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Bozza decreto “del fare”: stop responsabilità solidale appalti

Stando alla bozza del provvedimento di semplificazioni che il nuovo Esecutivo intende varare entro la settimana, il provvedimento sarà abolito perché “inutile ai fini del contrasto all’evasione fiscale, costoso e discriminatorio per le imprese”.

Bozza decreto “del fare”: stop responsabilità solidale appalti

Addio alla “responsabilità solidale sugli appalti”, ovvero la norma introdotta dal governo Monti che prevede la responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore per i versamenti delle ritenute e dell’Iva in relazione alle prestazioni effettuate nell’ambito del rapporto di subappalto.

Stando alla bozza del provvedimento di semplificazioni che il nuovo Esecutivo intende varare entro la settimana, il provvedimento sarà abolito perché “inutile ai fini del contrasto all’evasione fiscale, costoso e discriminatorio per le imprese”. Cancellata anche la sanzione da 5mila a 200mila euro “qualora il committente paghi il corrispettivo del contratto di appalto senza aver ottenuto idonea documentazione circa la correttezza del versamento delle ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente e dell’Iva dovuta dall’appaltatore e dal subappaltatore”. 

La bozza ha acquisito già il parere favorevole del Tesoro la relazione spiega che “la disciplina della responsabilità solidale fiscale, pur perseguendo l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale, con attenzione al fenomeno dell’utilizzo di lavoratori in nero, si dimostra inefficace e produce al contempo pesanti oneri amministrativi sulle imprese oneste. La verifica dell’esistenza di rapporti di lavoro in nero non potrà mai essere accertata dal professionista, ma solo da un effettivo controllo sul territorio da parte dell’Amministrazione finanziaria”. 

E il meccanismo dell’autocertificazione “conferma l’inutilità dell’adempimento” perché “chi evade sistematicamente l’Iva o impiega lavoratori in nero non ha alcuna remora a dichiarare il falso”. La norma ha quindi avuto l’effetto pratico di obbligare le imprese che stipulano contratti di appalto e subappalto a introdurre “costose procedure interne”, soprattutto sull’Iva e “di nessuna utilità ai fini del contrasto dell’evasione fiscale o dell’impiego di lavoro nero”, mentre ha causato la sospensione dei pagamenti da parte dei committenti a favore di appaltatori e subappaltatori, aggravando la situazione in cui si trovano le imprese. 

La vecchia norma è anche in contrasto con l’orientamento europeo e “discriminatoria nei confronti degli appaltatori e subappaltatori italiani in quanto essa rende più favorevole per i committenti affidare le commesse ad appaltatori esteri”.

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