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Borse 22 maggio quasi tutte in ribasso tranne il Nasdaq. A Milano in profondo rosso Stellantis e il lusso. Bitcoin record

Il sottile tormento del debito pubblico americano mette sotto pressione i Treasury e agita i mercati. Si salva solo il Nasdaq. L’Europa è tutta in rosso anche per il rallentamento dell’attività produttiva. Piazza Affari soffre ma difende quota 40 mila punti. Bitcoin sfonda i 111 mila dollari

Borse 22 maggio quasi tutte in ribasso tranne il Nasdaq. A Milano in profondo rosso Stellantis e il lusso. Bitcoin record

Torna la calma a Wall Street e anche i listini europei recuperano terreno nelle ultime battute, pur chiudendo negativi. I Pmi deludenti nella zona euro, la legge fiscale Usa (approvata oggi alla Camera) e i conseguenti timori per il debito della prima economia del mondo, gli attentati di Washington e le guerre in corso fanno parte di un clima odierno leggermente brumoso che ha favorito le prese di profitto nel Vecchio Continente, tanto più che ieri la borsa di New York è terminata in rosso e oggi l’andamento degli indici americani è ancora fiacco (DJ +0,06%, S%P 500 +0,063%, Nasdaq +0,5%). 

Piazza Affari perde lo 0,73% e scende a 40.256 punti base, appesantita da titoli industriali e del lusso. Il Cac 40 cede lo 0,58%, zavorrata dai titoli delle grandi firme all’indomani della deludente trimestrale di Chanel. A gettare un’ombra sul settore ha contribuito la conferenza di Parigi, dove Morgan Stanley ha dipinto un quadro debole a causa della domanda fiacca e della fiducia dei consumatori in calo, soprattutto in Cina e Stati Uniti. 

Il bilancio di giornata è in rosso per Amsterdam -0,69%, Londra -0,53% e Madrid -0,79%. Non si salva neppure Francoforte -0,48%, dopo i recenti record e la risalita del morale delle imprese tedesche, con l’indice Ifo salito a 87,5.

Euro in calo, con Pmi in contrazione

L’euro perde terreno oggi, deluso dal Pmi composito di maggio, in contrazione a 49,5 (quindi sotto la soglia di 50) per la prima volta in cinque mesi (era 50,4 in aprile). S&P Global, che calcola l’indice, vede in particolare una contrazione a sorpresa dell’importante indice dei servizi che arretra a 48,9, oscurando il miglioramento della manifattura (49,4, massimo da 33 mesi).

La moneta unica si muove così in ribasso contro e principali valute e cambia poco sotto 1,13 contro dollaro, con un calo dello 0,3%.

Oltreoceano d’altra parte la stima flash di maggio è oltre le attese e in area espansione sia per il manifatturiero (52,3 punti) sia per per i servizi (anche in questo caso 52,3).

Bitcoin da record il 15esimo compleanno

Vede rosa invece il bitcoin che nella notte ha aggiornato il suo record e al momento tratta in frazionale rialzo a 110.600 dollari. Per la criptovaluta è una giornata importante non solo perché trova sponda nella Casa Bianca, ma anche perché il 22 maggio del 2010 ci fu la prima transazione di cui si abbia notizia con la moneta digitale. Furono pagate così due pizze del valore di circa 40 euro con 10 mila bitcoin che al cambio odierno valgono circa un miliardo di dollari.

Calma sui Treasury

Al momento si allentano le tensioni sui Treasury, i cui rendimenti restano in ogni caso molto alti. Il decennale è al 4,588%. Il mercato resta in allerta nel giorno in cui la Camera statunitense ha approvato, con 215 voti a favore e 214 contrari, il “grande, splendido disegno di legge” del presidente Donald Trump, dopo settimane di lotte intestine tra i repubblicani. La legge ridurrebbe le tasse, ma potrebbe far peggiorare il deficit a stelle e strisce.

Tra le materie prime tornano le vendite sull’oro e dopo l’impennata di ieri lo spot gold tratta ora sotto 3300 dollari al 3297.82 (-0,53%).

Scendono anche i prezzi dei future di luglio del petrolio: Brent 64,15 dollari al barile (-1,17%), Wti 60,83 dollari (-1,2%).

Piazza Affari, brillano Bper e Pop di Sondrio con il via libera di Bruxelles

Il piatto più sfizioso sul listino principale milanese è anche oggi quello bancario, dove svettano Bper (+2,58%) e Banca Popolare di Sondrio (+1,82%). Il mercato accoglie positivamente il via libera di Bruxelles al possibile matrimonio tra le ex popolari controllate da Unipol (+0,53%). In particolare la banca modenese ha reso noto che “con riferimento all’offerta pubblica di scambio volontaria promossa…sulla totalità delle azioni ordinarie di Banca Popolare di Sondrio SpA, dedotte le azioni di quest’ultima direttamente detenute da BPER Banca SpA la Commissione europea ha chiuso l’esame preliminare della notifica ai sensi del regolamento (UE)…decidendo di non avviare un’indagine approfondita, così autorizzando l’operazione ai sensi del regolamento”.

In ambito bancario c’è inoltre da tenere d’occhio la partita Unicredit (-1%) – Banco Bpm (-0,05%), che si è arricchita di un nuovo controverso capitolo dopo la Consob ha sospeso per 30 giorni l’offerta della prima sulla seconda chiedendo chiarimenti sul golden power. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna non l’ha presa bene e ha definito il provvedimento “abnorme”, annunciando che agirà a tutela degli azionisti.

In giornata il focus è stato poi su Generali, che chiude con un modesto guadagno dello 0,12%, dopo i risultati del primo trimestre che hanno evidenziato una crescita del risultato operativo superiore alle attese, sostenuto dall’andamento del segmento Danni. 

Tra le blue chip migliori del giorno ci sono utility come Terna +0,65% (8,926 euro per azione), che ha toccato nuovi massimi storici a 8,976 euro. Italgas +0,99%, Snam +0,77%, Enel +0,53%.

I maggiori ribassi sono per Stellantis -3,88%, Moncler -3,38%, Tenaris -2,22%, Buzzi -2,13%.

Fuori dal paniere principale non conosce crisi Fincantieri (+4,01%), alla sesta seduta di seguito in rialzo. Mediobanca, Jefferies e Intesa hanno anche alzato il prezzo target del titolo.

Sono timidamente positivi i titoli Mfe A (+0,48%) e Mfe B (+0,63%) anche se il consiglio di amministrazione e quello di sorveglianza di ProSiebenSat.1 ha respinto l’opa volontaria lanciata da Mfe-Media For Europe, giudicandola “inadeguata dal punto di vista finanziario”.

Spread e tassi in rialzo

I titoli di Stato della zona euro chiudono una seduta nervosa, sulla scia di quelli americani, ma anche dei dati macroeconomici del blocco. Lo spread tra Btp decennale e omologo tedesco sale a 101 punti base (da 99 di ieri), mentre i tassi arrotondano al rialzo rispettivamente al 3,64% e 2,64%.

Dai verbali dell’ultima riunione della Bce è emerso che Francoforte ritiene che l’inflazione nel blocco sia quasi sconfitta, anche se una guerra commerciale potrebbe produrre effetti in un secondo momento.

Inoltre alcuni componenti del consiglio direttivo “si sarebbero sentiti a proprio agio con un taglio di 50 punti base dei tassi di interesse”.

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