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Chip, cosa prevede il piano Ue sui semiconduttori: sul piatto 43 miliardi

Bruxelles ha presentato un piano che mira a rendere l’Ue più competitiva e indipendente sui chip. Ecco tutto ciò che c’è da sapere

Chip, cosa prevede il piano Ue sui semiconduttori: sul piatto 43 miliardi

Indipendenza e competitività. Sono questi gli obiettivi che l’Unione Europea intende raggiungere nel mercato dei chip. Per questo motivo, la commissione Ue ha approvato l’European Chips Act, un piano da 43 miliardi di euro che punta a raddoppiare la quota di mercato europea nella produzione di semiconduttori, portandola al 20% entro il 2030.

“Questa iniziativa cambierà le carte in tavola per la competitività globale del mercato unico europeo” ha annunciato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, spiegando che “a breve termine, la strategia che presentiamo oggi rafforzerà la nostra resilienza dinanzi a crisi future, permettendoci di evitare interruzioni della catena di approvvigionamento. Nel medio termine, contribuirà a rendere l’Europa un leader industriale in questo settore strategico”.

La pandemia e la carenza di chip 

Non solo smartphone e computer. Quanto i chip siano diventati importanti per l’economia globale si è visto chiaramente durante la pandemia. Un periodo in cui la carenza mondiale di semiconduttori ha portato alla chiusura di centinaia di stabilimenti, mandando in crisi diversi settori già alle prese con gli effetti economici del Covid-19. Uno su tutti è quello automobilistico, la cui produzione in alcuni Stati membri è calata di un terzo nel 2021 a causa dei colli di bottiglia negli approvvigionamenti dall’Asia. 

“Ciò ha reso ancor più evidente l’estrema dipendenza globale della catena del valore dei semiconduttori da un numero molto limitato di operatori in un contesto geopolitico complesso, ma ha anche dimostrato l’importanza dei semiconduttori per la società e l’industria europee nel loro complesso”, sottolinea Bruxelles in una nota

Il mercato dei chip

Attualmente il mercato è dominato dall’Asia, con Taiwan, Singapore, Giappone, Corea del Sud e Cina a dividersi la stragrande maggioranza – quasi l’80% – delle quote di mercato. Il 12% delle quote è invece in mano agli Stati Uniti dove venerdì scorso la Camera ha approvato il Chips Bill, un piano da 52 miliardi di dollari che mira a rivitalizzare l’industria americana di semiconduttori, riportandola ai fasti degli anni ‘90, quando gli Usa rappresentavano quasi il 40% del mercato. 

All’Unione europea rimane dunque una fetta di mercato risicata, pari al 9%, che la rende fortemente dipendente da fornitori terzi e vulnerabile di fronte alle decisioni dei produttori asiatici.

Cosa prevede l’European Chips Act

Di fronte a queste percentuali appare chiaro come l’Ue abbia bisogno di diventare più competitiva, puntando su una tecnologia che nel futuro diventerà sempre più importante. A questo scopo, la Commissione europea ha approvato oggi l’European Chips Act, una strategia che intende mobilitare 43 miliardi di euro di fondi pubblici e privati per la produzione di semiconduttori.

“Si tratta di 15 miliardi di investimenti pubblici e privati aggiuntivi entro il 2030, oltre ai 30 miliardi già previsti da Next Generation Eu, da Horizon Europe e dai bilanci nazionali”, ha precisato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. L’Eu Chips Act cambierà le regole del gioco“, ha aggiunto.

Nei dettagli, 11 miliardi serviranno a “rafforzare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione esistenti, garantire la diffusione di strumenti semiconduttori avanzati, creare linee pilota per la realizzazione di prototipi, la sperimentazione e il test di nuovi dispositivi per applicazioni della vita reale innovative”, fa sapere Bruxelles. Saranno inoltre predisposti un nuovo quadro normativo volto a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per monitorare la situazione, stimare la domanda e anticipare le eventuali carenze. Stabilita inoltre la creazione di un fondo per i chip che faciliterà l’accesso ai finanziamenti per le start-up. L’iniziativa presentata da Bruxelles prevede infine la possibilità di aiuti pubblici “necessari e proporzionati”, ma solo per gli impianti considerati innovativi. 

“Con lo European Chips Act vogliamo fare dell’Ue un leader industriale in questo mercato strategico, ci siamo prefissati l’obiettivo di avere nel 2030 qui in Europa il 20% della quota di mercato globale della produzione di chip, ora siamo al 9%, ma durante questo periodo la domanda raddoppierà, questo significa quadruplicare i nostri sforzi”, ha detto von Der Leyen. 

Le prossime mosse

Presentato il disegno di legge, la parola passa al Parlamento europeo e agli Stati membri che dovranno discutere le proposte della Commissione contenute European Chips Act, secondo la procedura legislativa ordinaria. Se adottato, il regolamento sarà direttamente applicabile in tutta l’Unione Europea. 

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