Condividi

Borse in ribasso ma banche super dopo allarme della Bce sul rialzo dell’inflazione: sale lo spread

Positiva performance in Borsa delle principali banche italiane nel giorno in cui la Bce non tocca i tassi ma non nasconde i rischi di crescita dell’inflazione e riduce gli acquisti di titoli – Continua la sofferenza di Saipem che, insieme a Amplifon, perde un altro 5% a Piazza Affari

Borse in ribasso ma banche super dopo allarme della Bce sul rialzo dell’inflazione: sale lo spread

Il crollo di Facebook a New York e il leggero cambiamento di tono da parte della presidente della Bce Christine Lagarde, unitamente alla crisi ucraina, mandano in rosso le Borse e fanno salire i rendimenti dei titoli di Stato. La chiusura è in calo per i listini europei guidati, in questa via discendente, da Amsterdam -2,19. Le perdite sono consistenti a Francoforte -1,63%, Parigi -1,54% e Milano -1,09%; sono meno marcate a Madrid -0,22% e Londra -0,61%. Contribuisce all’avversione al rischio l’avvio debole di Wall Street, impegnata a digerire alcune importanti trimestrali. In particolare, Meta Platforms (Facebook) cede quasi il 25% dopo l’annuncio di una riduzione delle stime di utile e il primo calo di utenti giornalieri in 18 anni di vita, nel quarto trimestre 2021. Il crollo pesa sul Nasdaq, che cede oltre il 2%.

Sono poco mosse le materie prime, mentre corre l’euro, che guadagna oltre l’1% contro il dollaro e porta il cambio intorno a 1,142.

Chiude in rosso il secondario italiano: sale il tasso del Bund 10 anni a +0,11%, ma più forte è il rialzo del Btp di pari durata, +1,56%, per uno spread di 145 punti base (+6,27%).

In una giornata ricca di notizie merita una citazione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, nel messaggio alla nazione dopo il giuramento nell’aula di Montecitorio, ha ringraziato e augurato buon lavoro al governo Draghi. 

Non bastano le banche a salvare Piazza Affari

Il Ftse Mib arretra a 27.088 punti base nonostante gli acquisti sui titoli bancari, che sono il principale barometro del listino. Si confermano sugli scudi Unicredit +2,31%; Banco Bpm +1,74%; Bper +1,96%, Intesa +1,15%. Fuori dal perimetro del credito sono solo due le blue chip in leggero rialzo: Poste +0,08% e Telecom +0,21%.

Le prese di profitto mandano a picco Amplifon, -6,09%, dopo alcune sedute in cui il titolo si era apprezzato.

La maglia nera è Saipem, -6,28%, che non riesce a fermare l’emorragia dopo il profit warning di lunedì scorso, che ha fatto precipitare le azioni del 30% ai minimi dal 1992. Il broker Bestinver ritiene che la società voglia raggiungere un accordo di principio con Eni (-0,87%) e Cdp e con le banche finanziatrici prima del 23 febbraio quando è atteso l’ok ai risultati preliminari 2021.

Il bilancio di seduta è pesanteper Interpump -4,3%; Stm -4,07%; Nexi -3,98%.

Ferrari cede il 3,71%, all’indomani di una seduta in altalena alla luce di conti e previsioni.

Generali limita le perdite allo 0,53%, mentre si affilano le armi tra le fazioni in campo per il governo della società. Ieri la compagnia ha deciso di chiedere a Ivass se la quota del 16,30% detenuta complessivamente dal Gruppo Caltagirone, Delfin e Fondazione Crt sia soggetta ad autorizzazione in base alle regole sull’acquisizione di concerto di partecipazioni qualificate superiori al 10%.

Lagarde: la situazione è cambiata

Ad agitare le acque  ha contribuito la Bce che, nella riunione odierna, ha lasciato invariata la sua politica monetaria, ma ha fatto intravedere un possibile cambio di prospettiva. Nella conferenza stampa Christine Lagarde è apparsa infatti meno colomba del solito. “La situazione è chiaramente cambiata – ha detto – e come indicato nello statement iniziale, i rischi per l’inflazione soprattutto nel breve periodo sono ora orientati al rialzo”. Secondo la numero uno della banca centrale europea è questo un fattore positivo perché ci si sta avvicinando all’obiettivo di inflazione di medio periodo. La Bce farà quindi le valutazioni necessarie sul percorso di politica monetaria a marzo quando saranno disponibile le nuove proiezioni macroeconomiche.

La banca centrale dice da tempo che l’inflazione si ridurrà presto senza il suo intervento e di fatto scenderà al di sotto del suo obiettivo del 2% entro la fine dell’anno, quindi, ritirare il sostegno ora sarebbe controproducente.

“Ma gli investitori finanziari e un certo numero di responsabili politici hanno iniziato a mettere in discussione questa narrativa – sostiene Reuters – soprattutto da quando la Bce ha costantemente sottovalutato l’attuale picco, costringendola a rivedere ripetutamente le sue previsioni”.

I mercati starebbero quindi scontando già 28 punti base di rialzi dei tassi quest’anno, con la prima mossa prevista a luglio. L’ammissione da parte di Lagarde che l’inflazione nel breve resto orientata al rialzo offre ora appigli a questo punto di vista.

Infine, senza fare esplicito riferimento alle tensioni tra Russia e Occidente sull’Ucraina, Lagarde ha affermato che “nubi geopolitiche incombono sull’Europa” che potrebbero incidere sulle prospettive di crescita.

Molto più decisa è stata l’azione della Bank of England che, in linea con quanto previsto, ha aumentato i tassi di interesse allo 0,5%.

L’economia in Italia mostra segni di stanchezza

Mentre l’inflazione corre e le banche centrali sono costrette ad aggiustare le loro politiche, l’economia in Italia mostra qualche segno di stanchezza.

L’indice Pmi sui servizi, raccolto da Ihs Markit attraverso l’intervista ai direttori agli acquisti, scende a gennaio a 48.5 da 53.0 di dicembre, mostrando la prima contrazione da aprile scorso. Il Pmi composito, che comprende anche il manifatturiero, si porta in forte calo a 50,1 punti: appena sopra la soglia (50 punti) che separa la contrazione dall’espansione economica. Al contrario in Germania il Pmi servizi rimbalza a 52,2 e il composito a 53,8, top da quattro mesi. Frena la Francia con Omicron: 53,1 punti per i servizi. Nel complesso, l’indicatore Pmi servizi dell’Eurozona cala a 51,1 punti e il composito a 52,3.

In Italia, inoltre, l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) abbassa la stima di crescita del 2022 al 3,9%, a fronte del 4,7% indicato ufficialmente a settembre dal governo. Dopo un primo trimestre molto debole a causa della recrudescenza pandemica, la crescita avrebbe rafforzarsi dalla primavera, avvantaggiandosi del progressivo miglioramento delle condizioni sanitarie.

Commenta