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Borse in altalena su Eurobond per energia ma Milano è in rialzo trainata da Saipem, Unicredit e Tim

L’ipotesi di un Eurobond sull’energia e la difesa prima illude e poi spegne in parte gli entusiasmi delle Borse: è realtà o chimera? Milano in netto recupero

Borse in altalena su Eurobond per energia ma Milano è in rialzo trainata da Saipem, Unicredit e Tim

Piazza Affari e Madrid rialzano la testa, ma il clima resta freddo nel resto d’Europa e a Wall Street, con le sanzioni Usa sul petrolio russo che scatenano un’ulteriore fiammata dei prezzi dell’oro nero. La dipendenza della Ue dal gas russo non consente per ora la stessa mossa (sanzioni sul petrolio scatenerebbero ritorsioni di Mosca sul gas), ma la Commissione europea stila comunque un piano per ridurre di due terzi, entro l’anno, l’import di gas da Mosca e i prezzi di quest’ultimo sono in leggero calo.

In questo contesto Milano chiude con un progresso dello 0,8% a 22.338 punti base, grazie alla corsa dei titoli oil e al rimbalzo delle banche, comparto che sostiene anche il principale indice spagnolo, +1,23%. Aggravano invece il bilancio delle perdite da inizio guerra: Amsterdam -1,84%; Parigi -0,32%; Francoforte -0,1%. È piatta Londra. Svetta Madrid +1,74%.

È allarme rosso poi a Wall Street, cauta in avvio, ma ora in netto ribasso. La Borsa di New York ha vissuto ieri la peggiore seduta dall’ottobre 2020 con lo S&P 500. Inoltre, il Dow Jones è entrato in correzione per la prima volta dal 2020 (-10% da un recente picco) e il Nasdaq Composite è finito in mercato ‘orso’ (in calo del 20% dai massimi di novembre).

Rischio stagflazione se l’inflazione non rallenta

Da una parte all’altra dell’Atlantico prende corpo il rischio di stagflazione, poiché i rincari dell’energia alimentano un’inflazione imponente a fronte di un’economia che non cresce con altrettanta baldanza. Un quadro che mette sotto scacco le banche centrali, costrette da un lato a limitare una crescita dei prezzi senza controllo e dall’altro a sostenere l’economia. A questo arduo compito è chiamata tra pochi giorni anche la Bce, con la riunione del 10 di marzo.

Le sanzioni infiammano il petrolio. Oro da record: boom dei lingotti

Le sanzioni americane, annunciate da Joe Biden in chiusura dei mercati europei, galvanizzano ulteriormente il petrolio. I future di Brent e Wti toccano livelli impensabili fino a poco tempo fa. Il petrolio del mare del Nord tratta con un rialzo del 7,6% a 132,6 dollari al barile; il greggio texano è in area 130 dollari, con un incremento superiore all’8%.

Per calmierare i prezzi la Germania invita l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ad aumentare la sua produzione di greggio.

Ma il vicepremier russo, Alexander Novak, avverte che le sanzioni sui prodotti energetici indurranno ritorsioni e il petrolio potrà toccare i 300 dollari al barile.

Intanto la Commissione Europea dice che vuole ridurre di due terzi le importazioni di gas dalla Russia entro l’anno e annuncia che, entro aprile, presenterà una proposta legislativa perché gli stoccaggi di gas sotterraneo in tutta l’Ue siano riempiti almeno fino al 90% della capacità entro il 1 ottobre di ogni anno. È questa una delle misure contenute nel piano ‘REPowerEu’ messo a punto per fronteggiare il caro-prezzi e ridurre la dipendenza energetica da Mosca. La proposta comporterebbe il monitoraggio e l’applicazione dei livelli di riempimento e costruirebbe un accordo di solidarietà tra Stati membri.

Il petrolio vola e le altre materie prime corrono. L’oro guadagna circa il 3% e si muove ben oltre i 2000 dollari, intorno a 2055 dollari l’oncia. Spingono sull’acceleratore Palladio, Platino, Argento, Nichel.

Borse in altalena: niente Eurobond, ma lo spread cala

Niet Eurobond: le indiscrezioni su un piano delle Ue per l’emissione di eurobond destinati a finanziare le spese su difesa ed energia dei Paesi dell’Eurozona sono state smentite dalla Commissione. La notizia aveva sostenuto il rally dell’obbligazionario in mattinata ed era tra le ragioni del rimbalzo delle Borse, unitamente all’apertura dell’Ucraina alle proposte russe su Crimea e Donbass, che ha comunque escluso il riconoscimento delle due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk e l’annessione della Penisola sul Mar Nero alla Russia. Il presidente ucraino ha sottolineato di essere “pronto al dialogo” ma “non alla capitolazione”.

“Se parliamo di territori temporaneamente occupati e repubbliche non riconosciute da nessuno”, ha detto Zelensky, “possiamo discutere e trovare un compromesso”. “Per me è importante sapere come la gente che vuole essere parte dell’Ucraina vivrà in quei territori”, ha detto, citando “garanzie di sicurezza”. “È questione più complicata di riconoscere e basta, questo è un altro ultimatum e non siamo pronti per un ultimatum”, ha affermato il leader ucraino, “la cosa importante è che Putin cominci a dialogare”.

Nel pomeriggio però il vicepresidente della Commissione Ue ha detto che il progetto, notoriamente inviso ai paesi del nord Europa, non è allo studio. “Nella Commissione – ha chiarito Frans Timmersmann – non abbiamo nessun piano al riguardo, non so gli Stati membri”.

Chiude comunque in verde il secondario italiano, in un contesto di rendimenti in rialzo. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata scende a 149 punti base (-6,8%), con il tasso del titolo italiano in crescita in misura inferiore a quello tedesco: +1,6% contro +0,11%.

Piazza Affari al traino di Oil e banche

Sul principale listino di Milano vola Saipem, +13,15% che è la migliore blue chip del giorno, spinta dai rincari del petrolio. Restano sugli scudi anche Tenaris +3,22% ed Eni +1,97%.

Rimbalzano le banche, a partire da Unicredit, +6,12%, che è quella che ha sofferto di più da quando è cominciato l’attacco della Russia all’Ucraina. Rialzano la testa anche Banco Bpm +5,09% e Bper +5,38%. Più caute Mediobanca +2,22% e Intesa +1,22%.

Archivia una seduta tonica il comparto assicurativo: Unipol +6,81%.

Scatto d’orgoglio di Telecom, +5,85%, con il mercato che torna ad acquistare azioni della società telefonica dopo notizie stampa che rimettono in gioco l’ipotesi di un’Opa di Kkr.

Segnano importanti progressi Poste +4,64%; Iveco +4,24%; Enel +2,9%. I ribassi più importanti sono di Amplifon -4,72%; Interpump -4,14%, Diasorin -3,88%.

Fuori dal paniere principale Rai Way si apprezza del 5,86% dopo che la notizia sulla possibile discesa della Rai nella società delle torri ha riacceso le attese su una sua fusione con Ei Towers.

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