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Borse di nuovo ko: Piazza Affari perde oltre il 3% ed è tra le peggiori. Spread cala a quota 205

Borse di nuovo in tilt: pesa l’impennata dei prezzi del gas (+70% in 3 sedute) che – insieme alla stretta Fed e alle incertezze della Bce – manda in rosso tutti listini azionari – Piazza Affari tra le peggiori in Europa

Borse di nuovo ko: Piazza Affari perde oltre il 3% ed è tra le peggiori. Spread cala a quota 205

Le Borse non sono guarite dai loro malanni e, dopo la schiarita di ieri, la febbre delle vendite oggi è tornata a salire. È bastato che la Svizzera si accodasse alla Fed e alzasse i tassi di 50 punti base per gettare nuovamente gli investitori nello sconforto e sollevare dubbi sul percorso restrittivo intrapreso dalle banche centrali e sui connessi rischi di recessione. 

I listini europei chiudono in profondo rosso e perdono, con gli interessi, quanto recuperato nella vigilia, mentre Wall Street, negativa in avvio, sta accelerando al ribasso. Il Dow Jones si muove sotto la soglia psicologica dei 30mila punti, per la prima volta da gennaio 2021.

Piazza Affari perde il 3,32% e ripiomba sotto i 22mila punti base, a 21.726.

Si salva invece il secondario italiano, in netto miglioramento: lo spread arretra a 204 punti base, -5%. Il laconico messaggio lanciato ieri mattina dalla Bce sul possibile scudo anti spread non ha soddisfatto molti osservatori, ma a quanto pare sta riuscendo, per ora, a tenere sotto controllo l’incendio che stava divampando. Le vendite hanno colpito invece i Bund. Il decennale tedesco chiude a +1,69% (da +1,64% di ieri), mentre il tasso del Btp di pari durata, dopo un’incursione oltre il 4%, scende a +3,73% (da +3,78%).

Francoforte è tra le peggiori anche con l’azionario: il Dax perde il 3,35%. La maglia nera va ad Amsterdam, -3,75%, zavorrata dai titoli tecnologici. Londra cede il 3,1%, Zurigo il 3,28%, Parigi il 2,39%. Madrid limita i danni all’1,13%.

Banche centrali e monete in fibrillazione

L’azione delle banche centrali è la leva che incoraggia e scoraggia gli acquisti, in un contesto volatile soprattutto a causa della guerra in Ucraina e del braccio di ferro economico in corso con Mosca. Gazprom, tra l’altro, da qualche giorno, ha inaugurato una serie di tagli alle forniture ai paesi europei.

Per quanto riguarda l’azione delle banche centrali oggi sia la Svizzera sia l’Inghilterra sono intervenute sui tassi.

La sorpresa maggiore è arrivata dalla banca nazionale elvetica che ha alzato il tasso di riferimento per la prima volta in 15 anni con un aumento di 50 punti base.

Qualche ora dopo la BoE si è mossa in maniera più prudente con un ritocco di 25 punti base. Le due scelte hanno agito in maniera opposta sulle divise dei rispettivi paesi.

Il franco svizzero è salito alle stelle, mentre la sterlina è ulteriormente crollata poiché gli operatori si aspettavano una mossa più ampia da parte della banca d’Inghilterra. 

Ieri la Fed, come atteso, ha alzato i tassi di 75 punti base, all’1,5%-1,75%, ma ha detto che a luglio l’intervento sarà probabilmente di 75 o 50 punti base, aprendo quindi uno spiraglio a un incremento minore. A fine 2022 i tassi d’interesse dovrebbero raggiungere il 3,4% (valore mediano). La banca centrale Usa ha poi presentato proiezioni da cui risulta che la crescita sta rallentando.

In questo contesto arretra l’indice del dollaro. L’euro rialza la testa e tratta in area 1,051 contro il biglietto verde.

Gazprom taglia: Il gas è mio e lo gestisco io

Continua la corsa dei prezzi del gas, mentre Gazprom elargisce tagli di forniture ai paesi europei, in particolare Germania e Italia, a causa di presunte ragioni tecniche. A metà seduta il prezzo del gas in Europa si è impennato del 20% a 146 euro al Megawattora, superando un aumento complessivo del 70% nelle ultime tre giornate.

Le agenzie internazionali riferiscono che, secondo il numero uno di Gazprom, Alexei Miller, al momento non ci sarebbe soluzione per i problemi alle turbine nella stazione Portovaya del gasdotto Nord Stream 1, che porta il gas russo in Germania. L’impossibilità di riparare il guasto sarebbe dovuta al mancato arrivo dei materiali idonei a causa delle sanzioni e poi “nostro il prodotto, nostre le regole – avrebbe detto il manager in un forum a San Pietroburgo – non giochiamo con regole che hanno fatto gli altri”. Intanto nei primi 5 mesi dell’anno le forniture alla Cina sarebbero aumentate del 67%

Al momento appare piatto invece il petrolio. Il Brent tratta a 118,6 dollari al barile.

Vendite ecumeniche in Piazza Affari 

La seduta in Piazza Affari è stata pesante per le banche, ma anche per tutti gli altri settori in modo ecumenico e senza grandi discriminazioni. Sul Ftse Mib si salvano solo tre titoli: Saipem, +2,55%, grazie alla promozione di Equita che ha alzato il prezzo obiettivo a 45 euro a causa del raggruppamento delle azioni (nel rapporto di una azione ogni dieci esistenti) realizzato dalla società;  Nexi, +1,08%; Terna +0,24%.

La lunga lista dei titoli venduti a piene mani parte invece da Stm -6,3%, che s’inabissa insieme ai tecnologici europei e americani. In questo momento il Nasdaq è l’indice peggiore a New York e scende del 4%. 

Male Tenaris -6,1% ed Eni, -4,89%. Il lusso piange con Moncler -5,71%. Nell’auto va picco a Stellantis, -5,28%, mentre prosegue il calo delle immatricolazioni del gruppo in Europa, scese del 14,6% a maggio a fronte di un calo del mercato del 12,5% su base annua, secondo i dati Acea. Giù Cnh, -4,61% e resta in riserva persino Ferrari, -0,71%, nel capital market day.

È pesante il bilancio dei finanziari: Mediobanca, che ieri non ha approfittato del rimbalzo del settore, perde il 4,61%.

Arretrano Poste -4,97% e Azimut -4,67%,. Fuori dal paniere principale Gas Plus festeggia con un balzo del 24,76%  l’annuncio dell’avvio della produzione di gas nei giacimenti in Romania, che dovrebbe trarre beneficio dagli attuali prezzi elevati. Bene Saras, +3,47%%
Piteco si apprezza del 22,24% a 11,05 euro dopo che la società Limbo ha lanciato un’Opa volontaria sul 37,98% del capitale non posseduto al prezzo di 11,25 euro per azione finalizzata al delisting.

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