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Borse in ribasso: il tracollo delle banche popolari trascina in basso Piazza Affari

Draghi: “La Bce è determinata a proteggere l’euro” – Ma le Borse restano inquiete per il peggioramento della congiuntura: male tutti i listini europei – Tonfo delle banche popolari a Piazza Affari che, dopo un lungo saliscendi, chiude in perdita dello 0,88% – In controtendenza Saipem, ma anche Tenaris, Prysmian, Campari e Ferragamo.

Borse in ribasso: il tracollo delle banche popolari trascina in basso Piazza Affari
Non bastano i positivi dati economici d’oltroceano a far invertire la rotta all’Europa che paga le preoccupazioni sull’andamento dell’economia, dopo la gelata di oggi sul dato della produzione industriale dell’Eurozona e sul rallentamento cinese. I principali listini chiudono tutti in territorio negativo: Milano -0,88%, Parigi -0,79%, Francoforte -0,01%, Londra -0,32%.

Lo spread Btp bund si amplia a 150 punti base. Il prossimo 25 novembre è in agenda il collocamento di Ctz e Btpei. Oggi i titoli francesi a lungo termine hanno avuto una buona accoglienza mentre la Spagna ha registrato un calo della domanda.

Nell’area euro l’indice Pmi composito di novembre, lettura preliminare, ha registrato un calo a 51,4 punti dai 52,1 di ottobre. Ha deluso in particolare la Germania dove il settore privato tedesco è cresciuto al ritmo più contenuto da 16 mesi.

Allo stesso tempo i mercati mostrano cautela dopo che il settore manifatturioero di Pechino ha toccato il minimo da sei mesi. L’indice Pmi manifatturiero elaborato da Hsbc ha infatti mostrato a novembre, lettura preliminare, una flessione a 50 punti dai 50,4 punti precedenti contro una stima di 50,2 punti.

Solo i listini americani mostrano qualche segnale in più di ottimismo: alla chiusura dell’Europa il Dow Jones viaggiava attorno alla parità, l’S&P500 in rialzo dello 0,14% e il Nasdaq dello 0,4%. Dopo una serie di dati negativi su prezzi, richieste di sussidi di disoccupazione e Pmi manifatturiero, i listini d’oltreoceano hanno beneficiato di alcuni dati macro sopra alle attese.

L’indice Fed di Philadelphia, termometro dell’attività aziendale locale, è salito a 40,8 da 20,7 di ottobre, più del doppio rispetto alle previsioni degli esperti, ferme a 18 punti. Allo stesso tempo le vendite di case esistenti sono aumentate in ottobre dell’1,5%, meglio delle attese e primo incremento, +2,5%, su base annua del 2014. Ha battuto le aspettative anche il superindice dell’economia di ottobre che sale dello 0,9%.

Sul versante negativo, si segnala invece il Pmi manifatturiero cbe è sceso a novembre a 54,7 punti dai 55,9 di ottobre facendo peggio delle attese degli analisti di 56,4 punti. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, al 15 novembre, seppur in calo di 2mila unità a 291mila ma hanno però deluso le attese. Il petrolio Wti tenta una leggera ripresa e sale dello 0,5% a 74,95 dollari al barile, mentre il cambio euro dollaro arretra a 1,2539 (-0,12%).

A Piazza Affari il listino è appesantito dalle banche: Bper -3,32%, Banco popolare -3,37%, Ubi Banca -2,50%, Banca Mps -2,15%, Unipolsai -1,86%. Telecom Italia -1,2% alla vigilia del Cda che dovrà prendere decisioni sulla strategia brasiliana e dopo aver smentito nei giorni scorsi di avere allo studio un aumento di capitale. Chiudono invece controtendenza tra i migliori del Ftse Mib Saipem +2,79%, sull’onda di nuovi accordi nel campo dei servizi all’industria petrolifera, Tenaris +1,34%, Prysmian +1,20%, Ferragamo +0,97% e Yoox +0,59%.

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