Condividi

Borse in profondo rosso su dati Usa e crisi del debito in Europa

Il dato americano sulle richieste di sussidi di disoccupazione si è rivelato inferiore alle attese – E così Piazza Affari e gli altri listini europei hanno accelerato le perdite – Pesano anche l’allarme su un nuovo downgrade di Parigi e il timore del contagio della crisi del debito in Europa – Wall Street apre all’insegna della prudenza

Borse in profondo rosso su dati Usa e crisi del debito in Europa

Giornata fragile e nervosa per le Borse che nel pomeriggio tornano a tingersi di rosso: il Ftse Mib cede l’1,36%, Parigi l’1,46%, Francoforte lo 0,60 e Londra oscilla debole attorno alla parità.

Complice dei ribassi il dato americano sulle richieste di sussidi di disoccupazione che si è rivelato inferiore alle attese: le richieste sono calate di circa 2mila unità contro attese per cinque mila. Ma a scuotere i nervi del mercato è arrivata anche l’allarme su un nuovo downgrade di Parigi e il timore del contagio della crisi del debito a paesi sempre più core, dopo che già le aste spagnole e francesi di titoli di Stato avevano innervosito gli animi e gli spread riportando un risultato confortante sul fronte della domanda ma con tassi di interesse in salita. Già perché la Francia oggi ha visto impennarsi il proprio spread decennale ai massimi dallo scorso 11 gennaio a 140 punti (mentre anche l’Italia ormai viaggia a 386 punti e la Spagna vola a 419 punti) e diffondersi voci sempre più insistenti su una possibile bocciatura del rating da parte di Moody’s. Voci che però, secondo quanto riporta Reuters citando una fonte francese, sarebbero infondate. Insomma, solo speculazione per fare un po’ di quattrini da parte di qualche trader. Ma non è solo Francia. Anche la virtuosa e intransigente Olanda starebbe rischiando la tripla AAA. Il rating del paese potrebbe essere messo da Fitch in credit watch negativo, il preludio di un downgrade.

Ma c’è chi batte i pugni contro la volubilità e strapotere delle agenzie di rating. Le banche danesi hanno deciso di dare il benservito all’agenzia Moody’s: non si avvarranno più dei suoi servizi a causa delle sue opinioni mutevoli. Nykredit, la principale banca danese specializzata in mutui, ha già chiuso il proprio contratto dalla settimana scorsa mentre la Jyske Bank, seconda banca del paese, sta per prendere la stessa decisione.

Condizionata dalle tensioni europee e da dati trimestrali contrastanti, Wall Street apre prudente e ora il Dow Jones cede lo 0,38% e il Nasdaq lo 0,07%%. Se ebay sale del 10% dopo la trimestrale Morgan Stanley riporta una perdita di 103 milioni di dollari ma un utile per azione adjusted ben sopra le attese, Bank of America archivia un eps a3 centesimi ben sotto i 12 dele attese. Non aiutano ad allentare la pressione poi i deludenti dati diffusi nel pomeriggio: la vendita di case esistenti ha segnato a marzo un ribasso del 2,6% dopo il -0,6% di febbraio mentre gli economisti si aspettavano un aumento dello 0,7%; ad aprile l‘indice Fed di Philadelphia, che monitora l’attività manifatturiera sulla costa orientale statunitense, è sceso a 8,5 punti dai 12,5 di marzo archiviando un risultato molto inferiore alle attese che speravano in una riduzione molto più contenuta ( a 12 punti).

A Milano tornano a soffrire le banche ad eccezione di Banco popolare (+0,18%): Mediobanca perde il 4,24% anche sulla scia della compklessa partita Fonsai-Unipol di cui è la regista, Mps il 3,36%, Intesa il 3,30% e Unicredit il 2,47%. Pesante anche Fiat -3,85% e Telecom Italia del 3,37%. In controtendenza Autogrill (+2,5%) e Snam +1%.

Commenta