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Elezioni Catalogna al via, liberati 6 ministri ma resta in carcere il vice-Puigdemont

Il Tribunale supremo spagnolo, a poche ore dal via della campagna elettorale per le elezioni del 21 dicembre, che rinnoveranno il Parlamento catalano, ha deciso di lasciare in stato di detenzione sia il vice-presidente Junqueras che “i due Jordi” – A Bruxelles di discute dell’estradizione per Puigdemont – Clima teso: in arrivo 200 poliziotti da Madrid.

Situazione ancora tesa in Catalogna, dove alla mezzanotte di oggi scatta ufficialmente la campagna elettorale per le elezioni del 21 dicembre, che rinnoveranno il Parlamento della comunità indipendente, dal cui risultato dipenderà anche la sorte del processo di indipendenza avviato con il discusso referendum dello scorso 4 ottobre, disconosciuto da Madrid ma ancora rivendicato dai vertici catalani e da buona parte della popolazione di Barcellona e dintorni.

Il Tribunale supremo spagnolo ha deciso di rimettere in libertà sei dei sette ministri detenuti, con una cauzione di 100mila euro, mentre restano in stato di detenzione il vicepresidente catalano Oriol Junqueras e i due Jordi, Sanchez e Cixart, considerati punti di riferimento dell’indipendentismo. Il giudice Pablo Llarena ha negato la rimessa in libertà anche dell’ex-ministro degli interni Joaquim Forn.

La decisione del magistrato spagnolo interviene dunque a poche ore dall’inizio della campagna per le elezioni catalane del 21 dicembre, cui non potranno quindi partecipare Junqueras, leader e capolista di Erc, il primo partito catalano, e Jordi Sanchez, ‘numero due’ sulla lista di Junts Per Catalunya (JxCAT) guidata dal presidente deposto Carles Puigdemont, in esilio a Bruxelles.

A proposito di Puigdemont, a Bruxelles è in corso una udienza sulla richiesta di estradizione spagnola per il presidente deposto e gli altri 4 ministri in esilio.

L’aria comunque rimane pesante, in una campagna elettorale che si annuncia in un clima da anni di piombo, dove le minacce ai politici sono praticamente all’ordine del giorno e dove le intimidazioni prendono forma anche attraverso scritte sui muri sotto casa del politico avversario. Ecco perchè il ministro dell’Interno spagnolo ha dato ordine ad altri 50 agenti di partire da Madrid per la Catalogna e scortare i politici e dirigenti costituzionalisti impegnati in campagna elettorale. Si uniranno ai già 200 uomini già presenti

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