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Borse e mercati, Fugnoli: “Nel 2022 il peggio sembra passato, ma il pericolo della recessione è concreto”

Secondo lo strategist di Kairos, la correzione avvenuta finora sembra bastare agli investitori: rimane lo spettro della recessione, che però nel 2022 non sarebbe strutturale

Borse e mercati, Fugnoli: “Nel 2022 il peggio sembra passato, ma il pericolo della recessione è concreto”

Dopo la grande euforia del 2021 e il crollo registrato nella prima parte del 2022, da qualche giorno i mercati finanziari sembrano essersi convinti che, almeno per il momento, la correzione avvenuta finora sia sufficiente. Lo scrive Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, nell’ultimo intervento della sua rubrica mensile “il Rosso e il Nero”, sottolineando che, in questa fase, gli investitori possono fermarsi e guardarsi intorno. Il tempo delle emozioni forti sembra alle spalle: “È arrivato il momento dei ragionamenti”. E proprio grazie a questa ritrovata lucidità, secondo Fugnoli, “si scopre che il mondo è più complicato di come lo dipingono i fautori del tutto rosa o del tutto nero”.

Nel 2022 si rischia una recessione, ma non strutturale

In particolare, è vero che quest’anno si corre il rischio di una recessione, ma questa non avrebbe carattere strutturale: sarebbe legata piuttosto “all’estrema volatilità delle scorte, prima ridotte all’osso nei mesi bui della pandemia e poi ricostituite a tappe forzate a partire dalla metà del 2021”. Il problema è che la crescita delle scorte avvenuta nell’ultimo anno risulta eccessiva, soprattutto a fronte della bassa voglia di spendere dimostrata dai consumatori, i cui redditi sono erosi dall’inflazione. Ecco perché “la produzione industriale può far segnare una battuta d’arresto di un trimestre o due”.

Al momento, spiega Fugnoli, sentiamo ancora l’effetto positivo della spinta fiscale e monetaria degli ultimi due anni. Più avanti, nel 2023-2024, questo effetto tenderà a sparire, mentre si faranno sentire il rialzo dei tassi il calo degli utili aziendali. A quel punto, il pericolo di una recessione strutturale sarà concreto.

Il sollievo di oggi e la spada di Damocle di domani

Ora che lo scenario è più chiaro, il marcato azionario e quello obbligazionario si stanno stabilizzando, registrando anche qualche limitato tentativo di rimbalzo. “Diventa adesso possibile dire, anche se sottovoce, che il peggio per quest’anno è passato e che, esogene permettendo, l’anno potrebbe chiudersi sopra i livelli attuali – scrive ancora lo strategist di Kairos – Al tempo stesso, tuttavia, dobbiamo riconoscere che la spada di Damocle di una recessione completa, anche se non necessariamente profonda, rimarrà sulle nostre teste nei prossimi due anni, limitando il potenziale del recupero in questo 2022”.

Cosa accadrà nella prossima fase storica?

Secondo Fugnoli, comunque, la principale incertezza riguarda il modo in cui il mondo ripartirà “una volta purgato dagli eccessi di questi anni”, visto che “non si vede all’orizzonte alcuna elaborazione teorica nuova che abbia qualche profondità”. Tra i pochi che esprimono un parere si segnalano “Summers, che ipotizza un ritorno alla stagnazione secolare, e Blanchard, che parla di un ritorno ai tassi bassi (anche se meno bassi che nel decennio scorso) dopo la fine dell’inflazione”.

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