Dopo quattro sedute in rialzo i listini europei chiudono oggi contrastati, senza trovare spunti nell’avvio cauto di Wall Street.
Piazza Affari è la migliore e si confida oltre i 40mila punti base (40.356) con una crescita dello 0,7%, ai massimi dal 2007, tra nuove trimestrali e titoli finanziari in spolvero. Segnali positivi di fiducia verso il Belpaese sono venuti inoltre dai titoli di Stato, con lo spread tra decennale italiano e tedesco che, in giornata, è sceso sotto la soglia psicologica dei 100 punti base per la prima volta dal 2021. Alla fine il differenziale è in calo rispetto alla chiusura precedente, ma leggermente sopra il confine di 100, con un tasso del Btp al 3,71% contro il 2,7% del Bund.
Tornando all’azionario europeo: arretrano Francoforte -0,39%, Londra -0,24%, Parigi -0,47% (appesantita dal tonfo di Alstom, -16,73, dopo la trimestrale), mentre salgono Amsterdam +0,19% e Madrid +0,51%.
Oltreoceano appaiono timidi, ma positivi DJ +0,09%, S&P500 +0,2%, Nasdaq +0,65%.
Niente di preoccupante dunque nella calma di oggi, visto che, di cautela in cautela, gli indici europei sono vicini ai loro massimi e la borsa di New York ha recuperato tutte le perdite 2025. I mercati hanno perso però un po’ della spinta propulsiva innescata dagli accordi sui dazi siglati dagli Stati Uniti con UK e Cina (oggi parte la tregua di 90 giorni tra Washington e Pechino), mentre guardano al viaggio in corso di Donald Trump nel golfo Persico e all’incontro che domani dovrebbe svolgersi a Istanbul tra Russia e Ucraina.
La maggior parte delle megacap americane è in rialzo: Nvidia +1,4%; Advanced Micro Devices +5,1% dopo aver approvato un nuovo piano di buyback da 6 miliardi di dollari. Tesla invece è volatile, nella prospettiva di una revisione degli accordi per gli emolumenti di Elon Musk.
Draghi e Mattarella: “nessun dorma”
Intanto al vertice Coitec, a Coimbra, il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e l’ex premier Mario Draghi tentano di dare l’ennesima scossa a una Ue nell’angolo nello scacchiere geopolitico e a rischio affanno economico. “Nessun dorma” sollecita Mattarella, citando la Turandot, mentre Draghi avverte che da “diversi anni e la situazione si stava deteriorando”, anche prima dei dazi, ma le frammentazioni politiche interne e la crescita debole ha reso più difficile la risposta europea. “Gli eventi più recenti rappresentano un punto di rottura”. Inoltre il costo dell’energia minaccia la sopravvivenza delle industrie continentali e gli investimenti in difesa non decollano come potrebbero perché paesi con debito elevato possono spendere solo fino a un certo punto. La soluzione? “l’emissione di debito comune per finanziare la spesa comune è una componente chiave della tabella di marcia”.
Parole importanti, che arrivano però in un giorno in cui la reputazione di Ursula von der Leyen viene offuscata dalla sentenza della Corte Generale dell’Ue che ha condannato il rifiuto della Commissione di rendere pubbliche le conversazioni private tra la presidente e il capo di Pfizer nel 2021, quando, da soli, conclusero l’acquisto di 1,8 milioni di dosi del vaccino messo a punto dalla multinazionale insieme all’azienda tedesca BionTech.
Dollaro in calo
Sul mercato dei cambi le notizie del giorno limano i guadagni della moneta unica in una giornata di debolezza per il biglietto verde, dopo il rallentamento dell’inflazione Usa di aprile visto ieri che accende nuove speranze sulle future azioni della Fed, anche se l vicepreside della banca centrale Usa Philip Jefferson frena gli entusiasmi. “I dati recenti – dice – suggeriscono che l’inflazione sta convergendo verso l’obiettivo del 2%, ma i recenti sviluppi in materia commerciale aumentano l’incertezza sul suo andamento futuro”. In questo contesto la moneta unica guadagna lo 0,16%, per un cross di 1,12.
Il dollaro perde forza soprattutto contro lo yen (-0,66%) e il cambio scende a 146,5.
Tra le materie prime arretra l’oro, che cede oltre il 2% nella consegna immediata e mostra un prezzo di 3186,05 dollari l’oncia.
Si prende una pausa il petrolio, dopo il recente recupero, mentre l’Opec mantiene le previsioni di crescita della domanda di petrolio sia per il 2025 che per il 2026, nonostante le incertezze economiche e commerciali. Salgono inoltre oltre le stime le scorte settimanali di petrolio negli Stati Uniti.
Il future di giugno del greggio texano tratta a 63,07 dollari al barile (-0,94%), mentre il Brent luglio prezza 66,08 dollari (-0,83%).
Piazza Affari, svettano Unipol e Azimut
In Piazza Affari oggi svettano molti titoli finanziari, in particolare titoli del risparmio gestito e delle assicurazioni. In primo piano ci sono Unipol +2,82%, Azimut +2,39%, Finecobank +2,21%, Generali +1,4%, Banca Mediolanum +0,9%.
Tra titoli bancari contrastati campeggia Unicredit +1,92%, che domani dovrebbe incontrare funzionari del governo per discutere dei paletti posti con il Golden power da Palazzo Chigi sull’offerta lanciata da Andrea Orcel su Banco Bpm (-0,05%). Brilla anche l’altra big del settore Intesa Sanpaolo +1,4%, mentre arretra leggermente Mps -0,35%.
A2a rimbalza del 2,12% dopo le perdite di ieri a seguito della trimestrale. Bene tra le utility anche Terna +0,9%.
Segna un modesto guadagno Prysmian +0,64%, che ha collocato con successo un prestito obbligazionario, non convertibile, subordinato, ibrido, perpetuo per un miliardo di euro raccogliendo una domanda sei volte superiore che ha permesso di far scendere il rendimento finale al 5,375% dalla guidance iniziale compresa nella forbice 5,875%-6%.
In fondo al listino ci sono titoli della salute come Recordati -2,71% e Diasorin -1,99%.
Lettera per Hera -1,18%, dopo una trimestrale che ha mostrato ricavi in crescita del 28,3%. Arretrano Stellantis -0,78%, Nexi -0,66%, Campari -0,62%.
È debole Inwit -0,38%, dopo risultati nei primi tre mesi in linea con il consensus.