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Borse, panico a Piazza Affari (-6,6%). Le banche mandano a picco il listino più che in Europa

E’ la peggiore performance di Milano dall’ottobre 2008 – Il tracollo ha ragioni interne (rischio patrimoniale) e internazionali (rischio downgrading per la Francia e debito Usa) – Le banche perdono oltre il 10%- Crollano anche Wall Street (-4,4%) e tutta l’Europa (Francia e Germania in testa)

La giornata di Borsa milanese è stata scandita da una nuova raffica di sospensioni, crolli dei titoli bancari e tonfo degli indici. Il Ftse Mib chiude in picchiata del -6,65% a 14.676 punti: per trovare una performance peggiore (per motivi domestici e internazionali) di quella di oggi in Piazza Affari bisogna risalire al 6 ottobre 2008 quando la Borsa di Milano perse l’8,24%. Magra consolazione il fatto che gli indici Star, Small cap e Micro cap perdono molto meno dell’indice maggiore.

Nei palazzi la politica e le parti sociali hanno consumato un duro braccio di ferro sulla patrimoniale e più in generale sulle misure da prendere con urgenza per tradurre operativamente l’anticipo del pareggio di bilancio al 2013. Lo spread tra i Btp e i bund torna ad allargarsi a 290,5 punti base. E i mercati hanno votato con i piedi: vendendo.

Il tracollo è però arrivato con il rincorrersi delle voci su un possibile downgrade della Francia e con l’apertura negativa di Wall Street. Le perdite e il panico hanno così investito anche tutte le altre Borse europee: il Ftse 100 ha chiuso in calo del 3,05%, il Dax del 5,13%, l’Ibex 5,49% del e il Cac del 5,45%.

Nonostante l’avvio positivo di tutta l’Europa (grazie alla Fed e alle reazioni positive di Wall Street e Asia), a Milano i listini sono in difficoltà già dalla mattina, appesantiti le preoccupazioni per la patrimoniale e gli scontri sulle misure su cui sono al lavoro i tecnici del governo.

L’asta dei Bot a 12 mesi ha dato poco sollievo ai listini che, dopo aver azzerato le perdite, hanno ripreso la via del ribasso mentre le altre Borse si mantenevano in territorio positivo.

In Europa gli umori cambiano con i futures negativi su Wall Street e con le indiscrezioni su un possibile downgrade per la Francia, che già circolavano da settimane ma che si sono fatti più pressanti lunedì, dopo il downgrade del debito Usa. E con i timori per una crisi di liquidità (e quindi salvataggio a suon di quattrini pubblici) del colosso bancario francese Société Générale che in Borsa è crollato del 18,85%.

Le vendite si sono riversate su tutti i titoli bancari, ma hanno sofferto anche materie prime e costruzioni. La risposta di Nicolas Sarkozy alle voci di downgrade è arrivata già in mattinata con una riunione straordinaria e la promessa per il 24 agosto dell’annuncio di nuove misure antideficit.

Intanto Moody’s e Fitch hanno confermato il rating tripla A e l’outlook stabile, ma è record per il rischio debito della Francia con i cds che salgono a 171 punti. Tornano in tensione in Europa anche gli spread dei rendimenti sul bund mentre gli acquisti privilegiano il flight to quality: titoli di Stato tedeschi e oro che a New York il prezzo dell’oro ha toccato un nuovo record storico a 1779,14 dollari l’oncia.

A Wall Street cede sia il Dow Jones -3,19% che il Nasdaq -2,58%. La tempesta che si è abbattuta sui mercati, riporta il Wall Street Journal, ha costretto gli amministratori delegati di Bofa e Citigroup a calmare i timori dei dipendenti. ”Dobbiamo ricordare che la nostra società è finanziariamente forte”, ha scritto in un memo l’amministratore delegato di Bank of America, Brian Moynihan.

”Il calo è difficile da osservare e naturalmente ci ricorda quello che è accaduto alcuni anni fa. Ma le somiglianze sono poche” ha detto l’amministratore delegato di Citigroup, Vikram Pandit.

Anche a Piazza Affari sono le banche in caduta libera (-10% l’indice settoriale) e molti titoli sono finiti in asta di volatilità. Il Banco popolare sprofonda dello 9,36%, Intesa Sanpaolo del 13,72%, Unicredit del 9,37%, Mps del 9,78%, Popolare Milano dell’8,89%, Ubi del 10,17%. Male anche le assicurazioni (-7%) con Fondiaria Sai (-9,56%) appesantita anche da indiscrezioni di stampa su nuove perdite in vista.

Quelle che si abbattono sui listini sono vendite vere e proprie: la Consob ha intensificato il monitoraggio sugli scambi verificando che le vendite allo scoperto sono modeste. Ma il tonfo riguarda praticamente tutti i settori con raffiche di sospensioni generalizzate: l’auto cede circa il 6,34% con Fiat in crollo dell’8,23%; energia, materie prime e industria scendono del 5% e l’edilizia del 5,69%. Tendono gli alimentari e riducono le perdite i beni di consumo, la salute e la chimica. Prsysmian tra i peggiori con un calo del 9,35%. Sul Ftse Mib positive solo Tod’s (+2,54%) e Parmalat (+2,06%)

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