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Borse in corsa in attesa dell’inflazione Usa: Milano maglia rosa (+2,3%) con banche superstar, giù il prezzo del gas

Le Borse Ue puntano sul fatto che l’inflazione Usa abbia raggiunto il suo picco. Milano +2,3% trainata da finanziari, Tim, Stellantis e Poste. Boom per Mps (+19%)

Borse in corsa in attesa dell’inflazione Usa: Milano maglia rosa (+2,3%) con banche superstar, giù il prezzo del gas

La settimana dei mercati europei si apre all’insegna dell’ottimismo a causa della controffensiva ucraina che, si spera, potrà abbreviare la guerra; del prezzo del gas sotto i 200 euro Mwh; dell’inflazione Usa che, domani, rivelerà se ha toccato il picco. L’euro intanto è in recupero, mentre il dollaro arretra.

La seduta porta così sostanziosi guadagni a Piazza Affari, +2,34% (che chiude a 22.654 punti base), Francoforte +2,39%, Parigi +1,95%, Madrid +2,01%, Amsterdam +1,59%, Londra +1,69%. 

La propensione al rischio si è rafforzata nel pomeriggio con l’apertura intonata di Wall Street, che sta proseguendo in rialzo, dopo aver archiviato, venerdì scorso, la prima ottava in progresso dopo tre in perdita.

Banche superstar

In Europa a calamitare gli acquisti sono state soprattutto le banche, spinte dalla prospettiva di maggiori guadagni a fronte del rialzo dei tassi da parte della Bce (75 punti base, la settimana scorsa) e del passaggio in positivo del tasso d’interesse sui depositi. Si tratta di 670 miliardi di euro parcheggiati dalle banche e che non rendevano nulla fino a giovedì scorso, mentre ora potranno produrre utili.

Focus settimanale su inflazione Usa

In attesa delle decisioni della Fed nella riunione del 20-21 settembre, l’attenzione degli investitori sarà questa settimana sull’inflazione Usa. In particolare domani uscirà il dato sui prezzi al consumo in agosto. Si stima che l’inflazione annuale scenderà all’8,1% dall’8,5% di luglio, un punto percentuale al di sotto di giugno, ma “i tassi di base”, esclusi i prezzi dell’energia e dei generi alimentari, saliranno a 6,1% da 5,9%.

Secondo JP Morgan l’inflazione Usa ha già toccato il picco e i prezzi scenderanno nei prossimi mesi.

Questo non significa che il cammino delle banche centrali si fermerà e sia le parole di Jerome Powell sia quelle di molti componenti il board Usa fanno pensare che la Fed interverrà sui tassi con un altro rialzo dello 0,75%, il terzo in pochi mesi.

In questo contesto i rendimenti dei Treasury a due anni sono saliti al massimo degli ultimi 15 anni del 3,58% in anticipo, poiché i mercati hanno già completamente prezzato un aumento della Fed di 75 punti base alla fine di questo mese. I mercati dei futures vedono poi il cosiddetto “tasso terminale” della Fed a circa il 4% a marzo.

Anche per la Bce il percorso non è finito: nel weekend il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha segnalato la necessità di nuovi interventi decisi sul fronte dei tassi di interesse. 

Euro in ripresa

La svolta della Bce sostiene l’euro, che si apprezza sul dollaro dello 0,9% circa, ai massimi da metà agosto, trattando in area 1,013.

L’indice della divisa statunitense contro le principali valute è in calo dello 0,7%. Ad allontanare del bene rifugio per eccellenza contribuisce, secondo alcuni osservatori, l’abbassamento del rischio geo politico, dopo i successi ucraini contro la Russia.

La seduta appare positiva per la sterlina, nonostante l’economia britannica sia cresciuta solo dello 0,2% a luglio, metà di quanto atteso, con i rischi di recessione che diventano più consistenti. 

Gas sotto i 200 euro e petrolio in rialzo

Fa tirare un sospiro di sollievo, almeno momentaneo, anche il calo del prezzo dei future del gas sotto i 200 euro megawattora (in prossimità della chiusura 191 euro, -7,7%). 

Secondo il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani il merito d è anche della discussione sul tetto ai prezzi. “È bastato parlare di price cap e il prezzo è caduto” ha detto a Radio 24. “Nella risoluzione finale in Europa i 27 hanno dato mandato di far una proposta sul price cap entro settembre. Se questo è un insuccesso qualcuno mi spieghi cosa sia il successo – ha aggiunto, ricordando infine che – non serve l’unanimità, si va a maggioranza qualificata”.

L’indebolimento del dollaro favorisce la risalita dei prezzi del petrolio, che trattano in valuta nordamericana. Il Brent sale dell’1,21% a 93,97 dollari al barile.

In Piazza Affari vola Mps

Il titolo migliore di Piazza Affari è Banca Mps, che dopo aver tanto perso terreno oggi recupera il 19,05% in vista dell’aumento di capitale iperdiluitivo per 2,5 miliardi di euro. A mettere il turbo al titolo, in un settore in grande spolvero in tutta Europa, hanno contribuito le indiscrezioni secondo cui il gestore patrimoniale Anima sarebbe disposto a investire nell’operazione 250 milioni di euro. Per il coordinatore del dipartimento economia e finanza di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo, invece la decisione sull’aumento di capitale andrebbe rinviata a quando ci sarà il nuovo governo.

Il principale indice di Piazza Affari è d’altra parte guidato da titoli finanziari, soprattutto banche e risparmio gestito: Finecobank, +5,03%, è blue chip regina, seguita da Bper +4,97%, Banca Mediolanum +4,17%, Intesa Sanpaolo +3,43%, Banca Generali +3,71%, Poste +3,26%, Generali +3,14%.

Fuori dal perimetro dei finanziari le big cap con i rialzi più forti sono Telecom +3,91%, Stellantis +3,36%, Saipem +3,38%.

A mostrare una piccola ombreggiatura rossa è solo Stm -0,05%.

Fuori dal paniere principale Fincantieri, +2,22%, brinda a nuovi accordi per 1,7 miliardi di euro con Viking. Le due società hanno reso efficaci i contratti per la terza e quarta nave previsti dalle opzioni annunciate nel marzo 2018 e firmato contratti la quinta e sesta unità, condizionati al conseguimento del relativo finanziamento come da prassi del settore. Le consegne sono previste rispettivamente nel 2026, 2027 e due nel 2028.  

Fanalino di coda è invece Avio, -15,18%, che venerdì sera ha tagliato la guidance sull’Ebitda e l’utile netto di quest’anno a causa del rincaro dei costi energetici.

Spread e rendimenti in leggero calo

Rimane sostanzialmente stabile il mercato secondario dei titoli di Stato, dove il tasso del Btp decennale arretra leggermente a +3,93% e quello del Bund di pari durata a +1,64%, per uno spread a 229 punti base (-1,16%).

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