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Candriam: i compensi dei manager sono poco trasparenti

Quanto alle pari opportunità a livello del consiglio di amministrazione, secondo la società d’invstimenti Candriam “non si è ancora raggiunto una decisione condivisa sulle sanzioni da applicare alle Società che non si confermeranno alle direttive” – “Ci attendiamo quindi che il dibattito sulle pari opportunità si intensificherà nei prossimi anni”.

Candriam: i compensi dei manager sono poco trasparenti

“Alle assemblee degli azionisti in cui abbiamo esercitato il nostro diritto di voto, Candriam si è astenuta o ha respinto il 52% delle delibere inerenti alla remunerazione degli amministratori”. Lo ha detto Isabelle Cabie, Global Head Sri di Candriam, precisando che “le ragioni del nostro voto contrario includevano serie preoccupazioni in merito alle pratiche di remunerazione, principalmente a causa della mancanza di trasparenza sul totale dei potenziali emolumenti e/o sui target di performance dei piani di incentivi a lungo termine. Ci attendiamo quindi che il tema della remunerazione degli amministratori continui a conquistare i titoli delle prime pagine anche nel 2014”.

Nel 2013 la società d’investimenti Candriam ha partecipato a 75 assemblee generali per conto dei propri fondi aperti, esprimendo il proprio voto su 1.156 temi. 
 
Quanto alle pari opportunità a livello del consiglio di amministrazione, “Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e, più recentemente, anche Germania, hanno implementato una legislazione studiata allo scopo di incentivare i Consigli di Amministrazione ad aumentare le quote di Amministratori donne – ha continuato Cabie –. A livello europeo, una legislazione in merito è in discussione. Tuttavia, non si é ancora raggiunto una decisione condivisa sulle sanzioni da applicare alle Società che non si confermeranno a queste direttive. Ci attendiamo quindi che il dibattito sulle pari opportunità si intensificherà nei prossimi anni”.  

Infine, per quanto riguarda la rotazione obbligatoria delle società di revisione contabile, Candriam ritiene che la legislazione, come l’atteggiamento degli azionisti rispetto a questo argomento, stia cambiando. Nell’aprile 2013 l’Unione Europea ha chiesto ai soggetti di interesse pubblico quali banche, compagnie di assicurazioni e società quotate in borsa di cambiare le società di revisione contabile ogni 14 anni.

“La Commissione Europea è convinta che questa misura rivestirà un’importanza significativa – ha concluso Cabie –. Tuttavia, non è stata ancora presa una decisione relativa al periodo di transizione. A Bruxelles alcuni gruppi di interesse stanno spingendo perché venga applicata nel 2019. Bruxelles vuole applicare la riforma il più presto possibile perché, secondo la sua opinione, la rotazione delle società di revisione contabile – e non dei partner come è la situazione attuale – ridurrà il rischio dell’instaurarsi di stretti rapporti personali e di dipendenza”.  

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