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Borse sempre in rally ma argento e GameSpot crollano

Il petrolio dà sprint alle Borse – Pioggia di vendite su GameSpot (-58%) ma anche dell’argento che ritracciano pesantemente dopo gli exploit speculativi dei giorni scorsi – Il Ftse Mib supera quota 22 mila trainato da Cnh ed Exor e dai petroliferi – Male invece Ferrari.

Borse sempre in rally ma argento e GameSpot crollano

Candelora di sole sui mercati, in un’atmosfera di ritrovata fiducia che va da est a ovest, nella prospettiva degli stimoli fiscali Usa e di un’ampia campagna vaccinale anti Covid in Europa. Il siero russo, Sputnik V, supera l’esame della rivista Lancet (mostrando un’efficacia vicina al 92%), mentre la Commissione europea conferma l’obiettivo di vaccinare almeno il 70% della popolazione adulta della Ue entro la fine dell’estate.

Piazza Affari riagguanta 22mila punti e guadagna l‘1,11%, grazie all’effervescenza dei titoli petroliferi, delle banche e della galassia Agnelli. In controtendenza Ferrari, -2,98%, che è rosso fiammante e chiude addirittura come peggiore blue chip del giorno, dopo una mattinata positiva. L’inversione a U si è innescata dopo la pubblicazione dei conti 2020, sostanzialmente in linea con il consensus. Secondo un trader, citato da Reuters, il mercato è rimasto deluso dalle indicazioni per il 2021, su cui aveva maggiori aspettative. Nel resto d’Europa: Francoforte +1,6%; Parigi +1,9%; Madrid +1,95%; Londra +0,77%.

Il rally prosegue per il secondo giorno consecutivo anche a Wall Street, in attesa di una serie di trimestrali importanti come quelle di Amazon e Alphabet (Google). Ieri i due titoli hanno guadagnato rispettivamente il 4,26% e il 3,6% e oggi appaiono in ulteriore progresso. S’inabissa invece GameStop (-60%), dopo i fuochi d’artificio innescati dagli acquisti degli investitori retail la scorsa settimana. Si sgonfia pure il prezzo dell’argento, entrato a sua volta nel mirino dei piccoli risparmiatori. Dopo il recente boom, che aveva portato il prezzo del prezioso metallo ai massimi dal 2013, oggi il future marzo 2021 perde quasi il 9% e scambia intorno a 26,8 dollari l’oncia.

A dare il via alle vendite ha contribuito la decisione del Chicago Mercantile Exchange (CME) di estendere i margini sui contratti future da 14.000 a 16.500 dollari per evitare la volatilità. Carlo Alberto De Casa, capo analista del broker ActivTrades, rimarca in una nota mattutina come l’andamento dell’argento sia determinato da una molteplicità di mercati, che spaziano dal bene fisico (interessante per la gioielleria, l’industria e anche le riserve delle Banche centrali) all’uso finanziario (dagli Etf ai Cfd) e rappresenti quindi una “balena” molto più ingombrante di un titolo a ridotto flottante come GameStop. Per il momento, è la sintesi, la barriera dei 30 dollari sembra tenere e i fondamentali emergono. Scende anche l’oro: il contratto aprile 2021perde circa l‘1,3% e scambia intorno a 1839 dollari l’oncia.

Il ritorno della propensione al rischio e di normali appetiti sull’azionario sembra da imputarsi principalmente alle attese sul piano di stimoli bipartisan negli Usa. Un gruppo di 10 senatori repubblicani ha proposto al presidente Joe Biden un piano di aiuti da 618 miliardi di dollari,nettamente inferiore quindi a quello da 1.900 miliardi presentato dalla nuova amministrazione. I democratici alla Camera e in Senato – dove sono in maggioranza – pare siano pronti però a forzare la mano agli avversari attraverso la ‘reconciliation’, una procedura che permette di approvare una legge di spesa con una maggioranza semplice, senza un accordo con la minoranza, evitando così l’ostruzionismo in aula dei repubblicani.

Nell’attesa il dollaro appare ben intonato. L’euro scende ma tiene quota 1,2. “Le differenze di crescita stanno pesando sull’euro e alimentando la spinta della valuta Usa vista quest’anno”, commenta Joe Manimbo di Western Union Business Solutions. “L’Europa potrebbe essere un anno indietro rispetto agli Usa in termini di ripresa completa”.

I dati Eurostat mostrano che la recessione è tornata ad affacciarsi nell’Eurozona a fine 2020: -0,7% il pil nel quarto trimestre (-0,5% nella Ue-27). In Italia il calo è del 2%, si tratta del secondo più alto dopo l’Austria (-4,3%). Terza peggiore è la Francia (-1,3%). Il calo europeo, segnala Eurostat nella stima flash, segue il forte rimbalzo del terzo trimestre (+12,4% nella zona euro e +11,5% nella Ue-27). 

Per l’Istat la decrescita italiana lo scorso anno è complessivamente dell‘8,8%, meno peggio delle attese (-9%). Intanto sono in arrivo altri fondi dalla Commissione Ue del programma Sure di sostegno alla cassa integrazione, si tratta di 4,5 miliardi, secondo un tweet del commissario all’economia Paolo Gentiloni. 

In serata si dovrebbe alzare il velo anche sull’andamento della crisi di governo e sulle esplorazioni del presidente della Camera Roberto Fico, che salirà al Quirinale per riferire al presidente della Repubblica sulla possibilità di rimettere assieme la maggioranza che sosteneva il Conte 2. Con il trascorrere delle ore, senza novità determinanti, mantiene il suo aplomb l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco staziona a 113 punti base (+0,44%), anche se i tassi risalgono e il Btp chiude a +0,65%.

In Piazza Affari la sostanziale tenuta dei titoli di Stato tiene tranquillo il settore bancario. Intesa è in spolvero, +2,69%. Ieri due fonti hanno detto a Reuters che la banca continua il lavoro di pulizia di bilancio e sonda il mercato su un portafoglio Npl, diviso in vari sub-segmenti, dal valore complessivo di 5-6 miliardi di euro.

Regina del listino è Cnh, +5,32%, sorretta dal ‘buy’ di Equita sulle attese della possibile cessione di Iveco e della ripresa del mercato nel settore agricolo. Bene Stellantis, +3,05%, con il ‘buy’ di Goldman Sachs, grazie alle aspettative legate alle sinergie dopo la fusione Fca-Psa e al lancio di nuovi prodotti. In scia Exor, 3,76%. Il ministero dei trasporti ha comunicato che nel mese di gennaio 2021 in Italia sono state immatricolate 134mila vetture, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stellantis ha registrato un andamento peggiore rispetto al mercato. Secondo quanto riportato dalle principali agenzie stampa a gennaio 2021 le immatricolazioni del gruppo sono state pari a poco più di 52mila unità, in contrazione del 21,7% rispetto al dato aggregato di Fca e Psa nello stesso mese del 2020.

Brillano i titoli petroliferi: Tenaris +4,14%; Saipem +3,68%; Eni +1,35%. Si apprezza d’altra parte il petrolio, spinto da un calo delle scorte e dal parallelo incremento della domanda a causa di massicce tempeste di neve nel Nord-Est degli Usa. Il Brent cresce del 25% a 57,74 dollari al barile: Wti +2,6%, 54,95 dollari. Sul Ftse Mib prosegue la fase positiva di Atlantia +2,17%.

Le vendite azzoppano praticamente solo il cavallino rampante, mentre Diasorin registra una perdita frazionale dello 0,52%. Debolezza per le utility, che risentono delle voci su un possibile ulteriore slittamento della liberalizzazione del mercato elettrico:  Enel -0,26%.

Fuori dal paniere principale Tiscali perde il 9,09%, dopo l’exploit di ieri. Bene Fincantieri +3,55%.

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