAC 

Tra le banche italiane ha prevalso il segno più. Unicredit chiude a +0,16%. Da ieri la Tiriac Bank, creata nel 1991 da Ion Tiriac, ha cambiato nome in Unicredit bank, dopo l’acquisizione della quota di minoranza nell’istituto. Il 45%, finora in mano all’ex campione di tennis. L’operazione si aggira sui 700 milioni di euro. 

Intesa sale dello 0,5% come Bpm. Mediobanca +0,6%. In terreno negativo Monte Paschi (-0,72%) e Bper (-0,18%).

VOCI DI INTERESSE USA, VOLA PRELIOS

Nel resto del listino da segnalare lo sprint di Prelios (+20%) sull’onda dell’interesse ad entrare nel capitale dell’americana Starwood Capital, del fondo Quantum strategic partners gestito dal Soros fund managament e di Cb Richard Ellis. In evidenza nel settore anche Risanamento (+5%) e Aedes (+4,65%). 

LA LAZIO FA SORRIDERE MEDIASET 

Avanza Mediaset (+0,4%). La vittoria della Lazio contro il Leverkusen è una buona notizia per Premium, che controlla i diritti sulla Champions League. Telecom Italia +0,7%. 

Tra gli industriali proseguono le vendite su CNH Industrial (-2,2%). In terreno negativo anche Finmeccanica (-1,5%), Fiat Chrysler (-0,1%) e Prysmian (-0,4%). Rimbalza ,Piaggio (+4%).

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