Il nuovo tonfo del greggio affossa i listini in una seduta già appesantita dai timori cinesi. Wall Street ha ampliato i cali e l’Europa ha chiuso in deciso rosso: il Ftse Mib -1,77% con lo spread Btp/bund in risalita a 117 punti base, Parigi -1,75%, Londra -1,88%, Francoforte -2,14%. Da Berlino intanto è arrivato il via libera del Bundestag al terzo piano di salvataggi alla Grecia anche se si è rafforzata la fronda Cdu contro la Merkel.
Le vendite hanno accelerato dopo che è stato pubblicato il dato sulle scorte settimanali di petrolio che hanno evidenziato un inatteso aumento. Il petrolio Wti ha chiuso a 40,94 dollari al barile in calo di quasi il 4%. Oltreoceano il Dow Jones cede l’1,14% e l’S&P500 l’1,21%. Il cambio euro dollaro sale dello 0,37% a 1,1065. Ora gli occhi del mercato sono alle minute della Fed che verranno pubblicate questa sera.
In un tweet Bill Gross, famoso gestore obbligazionario, ha invitato la Federal Reserve ad alzare i tassi di interesse nella prossima riunione in calendario il 16 e 17 settembre prossimi. “Rialzo tassi a settembre. Condizioni finanziarie, non condizioni economiche, sono la priorità. Ciò significa che loro (i governatori della Fed, ndr) iniziano a normalizzare (la politica monetaria) nonostante i dati”, ha scritto. Da uno dei diretti interessati arrivano però segnali di cautela: attualmente un rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti sarebbe un errore perché “creerebbe rischi economici profondi per l’economia Usa”, ha detto Narayana Kocherlakota, governatore della Federal Reserve di Minneapolis in un editoriale sul Wall Street Journal che pur non votando partecipa però alle riunioni del braccio di politica monetaria della banca centrale Usa. Il governatore è noto per le sue posizioni “dovish”, ossia di prudenza.
Sul fronte macroeconomico oggi sono stati diffusi i dati sui prezzi al consumo negli Stati Uniti che sono aumentati in luglio dello 0,1% contro attese degli analisti per un rialzo dello 0,2%. Su base annua i prezzi al consumo core sono cresciuti dell’1,8%, vicino al target del 2% perseguito dalla Fed.
A Piazza Affari guida i ribassi Prysmian -3,83% che paga la crisi degli Emergenti. Giù anche il lusso con Ferragamo e Tod’s entrambi in calo dello 3,09%. Eni paga il tonfo del petrolio e si posiziona tra le peggiori blue chip con un calo del 2,99%. In controtendenza in vetta al Ftse Mib i titoli delle banche popolari sulle attese, alimentate da nuove indiscrezioni, dell’avvio del consolidamento legato alla riforma in Spa del settore. Banco Popolare sale dello 0,56%, Ubi Banca +0,48%, Bper +0,43%, Bpm +0,10%.