Altro che Fed. A muovere i mercati è l’intelligenza, mica le mosse sui tassi che non arriveranno nemmeno stasera perché il Presidente Jerome Powell si limiterà tutt’al più ad anticipare una mossa espansiva per il mese prossimo.
Intanto i titoli dei “Magnifici Sette” che dominano le Borse mettono a segno nuovi primati, ma deludono l’incontentabile Wall Street che comincia temere la dipendenza dai record della pattuglia ( Alphabet, Amazon.com, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) che rappresenta ormai quasi un terzo del mercato.
La conferma è arrivata con la bocciatura dell’operazione sul capitale di Tesla: il giudice ha detto no ad Elon Musk che pretendeva un bonus di 55 miliardi di dollari. Non meno severa la Borsa Usa con Alphabet è Microsoft: La controllante di Google ha registrato una crescita della raccolta pubblicitaria dell’11%, sopra le attese degli analisti ma, nonostante utili in forte crescita, lascia sul terreno il 6% nel dopo Borsa. Non va molto meglio a Microsoft -2% dopo ricavi in aumento del 18% a 62 miliardi di dollari e un utile in crescita del 33% a 21,9 miliardi, meglio delle previsioni.“Siamo passati dal parlare di IA all’applicare l’IA su larga scala”, ha detto l’amministratore delegato Satya Nadella, sottolineando che l’applicazione dell’intelligenza artificiale a ogni livello “ci sta facendo conquistare nuovi clienti e aiutando a spingere la produttività in ogni settore”.
Gli analisti di JP Morgan consigliano di tenere il piedi per terra nel timore dello scoppio di una bolla. Ma lo stupefacente progresso degli investimenti in Intelligenza Artificiale si sta estendendo a vista d’occhio. Si è partiti con la revisione dei testi e si sta arrivando a toccare ambiti impensabili fino a ieri. La stessa Microsoft ha dovuto correre ai ripari per non essere travolta da un’ondata di proteste e clamore provocata dalla pubblicazione su X di alcune immagini sessualmente esplicite di Taylor Swift create dall’intelligenza artificiale.
Europa piatta, Milano punta a nuovi top
In questo clima i mercati si avvicinano al verdetto della Fed senza tradire emozioni: Futures di Wall Street in rosso-0,5%, quelli Europei piatti. L’Indice EuroStoxx 50 (+3%) si è spinto sul massimo degli ultimi 23 anni e l’indice Stoxx 600 (+1,4%) si è portato ai top da due anni. Stupisce in parte vedere il Dax (+1,3%) a un soffio dal suo record storico con tutti i problemi emersi negli ultimi mesi per l’economia tedesca, per esempio sulla questione dell’Automotive. Il gruppo di Wolfsburg intende rinviare i piani di ricerca di investitori esterni per la sua unità di batterie, in un mercato dei veicoli elettrici che si sta raffreddando. E’ saltata intanto la quotazione di Ampére, la società elettrica di Renault. Al contrario vola Stellantis sull’onda degli ordini risultati di Gm.
A Milano l’indice FTSEMIB (+1% a gennaio), si è portato ad un passo dal record di 15 anni alla vigilia della stagione delle trimestrali che si annuncia promettente. L’indice Ftse delle Banche Italiane si avvia a chiudere gennaio sui massimi dal 2016 con un +6%.
Secondo i dati Istat, il Pil italiano è aumentato dello 0,7% nel 2023 rispetto al +3,7% del 2022. La stima del governo contenuta nella Nadef indicava una crescita dello 0,8%, prima dello scoppio della guerra Israele-Hamas. Stando al report del Fmi il nostro Paese crescerà dello 0,7% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025. .
A gennaio frenano i bond
Gennaio negativo per i bond governativi, dopo il miglior trimestre degli ultimi undici anni, almeno per quanto riguarda il BTP decennale (+8,60%). In gennaio il BTP viaggia con una perdita dello 0,8%. Treasury Note dieci anni -0,9%. Bund -1,6%. Il maggior calo del Bund spiega in parte anche il fantastico recupero dello spread, passato da 165 a 152 punti base in un mese, sui minimi da aprile 2022.
Nuovo record per le borse Usa
Ancora record alla borsa degli Stati Uniti alla vigilia della conferenza stampa seguente le comunicazioni della Federal Reserve. : Dow Jones +0,35%. Nasdaq -0,8%.Piatto l’S&P500. Da segnalare in Usa che a fine novembre, i posti disponibili erano 8,9 milioni: il consensus non si aspettava un dato così robusto, stimava 8,75 milioni. Il quadro macroeconomico degli Stati Uniti appare molto migliore di quello dei paesi dell’Unione Europea e dell’Eurozona in generale.
In Asia soffre solo la Cina, Sidney al massimo
L’ottimismo che ha pervaso Wall Street si è esteso a gran parte delle altre borse. Indice Nikkei di Tokyo +0,7%, +7,7% da inizio anno. In Giappone, sia la produzione industriale che le vendite al dettaglio non hanno raggiunto le aspettative del consensus. La prima ha segnato un calo dello 0,7% anno su anno. I consumi sono saliti del 2,1% anno su anno, dal +5,4% di novembre: il consensus era +5%. Kospi di Seul -0,2%: gennaio si sta per chiudere con un calo del 6%. BSE Sensex di Mumbai +0,3% in avvio di seduta: a questi prezzi, il mese termina con un calo dell’1%.
L’indice S&P ASX 200 di Sidney guadagna l’1% e tocca i massimi della storia: +1% la performance mensile. Si indebolisce il dollaro australiano e scendono i rendimenti delle obbligazioni australiane nel giorno della pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo: nel terzo trimestre, l’incremento sequenziale è stato dello 0,6%, da+1,2%: il consensus era +0,8%.
L’anello debole resta la Cina. L’attività industriale resta in contrazione anche a gennaio nonostante un tiepido miglioramento della domanda estera. Hang Seng di Hong Kong -1%, -8,7% il bilancio mensile. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,2%: -5,5% il mese.
Petrolio positivo a gennaio, gas ancora giù
Brent (82,70 dollari) e Wti (77,60 dollari). Il petrolio è poco sotto i livelli di ieri mattina e si avvia a chiudere il primo mese positivo dopo tre mesi al ribasso con un progresso intorno al +7,3%. Le tensioni in Medio Oriente hanno contribuito a risollevare le quotazioni, che dall’altro lato sono state frenate dai dati poco brillanti dell’economia cinese e dalla prospettiva di un rallentamento della domanda globale. Operatività: il quadro di breve è in rafforzamento, ma non ha ancora evidenziato convincenti segnali di spinta, che saranno visibili solo con il superamento di area 84/80 usd rispettivamente.
Commodity. L’Indice Bloomberg delle Commodity è in lieve calo a 98,60 usd. Non è bastato il recupero del greggio a risollevare le sorti del comparto, perchè l’indice si avvia a chiudere il sesto mese negativo di seguito, seppure con una perdita minima che potrebbe essere recuperata oggi. In rosso da inizio anno Alluminio -5%, Acciaio -4%, Argento -3%, Soia -6%, Frumento -4%. Ma su tutti spicca il -18% del Gas Naturale USA, che si combina al -10% del Gas Naturale.
Unicredit punta Pop Sondrio e trasloca a Milano
Unicredit-Pop Sondrio. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiesto chiarimenti all’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, su un potenziale interesse della seconda banca italiana per la rivale Popolare di Sondrio. Il ministro ha incontrato Orcel la scorsa settimana, riferiscono due fonti vicine al dossier. Secondo indiscrezioni, Unicredit intende investire fino a un miliardo di euro nello sviluppo immobiliare Scalo Farini a Milano: l’obiettivo è quello di portare tutto il personale in un’unica sede e lasciare le torri di Piazza Gae Aulenti.
Enel. L’agenzia Fitch ha confermato il rating di lungo termine a “BBB+” e il rating di breve termine a “F-2”. L’outlook rimane “stabile”.
Tim. Il Tesoro e KKR hanno concordato i termini dell’offerta che KKR presenterà per l’unità di cavi sottomarini Sparkle, hanno detto martedì tre fonti a conoscenza della questione.
Pirelli ha detto che sta collaborando pienamente con l’autorità antitrust, nell’ambito di un’indagine sul presunto cartello dei prezzi nel settore della produzione di pneumatici e che ha sempre agito con correttezza.
Generali presenterà il nuovo piano strategico all’inizio del prossimo anno, ha detto l’ad Philippe Donnet durante l’Investor Day in cui il management ha fatto il punto sul piano 2024 e sulle recenti acquisizioni e ha annunciato il lancio di un buyback da 500 milioni di euro quest’anno.
Rai Way . Il fondo Clearway Capital ha confermato di essere azionista in un’ottica di investimento di lungo termine.
Safilo ha chiuso l’ultimo trimestre dello scorso anno con un incremento delle vendite nette, in crescita a cambi costanti dell’1,7%, ma mostra una flessione nel complessivo dell’anno a causa principalmente della debolezza del mercato nordamericano.