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Chimica, maxi fusione Clariant-Huntsman

Si creerà un leader nelle specialità chimiche a livello globale con un valore complessivo, incluso il debito, di 20 miliardi di dollari.

Chimica, maxi fusione Clariant-Huntsman

Nuova maxifusione nel settore chimico con il progetto di nozze tra la svizzera Clariant e l’americana Huntsman, che creera’ un leader nelle specialita’ chimiche a livello globale con un valore complessivo, incluso il debito, per 20 miliardi di dollari. Lo hanno reso noto i due partner. La nuova societa’, in cui Clariant deterra’ il 52%, mentre il resto sara’ in mano ad Huntsman, si chiamera’ Huntsmanclariant e a guidarlo sara’ Peter Huntsman, attuale ceo dell’azienda texana. Hariolf Kottman, numero uno di Clariant, diventera’ invece presidente. Le sinergie dell’operazione, che dovrebbe essere formalizzata entro fine anno, sono stimate a oltre 400 milioni di dollari all’anno. La nuova entita’, che sara’ quotata alla Borsa di Zurigo e sul New York Stock Exchange, sara’ attiva in oltre 10 Paesi con 32mila addetti, un fatturato superiore a 13 miliardi di dollari e un Ebitda per 2,3 miliardi. Nel cda ci sara’ una uguale rappresentanza delle due societa’.

Il quartier generale sara’ a Pratteln, in Svizzera, e quello operativo a The Woodlands, in Texas. Kottmann ha affermato: ‘e’ il deal perfetto al momento giusto. Clariant e Huntsman si alleano per estendere la loro presenza a livello globale, avere piu’ potere di innovazione e nuove possibilita’ di crescita’, mentre Huntsman ha indicato che ‘assieme creeremo un leader globale nelle specialita’ chimiche con un bilancio complessivo che fornisce grande stabilita’ finanziaria e flessibilita”. L’annuncio e’ stato accolto con favore alla Borsa di Zurigo, dove i titoli Clariant guadagnano quasi l’8% a 22,48 franchi. Il settore chimico e’ oggetto di un profondo rivolgimento con la fusione tra Dow Chemical e Dupont che togliera’ la leadership mondiale alla tedesca Basf e la svizzera Syngenta che sara’ acquisita dalla cinese Chemchina, mentre Bayer vuole rilevare Monsanto per 66 miliardi di dollari e l’olandese Akzo Nobel cerca di difendersi dalle mire dell’americana Ppg Industries, di cui ha respinto una terza offerta pari a 22 miliardi di dollari.

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