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Che fine ha fatto il metaverso? Il nuovo trend è l’intelligenza artificiale: attira utenti e rende felici gli investitori

Le Big Tech accantonano il metaverso e preferiscono investire miliardi sull’intelligenza artificiale: la nuova frontiera del digitale per non rischiare l’estinzione. Però Musk avverte “corsa pericolosa, rallentare”

Che fine ha fatto il metaverso? Il nuovo trend è l’intelligenza artificiale: attira utenti e rende felici gli investitori

Il rally del futuristico business del metaverso è già finito? Così sembrerebbe visto che sempre più aziende decidono di cavalcare l’evoluzione più avanzata dell’intelligenza artificiale (IA), il trend del momento. È anche vero che il confronto con l’intelligenza artificiale è “crudele” poiché si tratta di tecnologie molto diverse tra loro e con scopi differenti. Il metaverso è un ambiente virtuale in cui gli utenti possono interagire e comunicare tra loro, mentre l’IA si riferisce a un sistema di intelligenza creato attraverso l’uso di algoritmi e dati. Inoltre, a differenza del metaverso, che è entrato nei dizionari tramite il romanzo di fantascienza distopico di Neal Stephenson del 1992 “Snow”, le prime tracce di intelligenza artificiale come disciplina scientifica risalgono agli anni Cinquanta. Negli ultimi dieci anni, i successi ottenuti nel campo dell’IA hanno portato a grandi balzi in avanti, venendo integrati con enorme successo in un numero sempre crescente di ambiti, fino a diventare il fenomeno di inizio 2023 grazie a ChatGpt – l’intelligenza generativa finanziata da Microsoft – di OpenAI.

L’impegno di una nuova terra promessa del digitale, in grado di cambiare radicalmente il mondo di internet e di conseguenza le nostre vite, al momento fatica a tramutarsi in realtà e in ogni caso ci vorranno ancora anni prima di poter vivere un’esperienza realmente appagante. Ma i problemi del metaverso iniziano dalle aspettative di gran lunga superiori allo stato di avanzamento e adozione dei vari progetti e applicazioni.

Si tratta quindi di una delle tante bolle tech che sono durate pochi anni o addirittura mesi (come le dot-com)? È pur vero che in genere è questo tipo di percezione che accompagna i nuovi trend, proprio come è successo per l’intelligenza artificiale che si sta affermando veramente soltanto oggi. Dunque è presto per dire che il metaverso sia già morto ancor prima di nascere. Ma scetticismo o meno, è un dato di fatto che tutto il settore tecnologico si stia ricredendo sulle sue potenzialità. Ed è interessante capire perché la sua popolarità sta diminuendo così velocemente.

Metaverso: fantasia, fantascienza o realtà?

Il metaverso è un concetto vago anche perché vari attori del mondo tecnologico gli danno significati diversi. Zuckerberg lo definisce “un Internet incarnato in cui invece di visualizzare il contenuto ci sei dentro”. Microsoft come “un mondo digitale persistente abitato da gemelli digitali di persone, luoghi e cose”. Ma rispetto alla realtà virtuale, rimane ancora oggi un concetto complesso avvolto in un alone di mistero. E come può evolversi se nemmeno il concetto è chiaro? Infatti, fino a questo momento non ha fatto una grande presa tra i consumatori, anche per le difficoltà oggettive riscontrate nell’utilizzo della sua tecnologia.

Anche se il metaverso sembra così avveniristico e tecnologico molti credono ancora che sarà la prossima grande rivoluzione dell’interazione online, ma il suo futuro è ancora tutto da scrivere. 

L’intelligenza artificiale: il nostro passato, presente e futuro

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha preso d’assalto molte aree della nostra vita quotidiana. Dalle auto a guida autonoma alla raccomandazione di prodotti online fino al mercato azionario, alla medicina e alla robotica, l’IA ha dimostrato di poter rivoluzionare il nostro modo di vivere. Ma che cos’è?

L’intelligenza artificiale è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. L’IA consente ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi, e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati (già preparati o raccolti tramite sensori), li processa e risponde. I sistemi di IA sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia.

Le Big Tech bocciano il metaverso e promuovono l’IA

I ripensamenti hanno coinvolto anche la società che più di tutte ha scommesso il suo futuro su questa visione, vale a dire Meta che ne ha basato anche il suo rebranding e ha investito decine di miliardi di dollari. Nel presentare i conti nel 2021, Zuckerberg aveva iniziato la sua call con gli analisti presentando l’avveniristico mondo digitale già nella prima frase del discorso: “Abbiamo cambiato nome in Meta ed esposto così la nostra idea di metaverso”. Due anni dopo invece il sogno del metaverso si è trasformato in un incubo e viene citato come “l’ultima area di investimento di lungo termine” all’interno di una lista che punterà prevalentemente sulla ricerca e sviluppo dell’IA.

Poi è stata la volta di Microsoft che ha preferito puntare miliardi su ChatGpt e ultima in ordine di tempo la Disney che solo un anno fa prometteva grandi traguardi, ma è rimasta a un punto morto. E non è il momento di investimenti “folli” in questo periodo ansioso per l’economia globale. Meglio puntare sull’IA che consente un guadagno nel breve termine, attira nuovi utenti e rende felici gli investitori.

Ma la febbre da IA è ormai fuori controllo. Tanto che Elon Musk e oltre 1.000 fra ricercatori e manager hanno chiesto una “pausa” di sei mesi nello sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale generativa per fermare quella che definiscono una “pericolosa” corsa che nessuno – nemmeno i loro creatori – è in grado di comprendere, prevedere o controllare in modo affidabile.

Ancora una volta, le aziende tecnologiche stanno guardando le foglie di tè e indovinando un futuro tecnologico. In genere, non sorprende, è un futuro redditizio per loro.

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