Condividi

Campari acquista il controllo di Wilderness Trail per fare del Bourbon il suo secondo asset

Per Campari l’acquisizione è l’opportunità di aumentare notevolmente la capacità produttiva e il magazzino. L’operazione vale 600 milioni. Continua intanto la guerra legale tra gli eredi

Campari acquista il controllo di Wilderness Trail per fare del Bourbon il suo secondo asset

Non più solo aperitivo, ma anche bourbon e whiskey. Il Gruppo Campari, forte di una penetrazione nel mercato statunitense che ha mostrato nello scorso trimestre una buona crescita, accelera in un settore che aveva iniziato a investigare già dal 2009, acquistando una partecitazione nella distilleria Usa Wilderness Trail, il marchio considerato “super-premium” di bourbon e rye whiskey. Al momento la partecipazione è del 70 pct, ma entro il 2031 verrà portata al 100 pct, con un esborso complessivo di 600 milioni di dollari.
Lo dice un comunicato della società dello spritz che sottolinea come “la categoria del bourbon diventerà il secondo asse di sviluppo di Campari Group dopo gli aperitivi”.

Chi è la Wilderness Trail Distillery ? Una bottiglia costa 55-75 dollari

La Wilderness Trail Distillery, situata a Danville, nel Kentucky, è stata fondata nel 2012 come distilleria artigianale premium con l’obiettivo di produrre bourbon e rye whiskey di altissima qualità. Il prezzo medio di vendita va da 55 dollari per Wilderness Trail Bourbon, per la bottiglia da 75cl, a 75 dollari e oltre per le espressioni di bourbon invecchiate sei e otto anni.
I fondatori nonché attuali azionisti, Shane Baker e Pat Heist, sono esperti di fermentazione con oltre 20 anni di esperienza nella produzione di whiskey, da sempre riconosciuti come innovatori in progettazione, ricerca e sviluppo e nelle attività di fermentazione e distillazione.
Per l’anno fiscale conclusosi il 31 dicembre 2021, la Wilderness Trail Distillery ha generato vendite nette complessive di 40,8 milioni di dollari e un EBITDA di 22,7 milioni di dollari in base ai principi contabili locali. Per l’anno fiscale che termina il 31 dicembre 2022, si prevede che la società Usa acquisita raggiunga vendite complessive di circa 57 milioni di dollari, in aumento di circa 39% rispetto all’esercizio precedente, con un peso crescente del business ad alta marginalità, e un EBITDA di circa 37 milioni di dollari in base ai principi contabili locali, in aumento di circa 64% rispetto all’esercizio precedente.

I dettagli: enterprise value 600 milioni per il per il 100% della società Usa serviranno 600 milioni

Campari, società che fa parte del FTSE MIB, sborserà un corrispettivo di 420 milioni di dollari per l’iniziale 70% del capitale e il corrispondente enterprise value per il 100% del capitale è pari a 600 milioni di dollari, in assenza di cassa o debito finanziario, equivalente a un multiplo di circa 16 volte l’EBITDA previsto per il 2022. Campari acquisirà il restante 30% attraverso un’opzione call/put esercitabile nel 2031 a un enterprise value determinato applicando il suddetto multiplo all’EBITDA più alto tra quello del 2030 e la media del 2028-2030.
Il prezzo di acquisto da pagare al closing sarà finanziato utilizzando una combinazione di liquidità disponibile e prestiti bancari a termine. A seguito dell’acquisizione, il multiplo di debito finanziario netto rispetto all’EBITDA rettificato su base mobile proforma di Campari Group è destinato ad aumentare dall’attuale 1,5 volte a 2,3 volte alla chiusura della transazione. La transazione, soggetta alle consuete condizioni di chiusura, dovrebbe concludersi entro la fine del 2022. Fino al perfezionamento, ogni società continuerà a operare in modo indipendente.

Il sentiero nel mondo del Bourbon è iniziato per Campari nel 2009

Il percorso nel mondo del bourbon di Campari Group è iniziato nel 2009 con l’acquisizione del marchio e della distilleria di Wild Turkey. Da allora, Campari Group si è concentrata incessantemente sul percorso di premiumisation del portafoglio Wild Turkey, che comprende il potenziamento e l’accelerazione della crescita del bourbon artigianale Russell’s Reserve, e il lancio del bourbon small batch Longbranch nel 2018 in collaborazione con Matthew McConaughey. Nel 2017, Campari Group ha anche lanciato la collezione ultra-premium Whiskey Barons, tra cui Old Ripy, Bond&Lillard e William Butler Saffell. Infine, in agosto 2022, Campari Group ha acquisito una partecipazione iniziale di minoranza, con path to control, in Howler Head, un brand di Kentucky straight bourbon whiskey all’aroma naturale di banana, insieme ai relativi diritti esclusivi di distribuzione globale.

“Integrando il marchio Wilderness Trail, super-premium e in forte crescita, espandiamo e rendiamo ancora più premium il nostro portafoglio di Bourbon, che si prepara a diventare il secondo maggiore asse di sviluppo di Campari Group dopo gli aperitivi”, ha commentato Bob Kunze-Concewitz, CEO di Campari. “Inoltre, acceleriamo il nostro percorso di premiumisation, rafforzando ulteriormente il portafoglio RARE, la nostra divisione volta ad accelerare la crescita e a sfruttare il potenziale di una gamma selezionata di marchi ed espressioni super e ultra-premium nei nostri principali mercati”.
Per Campari inoltre con questa acquisizione c’è “l’opportunità di aumentare notevolmente la capacità produttiva e il magazzino in invecchiamento per soddisfare la crescita futura dei bourbon premium, tra cui la gamma ad alto potenziale Whiskey Barons, attualmente limitata da vincoli di capacità”.

Continua la faida familiare degli eredi Campari. Il 9 novembre una nuova puntata

Sullo sfondo si sta intanto consumando una delle più intricate faide familiari italiane, certamente di una delle famiglie più in vista di Milano, in conseguenza di una eredità: una storia di antichi rancori in cui il denaro è solo una componente, forse neanche la principale. I protagonisti sono i Garavoglia, eredi della Campari: da una parte un fratello, Luca, e una sorella, Alessandra, dall’altra l’altra sorella, Maddalena, esclusa dall’inventario dell’eredità della madre.
Il tema è già nelle aule dei tribunali: con una condanna per falso ideologico di Luca Garavoglia il sostituto procuratore di Milano Stefano Civardi ha chiesto una pena pecuniaria da 45 mila euro che sostituisce 6 mesi di carcere (e che se mai dovesse essere condannato sarà sospesa dalla condizionale), mentre ha chiesto anche 4 mesi di carcere, convertiti in 30 mila euro, per la sorella Alessandra, 859/a nella classifica Forbes con 4,1 miliardi di dollari, il loro zio Michele Magno e il loro procuratore Giovanni Berto, i quali hanno ottenuto il rito abbreviato, mentre per il notaio di Saronno, in provincia di Varese, Carlo Munafò, accusato di omissione di atti d’ufficio, è stato chiesto il rinvio a giudizio.
L’altra sorella, Maddalena Garavoglia, la maggiore dei tre fratelli, è la parte lesa e il suo legale, Giacomo Lunghini, ha chiesto che il risarcimento dei danni sia valutato in sede civile. Il gup ha rinviato il processo al prossimo 9 novembre per la decisione.

Commenta