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Borse in ribasso per le quattro streghe e a Piazza Affari il doppio downgrade colpisce Tim

Le scadenze tecniche penalizzano sia le Borse europee che quella americana con l’indice S&P che scende sotto la soglia psicologica dei 3.900 punti base – A Piazza Affari scivola Tim (-7,79%) per il doppio downgrade delle ultime ore

Borse in ribasso per le quattro streghe e a Piazza Affari il doppio downgrade colpisce Tim

La settimana dei mercati azionari si chiude in rosso e in un clima di incertezza crescente su cui incidono anche cosiddette quattro streghe, definizione utilizzata per descrivere la giornata in cui scadono i contratti future e opzioni su indici e azioni. Due i comuni denominatori delle ultime sedute di Borsa: la preoccupazione per la possibile recessione prevista dalla Banca Mondiale per il 2023 e l’attesa per la decisione sui tassi d’interesse che la Federal Reserve comunicherà la prossima settimana. A questi fattori si aggiunge l’inflazione: dopo quella Usa che ha deluso le attese, oggi l’Eurostat ha confermato le stime di un aumento dei prezzi al consumo al 9,1% annuo ad agosto. Per l’italia la percentuale è all’8,4%.

La chiusura delle Borse europee 

Le Borse europee hanno chiuso la seduta di oggi in terreno ampiamente negativo. La peggiore è Francoforte (-1,7%), seguita da Amsterdam (-1,49%) e Parigi (-1,26%). Madrid perde ll’1,3%, seguita a ruota da Milano. Piazza Affari a fine giornata segna -1,14% a 22.110 punti base, zavorrata dal tonfo di Telecom Italia e dai ribassi di industria e auto.

A Wall Street crolla FedEx

Dall’altra parte dell’oceano procede in rosso Wall Street che si avvia a chiudere la sua peggior settimana da giugno. Il Dow Jones l’1% del suo valore, lo S&P 500 l’1,2% sotto i 3.900 punti, ma l’indice peggiore è ancora una volta il Nasdaq (-1,6%). Gli occhi degli investitori sono tutti su FedEx. Il colosso delle spedizioni, uno dei più grandi al mondo, ha lanciato un profit warning che sta generando forti timori sull’andamento dell’economia statunitense e mettendo sotto pressione l’intero settore, in calo anche in Europa. A metà pomeriggio Il titolo è in caduta libera (-23%), dopo la previsione di risultati trimestrali deludenti e la decisione del nuovo amministratore delegato Raj Subramaniam di chiudere diversi uffici operativi (90) e 5 sedi aziendali, lasciando a terra anche alcuni aerei cargo. Il profit warning di FedEx pesa anche sulla rivale Ups, che cede oltre il 6%. In profondo rosso (-4%) anche Boeing

A Piazza Affari tonfo di Tim e Mps, corre Ariston

A Piazza Affari crolla Tim che, bersagliata dalle vendite fin dalle prime battute, ha ampliato le perdite nel corso della giornata, chiudendo la giornata con un ribasso del 7,73%. Le azioni sono ai minimi storici e scambiano a 0,1837 euro ad azione (dopo aver toccato anche 0,182). A scatenare le vendite è stato il downgrade operato dagli analisti di Barclays che hanno portato la raccomandazione ad “underweight” con un prezzo obiettivo di 15 centesimi. Anche gli analisti di Hsbc ieri hanno tagliato la raccomandazione su Tim portandola a “hold” da “buy” con target abbassato da 0,40 a 0,20 euro per azione.

Il tonfo di Tim pesa anche sugli altri titoli del comparto, con Inwit che cede oltre il 2,87%.

Pesante come nel resto d’Europa (Volkswagen -1,5%, Mercedes-Benz -0,8%), il settore auto, nonostante i dati positivi sulle immatricolazioni di agosto: Cnh (-4,33%), Ferrari (-1,81%), Iveco (-1,73%), Stellantis (-1,59%).

È ancora in rosso Moncler (-2,65%), mentre il profit warning di FedEx zavorra anche Poste Italiane (-1,86%). 

Sul Ftse Mib si salvano solo 6 i titoli: Banco Bpm (+1,15%), Enel (+0,46%), Bper (+0,2%), Unipol (+0,14%), Campari (+0,37%) e Terna (+0,15%)

Fuori dal listino principale occorre segnalare l’exploit di Ariston (+15,17%). La società ha annunciato l’acquisizione della tedesca Centrotec Climate Systems per 703 milioni di euro in contanti e circa 41,42 milioni in azioni di nuova emissione. Cade Mps (-5%) all’indomani dell’ok dei soci all’aumento di capitale da 2,5 miliardi che dovrebbe partire in autunno.

Euro sotto la parità col dollaro, in forte ribasso il gas

Sul mercato valutario il cambio euro/dollaro viaggia sopra la parità a 1,0098. Mini rimbalzo del petrolio dopo il tonfo della vigilia: il Brent novembre sale a 92,1 dollari al barile (+1,4%), il Wti ottobre a 85,78 dollari al barile (+0,8%).

Mentre si continua a discutere sul Price cap, ad Amsterdam il prezzo del gas si attesta a 189,7 euro al megawattora, in ribasso di oltre il 11%. Infine sul secondario, il rendimento del BTp decennale benchmark resta sopra la soglia del 4%, mentre lo spread chiude stabile a 227 punti base.

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