Condividi

Champions: Juve e Roma, due sconfitte amare ma indolori

La Juve perde in Svizzera contro lo Young Boys ma passa agli ottavi chiudendo il girone da capolista grazie alla sconfitta del Manchester United a Valencia – La Roma perde anche con il Viktoria Plzen e si qualifica qualifica ma la panchina di Di Francesco traballa sempre di più

Champions: Juve e Roma, due sconfitte amare ma indolori

Due sconfitte indolori, ma pur sempre sconfitte. Juventus e Roma chiudono male una due giorni di Champions terribile per il nostro calcio, seppur con la consolazione (non certo da poco) di aver raggiunto da tempo gli ottavi di finale. E’ questo ciò che più conta, ci mancherebbe, specialmente per i bianconeri, primi in classifica e dunque attesi da un sorteggio con meno insidie, eppure l’aver chiuso i gironi con due ko con Young Boys e Viktoria Plzen dà fastidio e lascia una sorta di amaro in bocca. Possibile che le nostre squadre non riescano a evitarsi certe figuracce?

“Perdere dispiace sempre – ha ammesso Allegri in conferenza stampa. – Diciamo che abbiamo scelto quando farlo senza pagarne le conseguenze. Abbiamo chiuso il girone da primi ed è comunque un risultato meritato”.

Già, eppure la Signora, più che a sé stessa, deve dire grazie al Valencia, capace di battere il Manchester United di Mourinho nonostante la totale assenza di stimoli. E’ stato questo, alla luce del risultato di Berna, a mantenere i bianconeri in cima al girone, condizione fondamentale per presentarsi ai sorteggi con un po’ più di tranquillità.

Lunedì a Nyon potrebbe uscire una tra Schalke 04, Ajax e Lione, ma anche Atletico Madrid, Tottenham e Liverpool: insomma, molto dipenderà dalla fortuna però è giusto sottolineare come agli ottavi servirà una Juve superiore a quella vista nei gironi, capace di rimediare due sconfitte in sei partite con Manchester United e, appunto, Young Boys.

Partita insufficiente quella dei bianconeri, indipendentemente dalle numerose occasioni create. A deludere è stato infatti il gioco, troppo lento e a corrente alternata, acceso solo dall’ingresso di Dybala a ripresa inoltrata e molto al di sotto degli standard europei: se in Italia può bastare affidarsi alle giocate dei singoli, in Europa serve di più, anche se si gioca contro il piccolo Young Boys. Che ha avuto il merito di provarci sin dall’inizio, oltre che di sbloccare la partita per primo (rigore di Hoarau al 30’) e raddoppiare proprio nel momento di massima spinta della Juve (sempre Hoarau al 68’). Il gol di Dybala (80’) è sembrato accendere una lucina di speranza ma la stessa s’è spenta a ridosso del 90, quando allo stesso argentino è stata annullata una super-rete per un fuorigioco di Ronaldo.

Sconfitta indolore anche per la Roma, eppure la brutta figura resta. I giallorossi poi, rispetto alla Juventus, non possono certo parlare di incidente di percorso: in casa loro infatti, tra campionato e coppa, la vittoria manca da più di un mese. Da quel 4-1 sulla Sampdoria dell’11 novembre sono arrivati due pareggi e tre ko, l’ultimo ieri a Plzen contro un Viktoria che ha così staccato il pass per l’Europa League nonostante la clamorosa vittoria del Cska Mosca in casa del Real Madrid. Decisivi i gol, entrambi nella ripresa, di Kovarik (62’) e Chory (72’), in mezzo quello di Under (68’), rivelatosi però ininfluente.

“Queste partite servono per fare riflessioni, anche a livello personale – il commento amaro di Di Francesco – Non ho avuto le risposte che volevo, purtroppo continuiamo a concedere troppo, a non difendere bene…”. La Roma, già “condannata” al secondo posto prima della gara di ieri, correrà così il rischio di trovarsi agli ottavi una tra Manchester City, Barcellona, Psg, Borussia Dortmund, Bayern Monaco e Porto, in rigoroso ordine decrescente di difficoltà. Un problema che però potrebbe non riguardare Di Francesco: non dovesse battere il Genoa, infatti, è probabile che lunedì avrà ben altro a cui pensare.

Commenta