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Cessione del quinto: boom di ricorsi all’Arbitro bancario

Nel 2020 questo tipo di ricorsi si è impennato di oltre il 60% in seguito a una sentenza europea che Bankitalia ha applicato in modo retroattivo – Molte banche, però, si sono opposte

Cessione del quinto: boom di ricorsi all’Arbitro bancario

Nel 2020 i ricorsi all’Arbitro Bancario Finanziario – l’organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie nato per iniziativa della Banca d’Italia – si sono impennati del 40%, arrivando a sfiorare quota 31mila. A fare da traino sono stati i contenziosi in materia di estinzione anticipata dei finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio. Come emerge dalla relazione annuale sull’attività dell’Abf, presentata lunedì all’università Luiss di Roma, questo tipo di ricorso è aumentato addirittura del 61%, finendo con l’assorbire il 55% del totale dei contenziosi.

A innescare il balzo delle controversie in materia di cessione del quinto dello stipendio o della pensione è stata la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea dell’11 settembre 2019 sul caso Lexitor. La pronuncia, si legge nella relazione dell’Arbitro, “ha stabilito che, in caso di estinzione anticipata dei contratti di credito al consumo, gli intermediari devono restituire alla clientela, in base alla durata residua del contratto, anche costi che in precedenza non erano stati oggetto di rimborso”.

Tre mesi dopo la sentenza, la Banca d’Italia ha inviato una comunicazione agli istituti di credito italiani, chiedendo loro di allineare i contratti futuri e quelli in essere ai principi stabiliti dalla sentenza Lexitor.

L’Arbitro bancario, quindi, ha considerato il pronunciamento applicabile in modo immediato e retroattivo, ma su questo punto si è scontrato con “diversi operatori bancari e finanziari”, che “hanno dichiarato di non volere adempiere alle decisioni” dell’Abf perché non ne condividevano l’orientamento. In alcuni casi, “la questione è stata sottoposta all’Autorità giudiziaria – è scritto ancora nella relazione – che su questo tema non ha tuttora assunto una posizione uniforme”.

Nel 2020 gli intermediari maggiormente inadempienti sulla materia sono stati Istituto bancario del lavoro (Ib), Intesa Sanpaolo, Pitagora, Futuro2 e Bibanca, che complessivamente rappresentavano il 75% degli inadempimenti.

Per quanto riguarda l’attività complessiva dell’Arbitro, le decisioni assunte nel 2020 sono state oltre 27.400 e hanno avuto un esito favorevole ai clienti nel 74% dei casi, con l’accoglimento totale o parziale delle richieste (58%) oppure con la dichiarazione della cessazione della materia del contendere per l’accordo intervenuto tra le parti (16%). Nell’anno sono stati riconosciuti ai clienti circa 29 milioni di euro (contro i 28 del 2019), di cui oltre 22 milioni restituiti alla clientela.

Il tasso di adesione alle decisioni dell’Arbitro è sceso però all’83% proprio a causa dei dissensi da parte degli intermediari nei confronti delle pronunce soprattutto in materia cessione del quinto.

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