Le borse europee chiudono oggi una seduta ancora ostaggio dell’incertezza, a causa della guerra Iran-Israele e della confusione sulle intenzioni degli Stati Uniti. Al contrario Wall Street si muove intonata a fine mattinata, con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che manda messaggi contrastanti: “Non so se attaccheremo l’Iran, che ora vuole negoziare. Ci ha contattati, è molto tardi, ma non è mai troppo tardi”. Parole che aiutano gli acquisti a New York, nonostante la nuova randellata verbale di Trump nei confronti del presidente della Fed Jerome Powell, nel giorno in cui la banca centrale Usa alzerà il velo sulle sue previsioni e sui tassi. Non si attendono interventi sul costo del denaro e proprio questo manda il tycoon su tutte le furie: “Alla Fed c’è uno stupido – dice – i tassi dovrebbero essere due punti in meno”.
In questo afoso contesto Piazza Affari chiude quasi piatta (+0,08%) a 39.418 punti base. Il barometro del listino, i titoli bancari, hanno trovato spunti nella seconda parte della seduta, con l’eccezione di Mps, -0,47%, mentre la Procura milanese appare in pressing per fare luce sul risiko bancario. Per l’ad di Intesa Carlo Messina in realtà più che un risiko è un “caos”, un “Far West”.
Gli altri listini europei: Francoforte -0,5%, Amsterdam -0,38%, Parigi -0,36%, Madrid +0,05%, Londra +0,11%.
Petrolio in calo; arretra il franco svizzero alla vigilia della riunione della banca centrale elvetica
A fine mattinata si muove intonata invece Wall Street, dopo le parole del presidente Usa Donald Trump: “non dirò se attaccheremo o meno Teheran, potremmo farlo come non farlo”. Il petrolio, termometro che misura la febbre del conflitto, al momento si muove negativo, con gli investitori che vanno all’incasso dopo i guadagni di ieri quando Trump ha per la prima volta ipotizzato di entrare in guerra. Gli investitori si interrogano quindi sulla portata e sui tempi di questa guerra, mentre le compagnie assicurative si mettono al sicuro e aumentano i prezzi del 60% per la rotta chiave con l’Iran.
Sui prezzi petroliferi oggi pesano anche in parte le previsioni di una Fed ancora ferma sui tassi e i timori relativi alle proiezioni trimestrali. Le ultime prevedevano due tagli dei tassi entro la fine dell’anno, ma oggi è tornata in voga anche la possibilità di una sola sforbiciata.
I future di Brent e Wti cedono l’1,35% per prezzi rispettivamente di 75,41 dollari al barile e 72,29 dollari.
Sul mercato valutario il dollaro s’indebolisce leggermente e l’euro tratta oltre 1,151. La moneta unica appare ben intonata, ma risente comunque delle parole del membro del Consiglio direttivo della Bce Mario Centeno, a margine della conferenza “Young Factor” a Milano. Per Centeno la debolezza dell’economia della regione è motivo di forte preoccupazione e non sembra compatibile con l’obiettivo di inflazione del 2% sul lungo termine.
Arretra inoltre il franco svizzero, in vista della riunione della Banca centrale elvetica in calendario domani e che potrebbe portare i tassi a zero.
Perde quota pure la corona svedese, dopo che la Riksbank ha tagliato come atteso il tasso di riferimento dal 2,25% al 2%.
Piazza Affari, svetta Telecom
In Piazza Affari oggi svetta Telecom Italia, +4,73%, in vista dell’assemblea del 24 giugno, posticipata da aprile a seguito del rinnovato equilibrio azionario tra Vivendi e Poste Italiane (+0,11%). I soci voteranno sul bilancio 2024, sulla politica di remunerazione, sul piano incentivi e su modifiche statutarie, tra cui la riduzione del numero massimo di componenti del Cda e la modifica della percentuale per la presentazione delle liste. Particolarmente rilevante è la proposta di modifica dell’oggetto sociale per consentire a Tim di offrire più servizi di Poste, dopo l’ingresso del gruppo guidato da Matteo Del Fante, che oggi detiene circa il 25% del capitale.
Bene Amplifon +1,46% e Cucinelli +1,18%.
Le banche hanno traballato un po’ nel corso della giornata, ma alle fine hanno trovato un punto di equilibrio positivo con Popolare di Sondrio +1,34%, Unicredit +0,91%, Banco Bpm +0,9%, Bper +0,66%, Intesa +0,44%, Mediobanca +0,52%. Resta fuori dal club Mps, forse innervosita dalla notizia che, nei mesi scorsi, la procura di Milano ha raccolto la testimonianza del ceo di UniCredit, Andrea Orcel, in relazione all’ultimo collocamento accelerato di una parte del capitale di Siena (procedura gestita da Banca Akros per conto del Mef). Il colloquio del numero uno di Piazza Gae Aulenti in procura è avvenuto nell’ambito dell’indagine sul risiko bancario. Le battaglie in corso e sono state bollate dall’ad di Intesa Carlo Messina come “combattimenti veramente da far west italiano”.
Sul fronte opposto del Ftse Mib c’è Iveco, -2,1%, in attesa di novità sulla vendita delle divisione della difesa.
Arretrano inoltre Moncler -1,75%, Recordati -1,38%, Campari -1,06%, Italgas -0,93%.
Fuori dal paniere principale arretrano i titoli ex Mediaset (Mfe A -1,44% e Mfe B -0,97%), nel giorno dell’approvazione del bilancio e della distribuzione di un dividendo ,27 euro per ogni azione di categoria ‘A’ e ‘B’. Intanto notizie arrivano anche da ProSiebenSat.1 che avrebbe accolto con favore l’offerta pubblica parziale di acquisto presentata dal socio ceco Ppf, che punta a rilevare fino al 13,64% del capitale a 7 euro per azione, con un premio significativo rispetto ai prezzi di mercato recenti. L’offerta di Ppf si inserisce in un contesto di concorrenza con Mfe-MediaForEurope, principale azionista di ProSiebenSat.1.
Spread stabile
La chiusura è stabile sul secondario, anche se non sono mancati alti e bassi in seduta. Lo spread infine si mantiene infine a 98 punti base, con un tasso del Btp decennale stabile al 3,48% e con quello del Bund 10 anni al 2,5%.