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Borse in cerca di una direzione: Delta e Fed le maggiori incognite

Wall Street chiusa per il Labor Day – Avanzano le Borse cinesi e Nikkei ai massimi da 31 anni – Volano i prezzi dell’alluminio – Frena il petrolio – Bce al bivio, probabile conferma per Powell alla testa della Fed

Borse in cerca di una direzione: Delta e Fed le maggiori incognite

L’aumento molto modesto dell’occupazione Usa annunciato venerdì sposta almeno per qualche settimana l’avvio della riduzione degli acquisti di titoli da parte della Fed (il cosiddetto tapering). La novità, che cade sui mercati in una giornata orfana di Wall Street, chiusa per la festività del Labor Day, favorisce una partenza positiva dei listini asiatici, trainati da Tokyo, ormai in piena bagarre preelettorale.

Anche la Cina ci mette del suo per rilanciare le Borse: è stato annunciato un allargamento dell’indice principale di Hong Kong a 60 titoli. Più generose le riforme per Macau, l’ex colonia portoghese più obbediente a Pechino, dove si voterà in settimana: alle attività economiche presenti nell’area circostante la zona saranno concessi importanti sussidi fiscali e i frontalieri saranno equiparati ai cittadini residenti a Macao. La notizia ha messo le ali alle aziende localizzate nella parte meridionale del Guangdong, quella al confine con la Las Vegas d’Oriente.

IL NIKKEI AI MASSIMI DA 31 ANNI, AVANZANO LE BORSE CINESI

L’indice Nikkei si avvia a chiudere in rialzo dell’1,7%, ai massimi da 31 anni. Venerdì aveva guadagnato oltre il 2% (+5,4% la settimana).

L’indice MSCI Asia Pacific, che non include il mercato nipponico, è alla sua settimana seduta consecutiva di rialzo, la serie positiva più lunga da inizio anno.

Tutte positive le borse della Cina. Hang Seng di Hong Kong +0,5%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +1,7%, Taiex di Taipei +0,7%.

Si è aperta stamane a Taipei la conferenza di Foxconn, il colosso dei chip. Sarà l’occasione per fare il punto sull’auto elettrica che l’azienda sta mettendo a punto anche con il contributo di Stellantis.

Brillante anche l’India. Il BSE Sensex guadagna lo 0,5%, nuovo record. Il cross dollaro rupia è poco mosso, a 73,05. La relativa stabilità di cui ha goduto la valuta indiana da inizio anno, secondo UBS, non è destinata a durare a lungo: a fine anno il cross dovrebbe essere intorno a 77 (il target della banca elvetica implica un deprezzamento del 5%).

MATERIE PRIME, UN NUOVO PROBLERMA PER LE IMPRESE

Da segnalare tra le materie prime il nuovo balzo dell’alluminio, al nuovo massimo di prezzo degli ultimi dieci anni, ma comunque insufficiente ad alimentare le richieste dell’industria. L’ultimo allungo della corsa dei prezzi del metallo industriale è da mettere in relazione alle notizie arrivate ieri dalla Guinea, uno dei grandi produttori di bauxite. Il colonnello a capo delle forze speciali dell’esercito ha annunciato alla televisione pubblica di aver arrestato il presidente e di aver sospeso la costituzione.

FRENA IL PETROLIO, EURO/DOLLARO A 1,186

Frena il petrolio: l’Arabia Saudita ha aumentato l’export verso l’Asia. Greggio WTI in calo dell’1%, a 68,5 dollari il barile.

Treasury Note a dieci anni a 1,32%. Oro a 1.825 dollari. Euro dollaro in lieve calo a 1,186, dopo sei giorni consecutivi di apprezzamento.

LA BCE VERSO IL MINI TAPERING

La riunione del direttorio della Bce sarà senz’altro l’appuntamento chiave della settimana. Dopo l’aumento più alto del previsto dell’inflazione, i banchieri centrali dei Paesi frugali, sotto la guida della Bundesbank, chiedono un taglio agli acquisti di titoli da parte della Bce per contrastare la corsa dei prezzi. Le colombe rispondono che il balzo dei prezzi è legato all’aumento dell’energia e dell’Iva in Germania. Si può prevedere, a mo’ di compromesso, una riduzione del programma di acquisti Peep (da 80 a 60-70 miliardi mese), ma la conferma dei tassi bassi.

La partita finanziaria si lega al confronto politico all’interno della Ue, in merito alla conferma dei parametri di Maastricht e al ritorno del Fiscal Compact. Ma si tratta solo di schermaglie: la partita entrerà nel vivo dopo il voto tedesco del 26 settembre e la formazione, tutt’altro che facile o rapida, del nuovo governo.

In arrivo oggi i dati degli ordini all’industria tedesca. In agenda anche l’Ecofin informale in videoconferenza per approvare i piani nazionali di resilienza di Cechia e Irlanda.

Sul fronte macro, da seguire giovedì la 3 lettura del Pil dell’Eurozona del secondo trimestre. Martedì è prevista l’uscita dell’indice Zew di settembre.

AUSTRALIA, DOMANI LA DECISIONE SUI TASSI

Sempre martedì è in programma la bilancia commerciale cinese.

La Banca centrale australiana si riunirà martedì per decidere o meno una mini-stretta sui tassi, a partire dal tapering. L’ultimo aumento dei tassi risale a undici anni fa. La crescita dei prezzi del mercato immobiliare suggerisce un intervento della Banca centrale, ma la ripresa dei contagi potrebbe convincere l’istituto a rinviare l’intervento, così come è successo alla Nuova Zelanda.

BIDEN DECIDE LE NOMINE ALLA FED. POWELL IN BILICO

La cronaca dell’Eurozona trova spazio anche perché oggi sono chiusi i mercati Usa per la festività del Labour Day. Venerdì il dato ha sorpreso in negativo i mercati: solo 235 mila nuovi occupati contro i 750 mila stimati. Il risultato rende assai meno probabile l’annuncio del tapering (il taglio degli acquisti da parte della Banca centrale) nella prossima riunione della Fed del 22 settembre.

Ma l’attenzione è concentrata sulle scelte del presidente Biden sulla Fed. Secondo Bloomberg, in settimana la Casa Bianca annuncerà chi sarà chiamato a guidare la Banca centrale dal prossimo febbraio. È possibile, ma non certa, la conferma di Jerome Powell, repubblicano cui va però il merito di aver difeso l’indipendenza della Fed ai tempi di Donald Trump, oltre alla gestione della pandemia che gli ha garantito l’appoggio di Janet Yellen. Ma la sinistra democratica, a partire da Alexandria Ocasio-Cortez, chiede un drastico cambio di rotta, con un presidente meno morbido con le banche e più attento alle tematiche ambientali. È probabile che Biden scelga di confermare Powell, ma gli affianchi con un vice forte, cui toccherà seguire i dossier bancari e Wall Street.  

La Banca centrale potrebbe prendere tempo rinviando la scelta del tapering. Un indizio più preciso arriverà la sera dell’8 settembre con la pubblicazione del Beige Book.

ITALIA IN RIPRESA: L’ONERE DEL DEBITO SCENDE AL 2,4%

Buone nuove per la congiuntura italiana: a Cernobbio il ministro dell’Economia Daniele Franco ha detto che il Pil salirà a fine anno del 5,8%, con ricaduta positiva per debito e deficit.

Mercoledì invece è prevista la riunione tra il ministro del Lavoro Orlando e le parti sociali sulle politiche attive.

AL VIA IL PIANO COLAO SUL CLOUD

Tra gli appuntamenti italiani, spicca la presentazione, martedì, di “Strategia Cloud Italia”, il piano di indirizzo strategico per l’implementazione e il controllo del Cloud della Pa. “Nell’occasione – ha detto il ministro Vittorio Colao – spiegheremo come e perché ci sarà un ruolo per tutti, grazie alle policy di classificazione per i data center, alle regole di cloud first per la Pa e alle regole stabilite dall’agenzia sulla cybersicurezza”.

Tra gli appuntamenti societari da segnalare domani la semestrale di Ferragamo e il giorno dopo quella di Tod’s.

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